venerdì 18 luglio 2003
CARO- BANCOMAT, PROBLEMA ANCORA SENZA SOLUZIONE
Per gli automobilisti sembra profilarsi un’estate ancora più calda di quanto già non lo sia dal punto di vista meteorologico. A partire dalla mezzanotte del prossimo 25 luglio e a tempo indeterminato, per fare rifornimento di carburante dovranno abituarsi a pagare soltanto con euro contanti. E’ stato annunciato, infatti, dai gestori di impianti stradali di carburante il nuovo “sciopero del bancomat e delle carte di credito”. I benzinai intendono, in questo modo, protestare contro il sistema Co.Ge.Ban. e delle Banche associate, relativamente alle commissioni applicate sulle transazioni con la moneta elettronica.
Ad esigere solamente moneta contante saranno anche i 300 circa benzinai della provincia di Vicenza che parteciperanno compatti e in maniera unitaria alla protesta.
“La situazione è davvero insostenibile – spiega il presidente dell’associazione provinciale gestori Figisc Confcommercio, Gastone Vicari – perché nonostante i precisi impegni assunti dal Co.Ge.Ban. a seguito dell’analoga protesta dell’aprile scorso, a partire dal mese di giugno moltissime banche hanno interrotto i contratti in corso con i gestori e hanno sottoposto alla loro firma dei nuovi accordi a condizioni assurde: si parla di commissioni che vanno ad erodere circa il 70 % del margine di guadagno medio del gestore. E in più, con l’atteggiamento del prendere o lasciare, senza contare che il Pos è, al giorno d’oggi, un servizio essenziale che qualsiasi gestore deve garantire al cliente”.
“Anche a livello locale – precisa Vicari - sono iniziate le prime disdette delle banche, accompagnate dalla richiesta di sottoscrizione di nuovi contratti con i costi “aggiornati” del servizio, ma il fenomeno rimane ancora limitato a pochi casi. Resta il fatto che qualche Istituto bancario già comincia a pretendere una cifra fissa per il pagamento con bancomat che arriva a 0,29 euro al litro, circa 561 delle vecchie lire, più una percentuale sul totale della transazione. Se si tiene conto poi che a tali costi fissi il gestore deve aggiungere le spese bancarie e telefoniche, più il costo del noleggio dell’apparecchiatura POS, è evidente che la sommatoria dei balzelli finisce per annullare quasi totalmente il suo guadagno sul rifornimento di carburante.
Non possiamo, quindi, continuare ad accettare che i nostri margini siano tagliati a favore delle banche, che, peraltro, sulle carte di credito oltre a pretendere commissioni che arrivano fino all’1,70% sul transato, incassano da ogni singolo possessore di carta, anche una cifra fissa di circa 77 eurocent (1.500 vecchie Lire). La situazione, ripeto, è insostenibile e la protesta andrà avanti ad oltranza finché non sarà data al problema una soluzione accettabile”.
“Ci rediamo perfettamente conto dei disagi che nostro malgrado creiamo agli automobilisti – conclude Vicari – ma dobbiamo far valere la nostra voce. Ciò servirà anche, ci auguriamo, ad evitare di gravare con aumenti generalizzati del prezzo al pubblico dei carburanti, per recuperare gli oneri che non competono, in alcun modo, ai gestori”.