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Confcommercio Veneto Notizie

UN BRUTTO ESEMPIO PER IL VENETO

Nr. 16 del 28/09/2001


Il Sindaco Berlato Sella, intervenendo in Consiglio Comunale sul tema del riconoscimento di «Città d’Arte» a Schio, risolve ogni dubbio in materia chiarendo che il presidente dell’Ascom mandamentale di Schio ..... «non conosce la città» (sic!) e che l’Ascom di Schio poteva decidere da sola, senza demandare il parere alla Confcommercio provinciale.
Peccato che, per quest’ultimo aspetto, la legge dica esattamente il contrario; e che le trasformazioni epocali in materia di flussi turistici a Schio li abbia visti solo lui.
La presidente della Provincia Dal Lago scrive ai giornali «per far chiarezza», la storia della normativa inerente il riconoscimento della qualifica di «Città d’Arte» ai fini della possibilità di derogare all’obbligo della chiusura festiva.
Quasi tutto esatto, salvo l’appropriarsi in esclusiva del merito di aver risolto il problema dei comuni a cavallo dei 600 metri di altitudine e il glissare anche lei su un problema politico di fondo, che, per il dovuto rispetto all’intelligenza della professoressa Dal Lago, non possiamo pensare le sia sfuggito, come non può essere sfuggito al Sindaco di Schio.
In breve, la situazione.
Per l’Ascom, da sempre, le aperture dei negozi nei giorni festivi devono essere rare eccezioni dovute ad obiettive esigenze di fornire un servizio necessario ed opportuno per eccezionali flussi di clientela, a maggior ragione mentre tutti gli altri servizi al cittadino, quali asili, uffici comunali, trasporti, istituti di credito etc.., mantengono i tradizionali orari festivi.
Il popolo italiano, col referendum del ‘95, accogliendo anche le indicazioni di varie forze politiche, tra le quali la Lega ed il PPI, si espresse inequivocabilmente in tal senso.
Una recente indagine CIRM rileva che l’81% della popolazione non è interessata allo shopping domenicale.
Varie occasioni di confronto su tale tema hanno sempre visto concordi gli interlocutori politici, ivi compresi la professoressa Dal Lago e l’Ing. Berlato Sella, sull’opportunità di tutelare il riposo festivo di titolari e dipendenti e di evitare che protagonismi a buon mercato degli amministratori inducessero aperture festive a macchia di leopardo, evitando anche disagio e confusione per gli operatori come per i consumatori e tutelando così il permanere di diverse tipologie di offerta, dal negozio tradizionale allo specializzato, dall’ambulante alla grande distribuzione, al supermercato di quartiere.
Ebbene, che ne è stato di tutte queste belle considerazioni nel pratico operare dell’Ing. Berlato Sella e della professoressa Dal Lago?
Evidentemente il primo ha pensato solo ad un possibile (e del tutto ipotetico) primato di Schio rispetto ai comuni più significativi dell’area dell’Alto Vicentino (dimenticando le proprie stesse profferte di collaborazione e sinergia manifestate ad ogni piè sospinto ai colleghi sindaci); la seconda innalza (non si capisce quanto a proposito) la bandiera dell’autonomia degli enti locali, auspicando, evidentemente, che i 121 comuni della provincia abbiano mano libera nel deliberare ognuno per proprio conto in materia, senza preoccuparsi dei bei risultati che sarebbe facile prevedere con siffatta soluzione.
Ora la Provincia può modificare, come richiesto dall’Associazione, i criteri di applicazione della normativa regionale.
Speriamo che le incongruenze di quest’anno non si ripetano.
Andrea Gallo
Direttore Ascom Vicenza

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