CAMBIAMENTO ATTESO NEI FATTI
Nr. 09 del 15/05/2001
Si è concluso con il successo della Casa delle Libertà il referendum-elezione 2001. Se i numeri saranno rispettati dagli uomini, cioè se i "voltagabbana" non saranno protagonisti, il Paese dovrebbe essersi garantito cinque anni di stabilità. Il 13 maggio è stato, altresì, il trionfo del bipolarismo, infatti al di fuori dei due grandi schieramenti non c'è stato spazio per i non allineati. Le esperienze dei vari Di Pietro e D'Antoni non hanno lasciato il segno, in tutti e due consacrano 3 senatori, gli stessi di Rifondazione, l'unico partito salvatosi dall'onda d'urto della coppia Berlusconi-Rutelli.
Ma quelle del 13 maggio sono pure state elezioni in cui si è affermato il centro, confermando che, come avvenne nel '94 per Berlusconi e nel '96 per Prodi, per vincere i due schieramenti debbono giocarsi il voto degli elettori più moderati, di chi non cerca avventure o esagerazioni. La vittoria del centro è evidente in entrambi i poli, basta confrontare il risultato di Forza Italia e della Margherita, il primo balzato a dimensioni toccate solo dalla Democrazia Cristiana, il secondo impostosi, ancor prima di essere partito, come seconda forza del Paese.
Il Veneto partecipa in modo pesante al successo del centrodestra, con una squadra di 16 senatori su diciassette eletti nell'uninominale e di 30 deputati su 37 investiti con lo stesso sistema. Con queste elezioni nella nostra Regione si è fatto più marcato il peso di Forza Italia (31,9%) rispetto al resto della coalizione.
La Lega sta di poco sopra il 10% e, se da una parte paga l'accordo di Arcore, dall'altra è pur vero che, se avesse corso da sola, avrebbe ottenuto un consenso maggiore, ma quasi certamente nessun parlamentare. Un Carroccio che, stanti le cose, non risulta determinante nei numeri a Roma: vedremo cosa si inventerà Bossi per ridare ossigeno alle sue truppe al di là della pallida devolution nei primi 100 giorni di governo.
Inizia quindi la sfida del Cavaliere e, ancor prima che Berlusconi faccia conoscere la squadra del suo Governo, le categorie economiche (compresi i grandi imprenditori che sette anni fa si erano schierati compatti contro l'avvento di Forza Italia e del suo "profeta"), gli hanno fatto conoscere le loro aspettative.
Per quanto riguarda la Confcommercio le priorità vanno: dalle infrastrutture, alle adeguate soluzioni per arginare la criminalità e per raggiungere la semplificazione fiscale. Ma gli operatori del terziario attendono altresì novità riguardo la riforma del "decreto Bersani" e le altre problematiche, come abusivismo, politica della grande distribuzione e programma per il turismo, che non hanno ottenuto adeguate risposte dalla precedente legislatura. Il voto del 13 maggio avrà dirette conseguenze anche sull'azione della Regione. Per la giunta Galan inizia una stagione più favorevole, più stimolante ma anche senza alibi, adesso a Roma come a Venezia c'è un governo dello stesso colore, e ciò che non verrà relizzato non potrà essere per colpa dei "romani".
Buon lavoro al Cavaliere e al suo esercito, per quanto ci riguarda conserveremo gelosamente copia del famoso contratto con i cittadini unilateralmente firmato da Berlusconi in diretta tv a poche ore dalle elezioni, pronti a sbandierarlo ai quattro venti, non fra 5 anni, ma eventualmente molto prima, se dovessimo intuire, confrontando il programma di governo dove sono indicati nel dettaglio obiettivi ma anche le scadenze nell'arco della legislatura, che le promesse rischiano di non essere mantenute.
Andrea Gallo
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