UN’EUROSBORNIA NON ANCORA SMALTITA
Nr. 06 del 26/03/2002
L’arrivo dell’euro non ha causato i guai che qualcuno profetizzava, grazie anche al responsabile comportamento di commercianti e consumatori
Ma ora qualcuno se la prende con le monetine da 1 e 2 centesimi ….
di Marcello Romani*
L’avvento dell’Euro mi ha fatto venire il nervoso, non per la moneta in sé che, anzi, mi è piaciuta e mi rimane simpatica; ma per tutto il cancan che ha preceduto e, inizialmente, accompagnato la sua introduzione.
E’ stata montata, infatti, una indecorosa gazzarra sugli «arrotondamenti» e sulle speculazioni che soprattutto i commercianti e gli esercenti avrebbero» sicuramente» messo in atto approfittando della buona fede dei consumatori considerati, evidentemente, tutti cretini; invece non è successo niente di sconvolgente: i consumatori non sono cretini e i commercianti non sono disonesti e, anzi, va detto che la collaborazione è stata la nota più importante e significativa di questo periodo. Ho visto personalmente, in luoghi diversi, persone - non solo anziane - che davano un «pizzico» di monetine ai commercianti con l’aria fiduciosa di chi dice «fai tu» e l’esercente dare immancabilmente il resto giusto e utili spiegazioni, con tanta sincera pazienza e, mi verrebbe da dire, con affetto; sono essenzialmente i commercianti che hanno permesso l’atterraggio morbido dell’euro, che senza la loro disponibilità saremmo ancora a «caro babbo». Tutto ciò con buona pace del terrorismo psicologico sparso a piene mani da questi ... (n)eurolabili professionisti del sospetto e del lamento; erano così infondate le loro preoccupazioni che oggi - anziché la vecchia, cara lira, sembra «scomparso» proprio ... l’euro, nel senso che già non se ne parla più perché, ormai, è entrato nelle nostre abitudini quotidiane.
Deve essere per questo motivo che, in mancanza di argomenti più seri, si sta sollevando un polverone nei confronti delle monetine da uno e due centesimi di euro che qualcuno pensa che vadano abolite: perché? Perché valgono «solo» circa venti e quaranta lire? Il cent del dollaro vale circa ventuno lire, eppure a nessun americano viene in mente di abolirlo; il fatto è che bisogna smettere di «pensare in lire», bisogna abituarsi a «pensare in euro»: se un oggetto costa, per esempio, 27 euro e 63 centesimi, quello è il prezzo a prescindere dal valore in lire (che non ci sono più e, quindi, è inutile farci continuamente il conto); se prima il valore di riferimento erano centomila lire, oggi sono cinquanta euro e amen. [...]
Piuttosto, cominciano a circolare banconote false (la prima in assoluto è stata una da cento euro spacciata, con successo, a Siena ...); stiamo attenti, quindi, perché le fregature sono in agguato e, forse, vale la pena di «studiare» bene i nuovi soldi per imparare a conoscerli e, magari, munirsi delle apposite macchinette a raggi ultravioletti; ma è opportuno fare attenzione ad un altro aspetto troppo sottovalutato o, forse, non conosciuto: le banche non accetteranno banconote scarabocchiate, neanche se sono segnate con un semplice numero. Occhio, quindi, non scriveteci sopra, ma - soprattutto - non accettatele: costituirebbero una perdita secca. A proposito, la scadenza per cambiare le lire presso le banche, senza nessun costo, è stata prorogata al 30 giugno di quest’anno.
Intanto, però, si cominciano a vedere alcuni degli aspetti positivi dell’introduzione dell’Euro nei Paesi della Comunità Europea: è quasi emozionante rendersi conto che fare la spesa a Parigi o a Barcellona - prezzi e lingua a parte è come farla a Napoli o a Trento, dato che si usano gli stessi soldi e i confronti sono immediati e facili!
Un’ultima cosa, lo sapevate che il settimanale greco «Athens News» ha definito la nostra moneta da un euro - che riproduce nel recto l’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci - la più bella di tutte? Bè, ora che lo sapete sarete sicuramente più tranquilli e vi addormenterete contenti.
Buon Euro a tutti.
* direttore
dell’Ascom di Grosseto
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