BILLE’ INTERVIENE ALLA BIT
Nr. 04 del 26/02/2002
“Meno pressione fiscale per rilanciare il turismo”
Intervenendo alla Bit (Borsa Internazionale del Turismo), la più importante manifestazione italiana di promozione turistica, il presidente nazionale di Confcommercio Sergio Billè ha riproposto un problema che continua a pesare in misura notevole sul Turismo. Un comparto che avrebbe bisogno di incentivi oltre che di grosse iniezioni di fiducia per venire fuori da una crisi che i drammatici fatti dell’11 set-tem-bre hanno reso ancora più evidente e attuale.
«Fino a quando le imprese turistiche saranno sottoposte ad una pressione fiscale che tra imposte dirette, indirette e oneri impropri raggiunge e spesso addirittura supera il 50% sarà difficile, direi improbabile - ha dichiarato Billè - che il turismo nazionale possa strutturarsi in modo da affrontare quanto meno ad armi pari con tutti la competizione mondiale che ormai si è aperta».
Insomma le «super-tasse» all’italiana, una sorta di record negativo all’interno dell’Europa, continuano a provocare effetti negativi sulle imprese, ed è un handicap che frena il rilancio dell’economia: «Se non si cambia - ha continuato Billè - rischiamo di affossare un settore che invece può diventare l’asso nella manica della nostra economia. Solo diminuendo gli eccessivi carichi che gravano sulle imprese potrà ripartire una sfida in cui la concorrenza internazionale è quanto mai forte e agguerrita «.
Le imprese turistiche - questo il Billè- pensiero - hanno bisogno di un po’ di fiato per riprendere la corsa e per rimettersi davvero dagli effetti causati dal crollo delle Twin Towers e dal crollo del turismo giapponese. Ciò non toglie che il settore continui a manifestare una fragilità dovuta a una serie di ormai annose debolezze strutturali. Si tratta di nodi che, se non risolti, rischiano di penalizzarne chissà per quanto tempo lo sviluppo. Quello, cioè, che potrebbe diventare il pilastro dell’economia per i prossimi decenni, ora come ora appare d’argilla. «Basterebbero forse altri tre o quattro forti scrolloni del tipo di quello prodotto dagli attentati dell’11 settembre per minarne seriamente la stabilità o per ridurlo addirittura in briciole».
Questa pericolosa situazione, secondo il presidente di Confturismo, dipende soprattutto dalla «grave, perdurante e generalizzata carenza di infrastrutture che costringe l’operatore turistico a caricarsi di oneri e responsabilità che, invece, dovrebbero competere in toto, allo Stato. E se le cose dovessero restare così - ha osservato - il nostro turismo continuerà a procedere su binari a scartamento ridotto e a rischiare il peggio».
«Con il nuovo governo - ha aggiunto Billè - qualcosa si sta muovendo, anche se non è stato ancora messo a punto un vero e organico piano di intervento, in cui siano previsti gli investimenti per far fronte a tutti i guai infrastrutturali e si affrontino problemi come quello, ad esempio, dell’informatizzazione del sistema. Oltre tutto - ha affermato - non è stata messa a fuoco una filiera degli interventi di promozione».
Per far riflettere - questa la conclusione di Billè - basti l’esempio del Mezzogiorno, «la cenerentola del turismo italiano», o ancora più eloquente è la situazione di Pompei: tre milioni di turisti nel 2001, ma solo 600 posti letto con un volume di affari complessivo che non supera i 50 milioni di euro e sole 750 persone occupate nel settore del turismo. A Lourdes, tanto per fare un confronto, i posti letto sono 24 mila con ben 12 mila occupati e un volume di affari che supera il miliardo di euro.
C’è, dunque, bisogno di impegno, e il sottosegretario al Ministero delle attività produttive Giuseppe Galati lo ha confermato alla cerimonia inaugurale di questa Bit 2002, un’edizione che sul fronte dei numeri ha segnato il record storico della rassegna (una superficie espositiva di 140 mila metri quadrati e 4500 espositori in rappresentanza di 148 Paesi, 17 dei quali presenti per la prima volta). «Il turismo - ha detto - è un settore fondamentale per lo sviluppo del Paese. Il Governo è impegnato a dare il suo contributo per favorire e consolidare quella ripresa che in molti prevedono a partire dal secondo semestre del 2002». I primi passi sono già stati fatti, a partire dall’accordo raggiunto in sede di Conferenza Stato-Regioni lo scorso 14 febbraio che prevede l’istituzione di un tavolo permanente di coordinamento del settore e che porterà allo «sblocco» dei fondi previsti dalla legge quadro. Il decreto ministeriale, infatti, è già pronto. Restano soltanto da definire gli stanziamenti per alcune Regioni.
Galati ha pure indicato quelle che saranno le linee di intervento del Governo. Tre gli obiettivi principali: il completamento del quadro normativo del settore, il rafforzamento della promozione con l’attribuzione all’Enit di un ruolo più incisivo, e l’incentivazione degli investimenti privati tramite una politica del credito più incisiva».
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