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Confcommercio Veneto Notizie

I PROTAGONISTI DEL MERCATO E GLI SCENARI PER GLI ANNI 2000

Nr. 06 del 26/03/2002

Se ne è discusso a Cernobbio nel corso di un Forum organizzato da Confcommercio e la società Ambrosetti
Prioritario il rilancio dei consumi attraverso una politica a favore delle famiglie

La sicurezza nell’economia e nella politica internazionale, gli scenari e le prospettive della globalizzazione dei mercati, l’euro nei sistemi d’impresa e nelle relazioni economiche internazionali: sono stati questi i temi portanti della quarta edizione del Forum «I protagonisti del mercato e gli scenari per gli anni 2000», organizzato da Confcommercio, in collaborazione con Ambrosetti, storica società di consulenza direzionale, e svoltosi dal 15 al 17 marzo a Villa d’Este a Cernobbio.
Durante i tre giorni del Forum imprenditori, economisti, policy makers e opinion makers hanno discusso sui grandi temi dell’economia e dei mercati, con specifica attenzione all’evoluzione degli scenari internazionali e alle prospettive e alle dinamiche del terziario. Di fronte ad una nutrita platea di addetti ai lavori la Confcommercio ha posto l’accento sulla critica situazione dei consumi. La ricetta proposta è stata quella di ricostituire il potere d’acquisto delle famiglie.
Il grande protagonista della tre giorni di Cernobbio è stato però lo Statuto dei Lavoratori ed in particolare il dibattito sulle modifiche all’articolo 18. Anche perché tra i partecipanti al Forum c’erano alcuni dei protagonisti «pro» e «contro» la riforma: Savino Pezzotta (Segretario Generale Cisl) e Luigi Angeletti (Segretario Generale Uil), Piero Fassino (Segretario Ds), e per il Governo Antonio Marzano (Ministro per le Attività Produttive), Lucio Stanca (Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie), Vito Tanzi (Sottosegretario per l’Economia e le Finanze) e soprattutto il ministro del Welfare Roberto Maroni.
E proprio il ministro Maroni ha detto nel corso del Forum che «ci sono temi su cui non si può aspettare. Ci sono milioni di disoccupati che non hanno il problema dell’articolo 18, ma quello di comprarsi la pagnotta. Bisogna mettere mano alla riforma degli ammortizzatori sociali, alla riforma del collocamento, alla formazione continua, alla riforma del part-time. Su questi temi - ha aggiunto il ministro - le parti sociali credo debbano responsabilmente venire a discutere».
A conclusione dei lavori il presidente di Confcommercio Sergio Billè ha voluto evidenziare come sia importante rilanciare i consumi e dare il via ad un cambiamento effettivo. «Non può esserci un cambiamento a somma zero - ha affermato - che lasci inalterate le posizioni acquisite». Il presidente nazionale di Confcommercio ha poi invitato il governo a fare le riforme ma ad evitare che «il Paese le viva in maniera sofferta». Si è quindi soffermato su alcuni punti specifici: federalismo, ed Irap. Sul federalismo, Billé ha evidenziato come allo stato attuale delle cose la «devolution» stia costando di più alle imprese, che si trovano a pagare, oltre alle tasse «centrali», tariffe e imposte locali particolarmente elevate». Sull’Irap si è detto preoccupato per come si stiano trovando delle forti resistenze a modifiche a favore delle piccole imprese.

FUTURO DELL’ECONOMIA: A FEBBRAIO GLI OTTIMISTI SUPERANO I PESSIMISTI
E’ il dato più rilevante della ricerca Ispo presentata al Forum

Nel febbraio scorso, per la prima volta dopo il tragico settembre 2001, gli italiani ottimisti sul futuro dell’economia hanno superato i pessimisti. E’ il dato più rilevante che scaturisce dalla ricerca «L’atteggiamento degli italiani verso il futuro delle della società», realizzata tra il 16 e il 18 f ebbraio dall’Ispo su un campione di 5.183 italiani e presentata dal professor Renato Mannheimer in apertura del Forum di Cernobbio.
Per quanto riguarda la percezione dei nostri connazionali sull’evoluzione della situazione economica nei prossimi mesi, il 23,8% ha dichiarato di aspettarsi una ripresa contro il 19,7% di chi si attende un peggioramento ed il 41,5% di quanti prevedono una situazione stazionaria. A vedere «rosa» sono soprattutto i trentenni (27,3%), i laureati (26,7%), chi lavora in proprio (31,2%) e gli abitanti del Nord-Est (27,6%). Il medesimo trend si registra sulla domanda «Come pensa che sarà la situazione economica della sua famiglia tra un anno?». A febbraio, infatti, aumenta la quota di chi vede un miglioramento (21,9% contro il 21,1% di gennaio), mentre il 12,1% vede un peggioramento ed il 46,9% una stasi.
In senso generale, il «termometro» Ispo degli atteggiamenti verso il futuro dell’economia si è fermato nel mese scorso a quota 45 contro il 40 di gennaio ed il 37 del tragico settembre 2001.

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