LE NUOVE SFIDE DEL COMMERCIO ALL’INGROSSO
Nr. 13 del 10/07/2001
Un’indagine Ister – Istituto per il Terziario – rileva che il settore dà segni di stabilità e consolidamento
Non solo prezzi concorrenziali ma completezza e specializzazione dell’assortimento
Segna stabile il barometro che misura l’andamento del comparto ingrosso vicentino. Secondo un’indagine dell’Ister - l’Istituto per il terziario che fa capo alla Confcommercio provinciale - il settore ha mantenuto nei primi mesi di quest’anno le medesime posizioni del 2000, con lievi incrementi dovuti più che altro all’aumento dei prezzi di materie prime e merci. «Proprio questa dinamica, che rispecchia un andamento nazionale - è il primo commento di Sergio Rebecca, presidente della Confcommercio provinciale - va tenuta sotto controllo, al fine di evitare una catena di aumenti anche nella distribuzione al dettaglio, la cui conseguenza potrebbe essere una contrazione dei consumi. In ogni caso l’andamento stazionario del settore ingrosso va valutato positivamente: significa che questo comparto, che in passato è stato schiacciato tra il mondo della produzione e quello della grande distribuzione, ha saputo ritrovare una propria identità, ponendosi come anello essenziale nella catena distributiva».
Tornando all’indagine Ister su questo settore, che in provincia conta 3.445 aziende ed occupa quasi 11 mila addetti, da una prima analisi dei dati raccolti è emersa una leggera crescita, pari all’incirca al 5%, dei prezzi di fornitura e conseguentemente dei prezzi di vendita praticati dai grossisti. Il numero li- mi- tato di operatori che hanno espresso la volontà di intervenire sulle assunzioni si contrappone netta- mente alla consistente percentuale (quasi l’80%) di chi ha indirizzato la propria politica aziendale verso maggiori investimenti (attrezzature, Internet, ricerca di nuovi prodotti). Stazionari sono invece ri- sul- tati il volume del ma- gaz- zino (con oscillazioni tra il -10% e il +10%) e l’indice di concorrenzialità.
Più in particolare, andando a distinguere le tipologie di ingrosso in alimentare e non alimentare, si nota come nel primo caso si registri un andamento più contrastato, mentre nel secondo caso la situazione sia stazionaria o in leggero aumento. «Nel settore alimentare - afferma il presidente Rebecca - si registra in generale un problema di concorrenza con gli ipermercati e ciò anche a causa di una normativa sulle vendite sottocosto ambigua e penalizzante per il settore. Ci sono però anche segnali positivi, di grossisti che hanno raggiunto interessanti valori di crescita. In questi casi si tratta di operatori che hanno saputo selezionare la propria clientela, puntando su un dettaglio più efficiente, professionale e competitivo, in grado di porsi come valida alternativa alla grande distribuzione organizzata».
Ingrosso
alimentare
Rimanendo in tema di ingrosso alimentare, l’indagine Ister ha rilevato nella maggior parte dei casi un incremento delle entra- te, dovuto principalmente all’aumento del costo delle merci, che hanno risentito direttamente del trend della valuta americana.
Il settore della carne, nonostante le note dolenti relative ai prodotti interessati dalla crisi BSE, ha segnato un incremento delle entrate del 10%, trainata dall’accresciuto valore dei prodotti. Le previsioni relative all’ingrosso alimentare per i prossimi mesi del 2001 sono comunque positive.
Ingrosso
non alimentare
Per quanto riguarda l’ingrosso non alimentare, l’indagine Ister ha registrato una generalizzata situazione di stabilità, ad eccezione degli indicatori relativi ai prezzi. In aumento del 4-5% i listini degli articoli di installazione, del 5-10% i listini dei prodotti di ferramenta e del 2-3% quelli dei mobili. In controtendeza il comparto dei fiori e delle piante, che ha visto diminuire del 3% il valore della merce e dei listini. Bene il settore delle calzature, con un trend di crescita delle vendite vicino al 5%. Note positive vengono poi dagli operatori che lavorano con l’estero, che hanno riscontrato una significativo sviluppo del giro d’affari.
L’indagine Ister ha sondato anche le previsioni di crescita degli operatori del settore per i prossimi mesi del 2001, registrando una situazione generale di moderata fiducia. L’attesa è quella di un incremento medio del 2-3 per cento.
«Dopo un periodo critico durato alcuni anni, contraddistinto dalla comparsa sul mercato delle grandi strutture distributive - sottolinea il presidente Sergio Rebecca - l’ingrosso ha saputo ritagliarsi un proprio spazio e una propria peculiarità: conciliare le esigenze dei produttori - che hanno la possibilità di concentrare le proprie vendite su pochi clienti - e quelle dei dettaglianti, che possono ridurre il magazzino e quindi l’immobilizzo di capitali. Ora si tratta di consolidare queste posizioni attraverso un’organizzazione del lavoro più snella, magari utilizzando anche le nuove potenzialità offerte dal commercio elettronico, che può rappresentare una grande opportunità in termini di controllo dei flussi delle merci e di razionalizzazione dei processi distributivi. Se è vero che l’utilizzo delle vendite sottocosto ha a volte consentito agli ipermercati di proporre articoli con prezzi persino inferiori all’ingrosso - continua Rebecca - è altrettanto vero che la competitivi- tà del settore non si gioca più soltanto sul prezzo ma anche e soprattutto su altri fronti: la completezza e la specializzazione dell’assortimento, il corretto utilizzo dello strumento promozionale e il servizio. Sono queste le nuove sfide che attendono il settore dell’ingrosso in futuro. Si tratta di saperle cogliere con tempestività, mettendo in campo azioni efficaci di modernizzazione».
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