VENDERE COSE USATE NON E’ ANTIQUARIATO
Nr. 08 del 27/04/2001
Il presidente Bedin.”Il nuovo regolamento deve chiarire bene ruoli e figure
E adesso la parola passa ai Comuni. O meglio, l’azione di controllo per verificare e vi--gi-lare su eventuali abusi di chi si spaccia per antiquario. Il 10 aprile è stata pubblicata sul Bol-let-tino ufficiale della Re-gio--ne la legge “Norme in ma-te-ria di com-mer-cio ambu-lan-te” ap-prova--ta dal Consiglio Veneto il 28 febbraio. (Nel numero 5 del 9/3/2001 a pagina 3 abbia-mo pubblicato le parti della nor-ma-tiva più significative compreso l’arti-co-lo 9 sui mercatini dell’an-tiquariato e del collezionismo). Gli organismi regionali com--petenti sono al la-voro per definire, entro i 180 giorni previsti dalla legge, il regolamento attua-tivo. Proprio dal re-golamento gli antiquari si attendono maggior chiarezza e un’azione determinata da parte del-l’en-te pubblico contro abusi e concorrenza sleale.
Infatti permane la questione di alcune figure equivoche, i cosiddetti hobbisti che non es-sen-do veri commercianti e nep-pu-re antiquari, vendono nei mer-ca-tini mobili e oggetti vecchi di soffitta. Dice Mario Bedin presidente degli antiquari veneti di Confcommercio: “La legge prevede che questi hobbisti possano partecipare solo a sei merca-ti-ni in un an-no. Questa presen-za viene registrata attraverso un tesserino personale, sul quale il Comune dove si svolge la manifestazione segna con un timbro la presenza dell’hobbista”.
Perché siete preoccupati?
“Innanzitutto per i control-li da parte dei vigili urbani. Infatti è importante che la verifica e il timbro avvengano con tempestività e in maniera rigo-ro--sa. Saremo attenti e non mancheremo di segnalare even--tuali abusi o inadempienze”.
La seconda questione?
“Il secondo aspetto è di gran lunga più complesso - spiega Bedin - . Infatti il tesseri-no è personale ed è consen-tito a più membri dello stesso nucleo familiare di farne richie-sta. Noi chiediamo che il tesse-rino venga rilasciato per un solo nucleo fa-miliare per evitare che le stesse persone possano partecipare, con un familiare, a più mer-ca--tini. Questa scelta serve per salvaguardare la vera natura dell’hobbista”.
Quella dell’hobbista resta una figura un po’ atipica e difficile da definire?
“In effetti - risponde Bedin - siamo favo-revoli al fatto che uno si possa liberare di co-se vecchie e che possono avere degli ac-qui-renti. Quindi sei mer-ca-tini all’anno sono più che sufficienti per smaltire alcuni vecchi beni di famiglia. Non crediamo che uno possa avere una soffitta inesauribi-le. Quindi la stessa terminologia, a nostro avviso, deve esse-re modificata: non più hobbi-sti, ma venditori di cose usate, questo per ri--spet-to dei veri commercianti e degli anti-qua--ri”.
Basterebbe cambiare una parola...
“Chiarezza per chiarezza se un vendito-re di cose usate non ha nulla da nascon-de---re, allora non deve avere al-cun pro-blema a presentare al Co-mu--ne, per la richiesta del tesse-rino, un elenco com-ple-to delle cose usate che metterà in ven-dita durante l’anno. Questo è un altro aspetto sul quale ci batteremo molto in sede di re-go-la-men-to. E’ bene dire fin d’o-ra che non si tratta di aspetti secon-da-ri, ma di questioni fondamenta-li se veramen-te si vuo-le combattere l’a-busivi-smo e l’illegalità che si na-scon--do-no dietro que-ste zone d’ombra del-la normati-va. Dopo anni di concorrenza sleale chie-dia---mo che venga salvaguardata la professio-nalità dei veri anti-qua-ri che è soprattutto garan-zia per il cit-ta-dino-consuma-to-re. Chi ha oggetti vecchi da vendere non può spac-ciarsi au-to-ma-tica-mente per antiquario”.
Il ruolo dei comuni?
“Con profonda preoc-cu-pa-zione - sottolinea il presidente regionale degli antiquari aderenti alla Confcommercio, oltre l’80 per cento dell’intera categoria - registriamo nei Comuni una disinformazione impressionante. Quindi la prima cosa da fare è quella che venga preparato il personale chiamato poi a vigilare e far rispettare la normativa. Leggendo con attenzione tutta la legge sull’ambulantato e in particolare l’articolo 9 sulle norme che re-go-la-no l’hobbismo, appare chiaro che i compiti affidati ai Comuni sono molti. Si va dal rilascio del tesserino, alla vidi-ma-zione alla definizione degli spazi riservati a operatori pro-fes-sionisti e non professionisti, quindi alle azioni di vigilanza. Allora sarà fondamentale, per non fare un passo indietro ri-spet-to alla legge regionale, arri-vare a un regolamento che consenta ai Comuni di muoversi senza quei margini di eccessiva e ingiustificata discrezionalità che alla fine non potrà far altro che vanificare lo spirito e la sostanza della legge. Come categoria e come Confcommercio porteremo il nostro contributo
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