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Confcommercio Veneto Notizie

PILLOLE CONTRO IL MAL D’EURO

Nr. 21 del 20/11/2001

Alcuni consigli e suggerimenti per evitare disagi e panico di cambio
Non bisogna avere fretta di sostituire le monete: c’è tempo fino al 28 febbraio

Tutti pronti? Avete prenotato i kit di monete in euro, aperto i conti correnti bancari nella nuova valuta, adottato sistemi di pagamento alternativi ai contanti, come il bancomat e la carta di credito, adeguato i registratori di cassa ed i sistemi informatici, addestrato il personale facendolo partecipare ai corsi di formazione e di aggiornamento sulla moneta unica?
L’attività di preparazione del mondo vicentino del commercio e della somministra-zione si è fatta frenetica dopo l’estate. Lo rileva l’Ister - l’Istituto per il Terziario della Confcommercio berica - che ha reso noti i risultati della seconda indagine svolta sul grado di adeguamento all’euro delle imprese, decisamente migliorato rispetto a quanto accertato prima del periodo estivo.
Tra i settori nei quali è stato apportato il maggior numero di modifiche, attrezzando l’area per il passaggio all’euro, senza dubbio ci sono quello amministrativo (passato dal 53 al 75 per cento), il finanziario (dal 37 al 61 per cento), il commerciale (dal 53 al 77 per cento), l’organizzativo (dal 53 al 77 per cento), quello della formazione del personale (dal 41 al 63 per cento) e l’area informatica (balzata dal 41 al 65 per cento).
La maggior parte del lavoro di preparazione sembra essere dunque quasi concluso. Restano le ultime raccomandazioni, le ultime «pillole» per gestire con tranquillità il quotidiano rapporto con la clientela e ricoprire con autorevolezza quel ruolo di trincea che l’Unione europea ha affidato agli operatori commerciali e turistici.
Pillola n°1: Ricordare alla clientela che il passaggio dalla lira all’euro si svolgerà in due mesi. E non in due giorni come alcuni messaggi sui media lasciano intendere («…bisogna cambiare le lire…», «…dal primo gennaio euro in tutte le tasche…»). La sostituzione delle lire avverrà progressivamente nel periodo compreso tra il 1° gennaio ed il 28 febbraio 2002. Ciò comporterà che pochi operatori commerciali avranno un fondo cassa sufficientemente ampio per garantire il resto in euro già dai primi giorni di gennaio, né affronteranno volentieri procedure di cassa che alternino resti in lire a resti in euro, oppure - caso micidiale - resti misti lire+euro. Per cui sarà necessario:
a) avvisare la clientela che nei primi giorni di gennaio il resto sarà ancora prevalentemente in lire;
b) costituire via via un fondo cassa in euro adeguato e monitorare la valuta prevalentemente usata dal cliente;
c) iniziare a dare il resto in euro quando la situazione garantirà il massimo controllo della gestione degli incassi.
Pillola n°2: Avere ben chiare le caratteristiche antifalsificazione della nuova moneta.
Gli euro sono molto sofisticati negli elementi di riconoscibilità che li identificano e differenziano dai tentativi di imitazione. Si va dal particolare tipo di filigrana alla sottile linea scura che attraversa tutti i tagli di denaro in senso verticale, dalla striscia o placchetta olografica raffigurante il simbolo dell’euro e il suo valore nominale alla stampa di alcune zone in rilevo oppure all’importo in colore cangiante secondo l’inclinazione della banconota.
Alcune zone, poi, diventano fluorescenti sotto la luce ultravioletta. Sarà sufficiente, dunque, seguire le raccomandazioni della Banca Centrale Europea e toccare, guardare e muovere gli euro per individuare le tre-quattro caratteristiche di riconoscibilità più evidenti e poter stare tranquilli: tanto il commerciante quanto il cliente.
Pillola n°3: Definire strategie di prezzo che non generino confusione
Aumenteranno o no i prezzi a causa del passaggio all’euro? Questo è il tormentone che ci accompagna ormai da alcuni mesi e che rischia, sulla base di un equivoco di fondo, di mettere le imprese sulla graticola. L’equivoco è ritenere che i prezzi possano essere bloccati. Così non è e non deve essere, in un’economia di libera concorrenza qual è quella in cui viviamo. Se un operatore decide di modificare i propri prezzi ne risponde al cliente, del quale deve guadagnarsi ogni giorno la fiducia. Lo si fa con le lire, lo si continuerà a fare con gli euro.
Più opportuno è ricordare che le conversioni e gli arrotondamenti dei prezzi dovranno seguire le procedure (appunto definite di «conversione ed arrotondamento») previste dalle leggi che regolano queste operazioni ed impegnarsi per applicarle con precisione. L’adesione a protocolli volontari - come il raccomandatissimo «Eurologo» - prevede in estrema sintesi proprio un impegno di trasparenza (esporre il doppio prezzo) e diligenza (corretta esecuzione dei calcoli): aderire può essere una buona idea se non comporta un aggravio eccessivo nella gestione ed esposizione del prezzo.

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