L’ASCOM PROTESTA PER GLI “AVVISI BONARI” DELL’INPS
Sarà un autunno caldo quello che si prospetta per migliaia di assicurati Inps che si vedranno inviare dall’Istituto richieste di pagamento dei contributi previdenziali riguardanti le gestioni Dm, artigiani, commercianti, aziende e autonomi dell’area agricola. Con queste richieste, comunemente dette “avvisi bonari”, l’Inps richiederà ai debitori il pagamento dei crediti riferiti al 2000, in particolare la quarta rata 1999 e le prime tre rate 2000 dei contributi fissi, evitando così la successiva iscrizione a ruolo di dette somme. Il contribuente avrà tempo 30 giorni dal ricevimento dell’avviso bonario per pagare o far annullare il debito a suo carico in caso di non sussistenza dello stesso. Solo un mese dunque per poter contestare le richieste, che peraltro spesso saranno infondate. Numerosi sono i dati in possesso dell’Inps non ancora registrati ed i cui importi, non essendo memorizzati, saranno richiesti ingiustamente ai contribuenti. Questa situazione costringerà artigiani e commercianti a dover rendere conto all’Inps di debiti non esistenti con un aggravio di lavoro e un dispendio inutile di tempo che porterà solo a un nulla di fatto. Da tenere ben presente poi che negli avvisi bonari le sanzioni civili verranno conteggiate in due modi. Saranno applicate, per i crediti sorti dopo il 30 settembre 2000, le più favorevoli modalità di calcolo previste dalla Legge 388/2000; mentre per i crediti non ancora riscossi alla stessa data la quantificazione delle sanzioni è stata eseguita applicando la normativa precedente. Questo significa che il destinatario dell’avviso dovrà in primo luogo versare, entro 30 giorni, gli importi indicati comprensivi di pesanti quote di sanzioni e poi, solo in un successivo momento e con modalità impegnative e gravose, recuperare la differenza a credito. Insomma, l’ennesimo pasticcio! In una sua nota, la Confcommercio provinciale stigmatizza il ripetersi di operazioni gestite in siffatto modo a livello centrale, con evidente sottovalutazione o noncuranza del disagio e del danno causati ai contribuenti ed invita i soci a rivolgersi agli uffici provinciali e mandamentali dell’Associazione, che ha concordato con l’Inps provinciale particolari procedure per l’esame delle pratiche.