Le modalità di gestione del “Ristorante Palladio”, così come definite dalle confuse ordinanze del Comune del 2 settembre scorso, lasciano perlomeno perplessi. Così come sconcerta che siano state sentite dall’Assessorato allo Sviluppo Economico solo le “Vetrine del Centro” e che tale associazione non risulta si sia opposta ad un provvedimento lesivo degli interessi delle attività commerciali e turistiche del centro cittadino. Già la scelta della data appare infelice. Lo scorso anno la cena si svolse lunedì 10 settembre proprio per non “pesare” sui giorni di fine settimana, quando è massimo l’afflusso di persone in Vicenza, viste la ricorrenza tradizionale ed i molti motivi di richiamo che la città offre. Quest’anno, invece, il Comune ha scelto domenica 8, con interdizione di Corso Palladio al pubblico dalle ore 13.00, e poco importa che la circolazione sotto i portici e sui marciapiedi sia consentita fino alle 19.00: di certo molti preferiranno scegliere percorsi alternativi o ridurre il tempo della loro permanenza in centro proprio in una delle domeniche in cui è consentita l’apertura dei negozi. L’obbligo di chiusura degli esercizi commerciali e della somministrazione alle 19.00, nonchè il divieto di servire dalle 18.00 alimenti e bevande su tavoli e sedie posti all’esterno dei locali, costituiscono l’ultimo tassello di un mosaico di problemi che gli operatori del centro ed i loro clienti proprio non meritano in occasione della festività vicentina più sentita. Non si comprende perché l’iniziativa che, posizionata il lunedì successivo all’8 settembre si guadagnò il consenso di 1.000 commensali, non potesse essere riproposta mantenendone gli elementi positivi, fra i quali certamente è il giorno di svolgimento ed eliminando gli aspetti negativi, quali la mancanza di indicazioni puntuali su tempi e modalità di accesso a Corso Palladio ed un congruo preavviso sulle stesse e ciò sia per la clientela che per i titolari e dipendenti delle aziende. Vi sono città che investono per anni per far decollare nuove manifestazioni e spiace constatare il passo indietro di Vicenza, che in sole tre edizioni aveva individuato la formula giusta, gradita ai partecipanti e integrata nel contesto dell’offerta che la città offre ai propri residenti ed ai turisti. Complimenti all’Assessorato allo Sviluppo Economico!