mercoledì 13 febbraio 2002
IMPOSTA SULLE INSEGNE: NECESSARIA UNA PROROGA AL 30 APRILE
A chiederlo è la Confcommercio di Vicenza, che ha scritto una lettera ai Sindaci della provincia. Il comune di Vicenza e altri in provincia hanno già disposto il differimento del termine
Prorogare il termine ultimo per il pagamento dell’imposta comunale di pubblicità scaduto lo scorso 31 gennaio. A chiederlo a gran voce, con due successive lettere inviate a tutti i sindaci dei comuni della provincia, è l’Ascom di Vicenza. Ad auspicarlo è anche il Consorzio Anci-Cnc (punto di riferimento del comuni italiani sulla problematiche della fiscalità locale) che ha nei giorni scorsi fatto circolare una delibera tipo, già adottata da molte amministrazioni italiane, finalizzata proprio alla proroga dei termini di pagamento dell’imposta comunale sulla pubblicità.
I “guai” per gli operatori sono nati con l’abolizione dell’imposta sulle insegne pubblicitarie fino a 5 metri inserito nella Finanziaria 2002. Il provvedimento, atteso e giudicato positivamente, porta infatti con sé alcune problematiche non di poco conto. Per esempio, il fatto che l’imposta di pubblicità vada versata entro il 31 gennaio, anche se i Comuni, in base alla legge finanziaria, hanno facoltà di deliberare aumenti della stessa imposta entro il 28 febbraio. Risultato? I contribuenti non potranno mettersi l’anima in pace neppure dopo aver pagato: dovranno infatti tenersi informati su eventuali aumenti deliberati dai Comuni ed eventualmente provvedere ad integrare la cifra versata con un ulteriore pagamento.
Prevedendo la situazione caotica in cui gli operatori del settore si sarebbero venuti a trovare, la Confcommercio di Vicenza ha spedito, prima il 17 gennaio e poi il 6 febbraio, una lettera sottoponendo all’attenzione dei sindaci della provincia la necessità di deliberare con urgenza una congrua proroga (entro il 31 marzo o il 30 aprile) del termine per il versamento relativo al 2002.
L‘iniziativa dell’Ascom berica, a cui sono seguite altre prese di posizione in sede nazionale della Confcommercio, ha sortito l‘effetto sperato: attraverso la diffusione di una delibera-tipo di proroga, il Consorzio Anci-Cnc ha avallato la legittima richiesta dei commercianti di una proroga dei termini di pagamento al 30 aprile. Nel frattempo è stato anche attivato un tavolo di lavoro per sciogliere alcuni nodi irrisolti della nuova normativa.
Anche perché quello delle modalità di pagamento non è l’unico punto di domanda relativo al provvedimento. Un altro problema di interpretazione sorge rispetto all’articolo 10 della Legge Finanziaria 2002. “L’imposta – si legge - non è dovuta per le insegne di esercizio di attività commerciali e di produzione di beni o servizi che contraddistinguono la sede ove si svolge l’attività cui si riferiscono, di superficie complessiva fino a cinque metri quadrati”. Il dubbio, sollevato proprio dalla Confcommercio di Vicenza, è che la norma non stabilisce con precisione quale trattamento sarà riservato alle insegne singolarmente inferiori ai cinque metri, ma complessivamente superiori a questo limite. Non si sa insomma se due insegne, poniamo il caso, di quattro metri ciascuna, dovranno considerarsi entrambe esenti da imposta oppure se saranno interamente tassabili perché la superficie complessiva è di otto metri. Oppure ancora, se saranno tassabili i tre metri eccedenti i primi cinque.
Anche su questo aspetto sono state attivate tutte le azioni necessarie ad arrivare ad un chiarimento.
Quello che è certo, però, è che per avere risposte dagli organi competenti serve tempo. Diventa dunque sempre più urgente una proroga in materia, così come chiesto dalla Confcommercio. In tale direzione si sono prontamente mossi l’Amministrazione di Vicenza e altri Comuni, che hanno emanato il differimento del termine per il pagamento dell’imposta di pubblicità al 30 aprile 2002. Lo stesso, si auspica, facciano al più presto anche gli altri Comuni della provincia, così da evitare il rincorrersi di interpretazioni ufficiose che rischiano di ingenerare ulteriore confusione e disagio tra gli operatori del settore, già alle prese con tante altre scadenze fiscali.