martedì 15 gennaio 2002
VERDURA PREZZI PIU’ALTI, LA COLPA E’ DEL GELO
I commercianti lamentano un aumento dei prezzi delle forniture. Il direttore Ascom Andrea Gallo: “Nessuna speculazione, si tratta della naturale conseguenza ad una situazione metereologica eccezionale”
Aumenti normali giustificati da una situazione metereologica eccezionale. La Confcommercio di Vicenza spiega così i rincari dei prezzi della verdura registrati in questi ultimi giorni, che hanno avuto una notevole, quanto non sempre giustificata, cassa di risonanza nei mezzi di informazione. Non c’è stata insomma alcuna speculazione da parte dei commercianti del settore ortofrutticolo, che anzi rischiano di veder ridurre ulteriormente i loro margini di guadagno nel tentativo di rendere comunque “appetibili” i prezzi al consumatore, nonostante i rincari registrati nella fase della fornitura. “Con l’aumento dei prezzi delle verdure non c’entrano nulla gli arrotondamenti dell’euro. Non c’è alcun generalizzato tentativo di fare i furbi. – è il commento di Andrea Gallo, direttore della Confcommercio di Vicenza - Da una nostra indagine presso gli operatori risulta invece che il gelo eccezionale che sta attanagliando il nostro Paese oramai da tre mesi ha causato una sensibile contrazione produttiva. La domanda invece è rimasta invariata e questo ha necessariamente spinto i prezzi verso l’alto. Si tratta evidentemente di una situazione eccezionale, che secondo gli esperti non si registrava dal lontano 1985. Prima di fare processi sommari contro i commercianti, come avvenuto in alcuni casi per l’arrotondamento all’euro, vale forse la pena fermarsi e ragionare: che senso ha, infatti, che un commerciante alzi i prezzi proprio in un momento come questo, in cui i consumatori sono giustamente molto più attenti al fattore prezzo? Nessuno ovviamente, perché si tratterebbe di una politica controproducente. E’ chiaro dunque che i rincari sono motivati da ragioni di mercato, ossia dalla legge della domanda e dell’offerta, falsata però da una situazione metereologica del tutto particolare, che non ha colpito solo il Nord ma anche e soprattutto il Centro e il Sud, come dire “l’orto” del nostro Belpaese”. D’altronde non poteva essere altrimenti: un’ondata di gelo come quella registrata negli ultimi mesi non si vedeva da anni. Risultato? Prodotti come spinaci, catalogna, finocchi e in generale tutte le verdure coltivate all’esterno sono state letteralmente falcidiate dalle basse temperature. Gli stessi prodotti coltivati in serra hanno subito necessariamente degli adeguamenti verso l’alto nei prezzi e ciò a causa degli aumenti dei costi di esercizio per far fronte, anche in questo caso, al calo notevole delle temperature esterne.
“Fatture alla mano – spiega il direttore Gallo – i nostri operatori possono dimostrare che i prezzi sono aumentati alla fonte. Anzi, in alcuni casi sono stati costretti a diminuire i loro margini di guadagno al fine di proporre ai clienti prezzi quanto meno accettabili. Capisco che si voglia tenere sotto controllo la situazione prezzi, ma non è il caso di sparare nel mucchio. Chiunque può verificare, per esempio, che i prezzi della frutta non sono praticamente aumentati, e anche per quanto riguarda la verdura dobbiamo fare attenzione a non confondere prodotti di diversa qualità e quindi di prezzi diversi”.