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Confcommercio Veneto Notizie

NEI BAR SI CONTINUERA’ A FUMARE

Nr. 06 del 26/03/2002

La Camera rigetta una proposta del ministro Sirchia
La Fipe aveva comunque contestato l’ipotesi di legge

Restano come erano le disposizioni dettate dall’art.52 della Finanziaria sul divieto di fumo a partire dall’1 gennaio di quest’anno. Niente alt (almeno per il momento) ai fumatori all’interno del pubblici esercizi: ristoranti e bar non sono ancora luoghi tabù per le sigarette accese.
Non è andata in porto una iniziativa del ministro della Salute Sirchia, che aveva presentato alla Camera un emendamento collegato alla Finanziaria per estendere il divieto di fumo a tutti i luoghi diversi da quelli adibiti esclusivamente ad uso privato, e quindi anche ai pubblici esercizi, fatte salve alcune «zone franche» da individuare in appositi spazi per fumatori attrezzati con sistemi di aspirazione. La proposta del ministro è stata infatti rigettata in quanto giudicata «inammissibile». E questo perché la materia è stata ritenuta estranea al disegno di legge che riguarda da una parte la razionalizzazione e la semplificazione dell’attività amministrativa e dall’altra l’organizzazione della pubblica amministrazione per migliorarne l’efficienza e l’economicità di gestione.
In una nota diffusa dopo la bocciatura avuta a Montecitorio, Sirchia ha comunque annunciato che il Governo ripresenterà al più presto l’iniziativa «in altra sede competente».
In ogni caso la Fipe, la Federazione italiana pubblici esercizi, aveva contestato l’ipotesi di legge del ministro per la mancanza di alcuni elementi pregiudiziali: in particolare, i tempi previsti per l’adeguamento sono inferiori alle aspettative, mancano gli incentivi economici per creare impianti di aerazione e sale apposite, mentre la percentuale di spazio da riservare alle zone fumatori individuata nel 30 per cento della superficie dei locali appare largamente insufficiente e tale da impedire di fatto il fumo negli esercizi più piccoli o di dimensioni minime. Fra l’alto, sostiene ancora la Fipe, il riferimento della norma anche ai circoli privati potrebbe creare interpretazioni controverse e di comodo.

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