NATALE FIACCO E SENZA NEVE PER LA MONTAGNA VICENTINA
Nr. 01 del 14/01/2003
La stagione invernale è iniziata in sordina, ma gli operatori sperano di riscattarsi con le settimane bianche, condizioni metereologiche permettendo
Non è stata solo colpa della neve, che non si è fatta vedere fino all’Epifania, se la prima parte della stagione turistica invernale nelle tre principali località montane del vicentino ha stentato a decollare. «Presenze in calo un po’ dappertutto» è il laconico commento che giunge dai rappresentanti degli operatori del commercio e del turismo dell’Altopiano di Asiago, di Recoaro e di Tonezza. Sarà perché le abitudini degli italiani, non solo dei vicentini, sono cambiate e le Feste di Natale si preferisce trascorrerle tra le mura domestiche. Oppure perché il portafoglio piange e gli euro per una settimana di svago in montagna proprio scarseggiano. O magari perché la concorrenza delle stazioni sciistiche del vicino Trentino si fa sempre più agguerrita, con offerte accattivanti che attirano i villeggianti molti più che nella nostra provincia. Fatto sta che il primo bilancio della stagione invernale 2002-2003 non è stato certo tra i più brillanti degli ultimi anni.
«Qui sull’Altopiano di Asiago siamo rimasti indietro di quindici anni rispetto alle altre località sciistiche - sbotta Bruno Clementi, titolare del Linta Hotel ad Asiago - . Noi stiamo ad aspettare la neve e speriamo nelle condizioni meteorologiche favorevoli. Mentre in Trentino, regione a statuto speciale e quindi in grado di sovvenzionare gli operatori del turismo con molti più finanziamenti, la neve se la fanno, sparandola con i cannoni e imbiancando le piste da sci anche quando la temperatura esterna raggiunge uno o due gradi. Qui, invece, visto che le nostre macchine sono datate, bisogna avere quattro o cinque gradi sotto lo zero per poterle utilizzare. E intanto i turisti fuggono altrove. Tanto è vero che, negli ultimi anni, gli impianti di risalita dell’Altopiano stanno drasticamente diminuendo, perché i gestori non se la sentono di mettere in gioco i propri capitali e chiudono tutto. E’ già successo a Cima Larici e nella località di Cima Ekar e anche altre piste sono a rischio di abbandono. Purtroppo chi sarebbe in grado di modificare questo stato di cose, dai sindaci ai rappresentanti politici a livello regionale, continua a lamentarsi, ma in concreto non ottiene nulla. E’ un vero peccato, perché se ci fossero contributi economici lavoreremmo tutti meglio, con più entusiasmo».
Di una stagione non proprio brillante parla anche Angelo Fantin, presidente del mandamento di Asiago della Confcommercio, che sottolinea come ormai i turisti, un po’ di tutte le fasce di età, preferiscano soggiornare sull’Altopiano per periodi molto brevi. «Anche le prenotazioni per le settimane bianche sono in calo - rivela preoccupato Fantin - . Speriamo che la Coppa del mondo di sci nordico e il Campionato nazionale Alpini di fondo, che si terranno ad Asiago il 15 e il 16 febbraio, attirino gli appassionati di sport».
Un po’ meglio è andata a Tonezza, dove, in località Fiorentini, grazie alla neve artificiale, si è potuto sciare già dal giorno di S. Stefano. Quirino Fontana, presidente degli albergatori Confcommercio di Tonezza, commenta: «Grazie all’Ufficio Turistico, aperto un anno fa, l’attività promozionale è nettamente migliorata su tutto il territorio della provincia. Ora il passo successivo, il vero salto di qualità per noi, sarebbe il collegamento con la stazione turistica di Folgaria, che da anni è una delle principali località montane del Trentino e che dista da qui appena 22 chilometri. Il progetto prevede la creazione di un unico comprensorio, con 60 chilometri di piste di sci da fondo e 120 chilometri di piste da discesa. La lunga esperienza degli operatori di Folgaria e il fatto che si tratti di una località all’avanguardia ci permetterebbe di vivere di luce riflessa. Sembra che finalmente a livello regionale qualcosa si stia muovendo - auspica Fontana - dopo anni in cui il turismo è stato considerato meno di zero. Ora alcuni finanziamenti per il rinnovo degli impianti e delle infrastrutture sono stati stanziati. Speriamo che i tempi per la realizzazione di questo progetto non si allunghino troppo».
Recoaro, invece, rimane il fanalino di coda delle località turistiche invernali della provincia. «Purtroppo quando c’è crisi i primi a soffrire sono i più piccoli - spiega Antonio Tomasi, presidente degli albergatori Confcommercio di Recoaro - . Noi abbiamo provato a innevare artificialmente le piste, ma non si poteva sciare perché le temperature troppo elevate trasformavano la neve in acqua. Adesso finalmente nevica e qualche speranza in più si apre per le settimane bianche, anche se, a dire il vero, da noi i turisti preferiscono trascorrere qualche week end, piuttosto che un’intera settimana».
Così, se la stagione invernale non è iniziata proprio in maniera brillante, le previsioni per i prossimi due mesi sono buone. Condizioni meteorologiche permettendo.
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