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martedì 18 novembre 2003

VICENZA DEL FUTURO. FINORA INTERVENTI INCOMPLETI. REBECCA: “PROGETTI E SERVIZI DEVONO ANDARE A BRACCETTO. LE IPOTESI MONCHE NON CI INTERESSANO”

“I quattro interventi previsti, lo stadio, il Cotorossi, l’università e la monorotaia, costituiscono il carburante per avviare il motore di una macchina che è priva di volante e ha la carrozzeria incompleta”. La Confcommercio dà un giudizio particolarmente severo sulla proposta di maxi-trasformazione dell’area del Menti presentata in Comune con la procedura del “project financing”. Non solo, ma l’associazione di via Faccio, al di là dello stesso esito di questa prima proposta, fissa dei paletti sia sul Piruea Cotorossi, già adottato dalla giunta e in corso di approvazione da parte del consiglio comunale, sia sull’università, che interessa parte dell’ex Pp 11 sul quale è stato già presentato a luglio un progetto preliminare per i lavori da concludersi entro la fine del 2006, e sia, appunto, per la ristrutturazione dell’area che gravita sullo stadio cittadino. “Oltre determinati criteri – precisa il presidente Sergio Rebecca – non potremo accettare nessuna ipotesi”. Così la presa di posizione dell’Ascom, che tende anche ad evidenziare quelli che sono le idee e gli indirizzi dell’associazione sul riordino di un’area particolarmente importante nella strategia urbanistica della città e nello sviluppo complessivo della programmazione urbana dei prossimi anni.
Ancora una volta la Confcommercio, in quello che è un discorso di prospettiva, rileva l’esigenza prioritaria di porre in relazione ogni progetto di revisione urbanistica con la necessaria offerta di servizi, in primis infrastrutture, parcheggi e trasporti. “Senza questo indispensabile corredo – dice Rebecca – qualsiasi progetto è destinato al fallimento”.
In pratica la ristrutturazione dello stadio diventa, nell’intendimento del Comune, lo strumento per ripensare la geografia e l’organizzazione di un pezzo di città dietro il Menti e in tutta la zona in cui oggi si estende il parcheggio di via Bassano. Ma, secondo la Confcommercio, prima di procedere, occorre mettere a punto una serie di servizi imprescindibili. E condizione primaria diventa quella di potenziare sia l’accessibilità della circonvallazione sud e sia la disponibilità di aree di sosta nella zona del futuro tribunale, attuando almeno i parcheggi previsti dal Prg e predisponendo adeguati e sicuri collegamenti pedonali.
Altro punto fermo, per la Confcommercio, è l’integrazione fra trasporto pubblico locale e sistema ferroviario e di metro leggera, confermando l’ipotesi della stazione metropolitana presso il parcheggio di via Bassano. Si dovranno, poi, rafforzare gli itinerari commerciali affinché le nuove strutture non solo non entrino in contrasto con il modello distributivo consolidato ma contribuiscano a consolidarlo.
“Attenzione – spiega Rebecca – : esse dovranno risultare il punto di approdo al centro storico e non il punto di arrivo dal resto del territorio”. Inoltre – dice ancora il presidente della Confcommercio – “bisognerà completare la progettazione della zona assegnando una nuova funzione alle aree coinvolte anche se non sono direttamente comprese nei programmi complessi”.
Se non si andrà avanti in questo modo e se non si metteranno in preventivo altri cospicui investimenti per finanziare i nuovi interventi necessari e sostenere quelli già programmati, la conseguenza realistica, secondo la Confcommercio, sarà quella di far riversare, ancora una volta, sull’attuale struttura urbana un ulteriore carico di funzioni, con il rischio di provocarne il collasso.
Quanto all’ipotizzata monorotaia – questo il pensiero di Rebecca – “sembra più un’esercitazione tecnica che un progetto cantierabile”.
“In ogni caso – spiega ancora il presidente dell’Ascom – non c’è dubbio che questa parte della città è destinata ad accogliere stabilmente nell’arco della settimana un consistente numero di residenti, operatori o semplici fruitori, generando nuove opportunità e innescando un effetto domino che va attentamente governato. Non è scontato – aggiunge – che quei benefici si rifletteranno automaticamente al centro storico”.
“La verità – dice – è che la procedura adottata va contro l’esigenza di fare un progetto complessivo. Il metodo è stato di pianificare a compartimenti-stagno per cui, alla fine, resta vaga e fumosa l’idea della città che si vorrebbe costruire. Restano, quindi, sulla carta questioni vitali come il ruolo del Retrone e del Bacchiglione, il rapporto di questo nuovo contesto urbano con l’area di Monte Berico, la viabilità della zona, la funzione delle zone confinanti, e la creazione di nuovi itinerari commerciali”.
Urgono, pertanto, rimedi e soluzioni. E in tempi di grande austerità e di risorse ridotte al lumicino -– osserva Rebecca – non può sfuggire l’opportunità offerta dal nuovo Prg in corso di elaborazione di poter utilizzare i criteri perequativi già sperimentati anche da Comuni limitrofi. “Più che un bando sugli interessi diffusi è però preferibile - sottolinea – cercare il concorso dei privati in un progetto che, peraltro, non può che avere la propria matrice nell’ente pubblico in quanto rappresentativo degli interessi generali”.

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