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Confcommercio Veneto Notizie

INQUINAMENTO, SOLUZIONI IMPROROGABILI

Nr. 04 del 26/02/2002

Le poveri sottili rappresentano un grave pericolo per la salute. Le sperimentazioni serviranno per individuare rimedi più efficaci
Sergio Rebecca: “Per i commercianti è un disagio pesante, ma ci auguriamo che possa essere utile”


Quali soluzioni per combattere l’inquinamento atmosferico da polveri sottili? Se lo sta chiedendo in queste settimane il Co-mune di Vicenza; se lo stanno chiedendo le associa-zioni di categoria, tra cui la Confcommercio; se lo stanno anche chiedendo, ovviamente, i tanti operatori economici e i tanti citta-dini alle prese con i disagi provocati dai provvedimen-ti di limitazione del traffico, tra cui le targhe alterne.
Una risposta certa per ora non c’è, ed è per questo che l’amministrazione cittadina sta procedendo con i piedi di piombo, puntando inizialmente su una serie di sperimentazioni, più che su provvedimenti massicci e ultimativi.

Polveri sottili
un pericolo reale
per la salute

Di certo, per ora c’è solo una cosa: le polveri sottili, che sono poi la causa principale dei blocchi del traffico che stiamo vivendo, se superano una certa soglia di guardia possono provocare gravi danni alla salute. E i dati di rilevazione raccolti dalle centraline installate in città non sono certo rassicuranti, visto che in una quindicina di giorni di rilevazioni la soglia di guardia è stata quasi sempre superata.
Ma andiamo con ordine e vediamo prima di tutto perché si è arrivati al provvedimento di circolazione a targhe alterne che interessa la città di Vicenza da martedì 26 febbraio a venerdì 1. marzo e da giovedì 7 marzo a domenica 10 marzo.
Il problema, come si è detto, ha un nome ben preciso: polveri sottili, tecnicamente PM10. Questo tipo di particelle sono di piccolissima dimensione, tanto che possono rimanere sospese nell’aria per circa 12 ore.
Ma l’aspetto più preoccupante è che queste polveri inalabili sono in grado di penetrare nel tratto superiore dell’apparato respiratorio (dal naso alla laringe) diventando un pericolo per la salute umana. «Un’esposizione di breve periodo a polveri PM10 - si legge nel sito istituzionale dell’Arpav (Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione Ambientale del Veneto) - può irritare i polmoni e causare broncocostrizione, tosse, mancanza di respiro. Le sostanze che si dissolvono dal materiale particellare possono causare danni alle cellule. Un’esposizione di lungo periodo a basse concentrazioni può indurre il cancro».
Chiaro dunque che il Sindaco di Vicenza, come responsabile della salute pubblica, abbia deciso di intervenire, anche perché esistono precise norme in materia. Il Decreto del Ministero dell’Ambiente del 25 novembre 1994 stabilisce che la concentrazione media annuale rilevata in tre differenti siti di monitoraggio, presenti nell’ambito urbano, non debba superare l’obiettivo di qualità pari a 40 mg/m3. Una direttiva europea, non ancora recepita in Italia, stabilisce invece che si debba intervenire quando il livello di PM10 nell’aria superi per 35 giornate all’anno i 65 mg/m3.

Il Comune
sta sperimentando
diverse soluzioni

Considerato che il Comune di Vicenza ha iniziato il monitoraggio il primo febbraio di quest’anno, è chiaro che l’amministrazione ha tempo fino a 31 gennaio 2003 per intervenire. Dunque i provvedimenti presi fin qui sono forse prematuri? Non proprio, se pensiamo che un problema di questa portata ha bisogno di interventi tanto radicali quanto efficaci, ma soprattutto testati. In questo senso l’orientamento dell’amministrazione comunale sembra quello di sperimentare una serie di azioni per capire quali iniziative siano più efficaci per l’abbattimento delle polveri. E le targhe alterne, che incidono ovviamente sul traffico veicolare, è una di queste.

Bisogna identificare
tutte le cause
dell’inquinamento

Bisognerà ora capire se e quanto il traffico incida sul livello delle polveri che, secondo gli esperti, possono derivare anche da altre fonti. E’ il caso de processi di combustione di carbone ed oli (centrali termoelettriche, riscaldamenti civili) o di alcuni processi industriali (cementifici, fonderie o altro).
Non va inoltre sottovalutato il fatto che gli inquinanti emessi da camini di altezza elevata possono essere trasportati dagli agenti metereologici anche a grandi distanze. Così può succedere che un certo inquinamento «di fondo» possa in realtà provenire da un’industria situata anche a chilometri di distanza del centro abitato. Le soluzioni da studiare per risolvere il problema inquinamento a Vicenza, dunque, dipendono dai risultati delle continue rilevazioni e di alcune sperimentazioni, che dovranno chiarire le fonti principali da cui provengono le polveri sottili e come si può intervenire per tenerle sotto i livelli di guardia.
Sergio Rebecca:
«Per noi un disagio
speriamo che serva»

«Speriamo almeno - è il commento del presidente della Confcommercio di Vicenza Sergio Rebecca - che queste sperimentazioni sortiscano l’effetto sperato, servano cioè a far capire ai tecnici qual è l’effettiva incidenza del traffico sull’inquinamento da polveri. Non dobbiamo sottostimare, infatti, altre ulteriori fonti, come il riscaldamento delle abitazioni o gli scarichi industriali, che sicuramente incidono sugli alti livelli di inquinamento registrati dalle centraline».
«Non va certo sotto- valu-tato - continua Rebecca - il disagio che questo tipo di provvedimenti causa all’intero settore del commercio cittadino: la difficoltà a raggiungere il centro e il minor passaggio di auto nelle aree interessate dalle targhe alterne rappresentano sicuramente un danno per tanti operatori della zona. A questo dobbiamo somma- re i disagi per chi deve approvvigionarsi di beni deperibili, accedere ai mercati am-bulanti, consegnare merci verso l’esterno della zona a traffico ridotto e così via. Ma certo non possiamo nem-meno ignorare che questo tipo di inquinamento possa causare gravi problemi alla salute e quindi che in qualche mo-do si debba intervenire».

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