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Confcommercio Veneto Notizie

PER L’ESTATE 2001 SONO ATTESI 36 MILIONI DI TURISTI STRANIERI

Nr. 11 del 12/06/2001

Ciset, Ufficio Italiano Cambi e Doxa indicano gli scenari sui flussi futuri dei visitatori

Venezia da qualche stagione sta guidando la locomotiva dei dati e delle conoscenze su questo settore con Ciset (Università di Cà Foscari), Ufficio Italiano Cambi e Doxa e offre ogni sei mesi il quadro del comparto. Così i dati parlano di un aumento di arrivi di stranieri in Italia - per il 2001 - del 3,2 per cento (quota 35 milioni e 805 mila) e del 2,8 per il prossimo anno.
Si tratta di percentuali quasi uguali a quelle degli italiani che vanno all’estero: poco meno di 17 milioni e mezzo quest’anno e quasi 18 milioni il prossimo anno. La recente conferenza di Venezia anche stavolta è stata un’occasione importante per il sistema turismo, sempre alla ricerca di orientamenti, cifre e competenze.
Per quel che riguarda il turismo internazionale, l’indagine dell’Ufficio Italiano Cambi (150 mila interviste annuali) oltre al netto aumento delle presenze del 2000 ha messo in luce l’aumento delle spese dei viaggiatori stranieri: più 11,8 rispetto al 1999, per un totale di 57.832 miliardi di lire.
In rapporto al Pil le entrate hanno raggiunto il livello record del 2,6 per cento. Roma (11.166 miliardi, più 19,6 per cento), Milano (5.603, più 31,8), Venezia (4.345, più 15 per cento): un fiume di denaro che potrebbe però non arrivare più così facilmente. Un aumento dell’uno per cento dei prezzi italiani rispetto ai prezzi dei paesi di origine dei viaggiatori causerebbero una diminuzione di circa il 3 per cento delle entrate turistiche.
Per quel che riguarda la spesa giornaliera, in media un turista internazionale spende in Italia 160 mila lire al giorno, ma solo Lazio, Friuli Venezia Giulia e Lombardia hanno registrato valori superiori alla media nazionale. Veneto e Trentino sono sotto.
Le entrate valutarie sono concentrate in Lazio, Lombardia, Veneto e Toscana. Si tratta di un saldo positivo che supera i 4 mila miliardi nelle regioni del Lazio (effetto Giubileo assai evidente), Veneto e Toscana: in queste quattro regioni arriva più denaro turistico di quanto ne esca, come accade invece a Piemonte e Lombardia.
Tra le province più visitate troviamo Roma (17 per cento del totale), Venezia (11), Milano (10) e Verona (9). E quasi tutte ricevono un voto positivo dall’esperienza fatta dagli stranieri, come ha rilevato la Doxa (vedi riquadrato a parte). La durata dei soggiorni degli stranieri nel nostro Paese dura dagli 8,7 giorni dell’Emilia Romagna ai 6 del Friuli Venezia Giulia. In Veneto la quota è di 7,9 contro i 7,4 del Trentino Alto Adige. Sopra i dieci giorni in Italia Centrale e sotto i 7 in quella Nord Occidentale.
Molto sviluppato appare il settore congressi: sono stati 674 mila i viaggiatori congressuali nel 2000: un business che genera 1.140 miliardi di fatturato; le principali regioni di destinazione sono Lombardia (34 per cento), Lazio (24) e Veneto (12).
Gli italiani, si sa, sono un popolo di viaggiatori all’estero. Abbiamo speso nel 2000 il 5,7 per cento in più del 1999 (32.497 miliardi). Siamo tra i più spendaccioni al mondo: 132 mila lire ogni giorno (spese di trasporto escluse) lasciate in Usa, Francia, Germania, Paesi dell’Est (destinazione emergente), Portogallo, Egitto, Israele, Cina e Australia.
E in questi paesi ci stiamo anche bene perché in una scala da 1 a 10 l’esperienza fuori dei confini è votata 7,9, solo leggermente meno favorevole rispetto all’opinione che gli stranieri hanno sul viaggio in Italia: in media 8,3.
Il Ciset, come tradizione, guarda avanti e delinea gli scenari prossimi futuri: il 60 per cento delle partenze ( in crescita del 2,7 per cento) degli Italiani sarà diretto verso l’area mediterranea. E il 2002, anno nel quale si prevede un rafforzamento dell’Euro rispetto al dollaro, sarà un altro periodo di fuga da casa.
Infine, nel Veneto, le previsioni indicano un aumento di 20 milioni di presenze entro il 4-5 anni (oggi a quota 55 milioni); nello stesso periodo si avrà un aumento della stagionalità, mentre non mancheranno le riforme delle competenze territoriali e i finanziamenti ai consorzi di promozione.

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