IL SALE CHE FA BENE
Nr. 13 del 09/07/2002
Una campagna regionale per la profilassi della carenza iodica
Presto al via una iniziativa di informazione ai cittadini che coinvolgerà esercizi commerciali e operatori sanitari
Prenderà il via a breve la campagna regionale di informazione sui benefici legati all’utilizzo del sale iodato, che prevede un coinvolgimento diretto degli esercizi commerciali e degli operatori sanitari, in particolare dei Medici e dei Pediatri di base. Questi ultimi informeranno la popolazione sui vantaggi per la salute legati all’utilizzo del sale arricchito di iodio al posto del comune sale marino; i negozi e i supermercati si impegneranno a esporre in modo ben visibile il prodotto e il materiale informativo legato a tale campagna di social-marketing, che ha per obiettivo l’incremento del consumo di sale iodato. Il messaggio per tutti sarà quello di invitare a cambiare le abitudini tenendo conto che un corretto comportamento alimentare prevede di «consumare poco sale (per le note correlazioni con la pressione alta e le malattie cardio-vascolari correlate) e, in cucina e a tavola, solo sale arricchito con iodio».
Lo scopo dell’iniziativa è di sconfigere i disturbi dell’individuo legati alla carenza di questo minerale nella dieta quotidiana. Infatti, uno dei metodi più semplici ed efficaci per assicurare all’organismo la giusta quantità giornaliera di iodio è appunto quello di sostituire il comune sale con il sale iodato. Questo minerale consente alla tiroide, la ghiandola situata nella parte anteriore del collo, di produrre gli ormoni che regolano alcune importanti funzioni dell’organismo: il metabolismo, la crescita, la salute dello scheletro, lo sviluppo sessuale. Se l’apporto di iodio è inferiore al necessario, la produzione di questi ormoni tende a diminuire. La tiroide inizia allora a «lavorare» più intensamente e si ingrossa. Così compare il cosiddetto gozzo, che può raggiungere notevoli dimensioni. E se non si corre ai ripari, la ghiandola resta danneggiata in modo permanente.
Per questo diventa importante introdurre quotidianamente nell’organismo la giusta quantità di iodio e una valida soluzione è, appunto, l’utilizzo di sale iodato. Tale prodotto non altera assolutamente il sapore degli alimenti e non ha controindicazioni, nemmeno in caso di uso prolungato, poiché l’organismo è capace di mantenere costante la quantità di iodio, espellendo la quota in eccesso con le urine.
Purtroppo, in Italia, la domanda ed il consumo di sale arricchito con iodio non raggiunge livelli di mercato significativi (circa 2% della produzione globale di sale) e questo è sostanzialmente dovuto alla sarsa informazione sull’argomento.
Tale problema era stato trattato diffusamente dalla Conferenza Internazionale della Nutrizione FAO/ OMS tenutasi a Roma nel 1992, che aveva indicato, tra gli obiettivi da raggiungere entro l’anno 2000, l’eliminazione dei disturbi da carenza iodica. In Italia è colpito da tale patologia circa il 10% della popolazione, con notevoli diversità di tassi di distribuzione tra le varie Regioni e all’interno di ciascuna di esse.
Nella Regione Veneto, in base a studi epidemiologici condotti in quel periodo, in particolare dall’équipe del Prof. B. Busnardo dell’Istituto di Semeiotica Medica dell’Università di Padova, è emersa la seguente situazione (da «Il Gozzo nel Veneto» di B. Busnardo - 1990):
• Nel Veneto il gozzo non è endemico: è presente in meno del 10% (limite di riferimento per definire una situazione come endemica) della popolazione locale
• Nella pedemontana trevigiana (11,7%) e vicentina (12,1%) c’è una discreta prevalenza, di poco superiore al limite del 10%
• La ioduria in circa la metà dei bambini del Veneto è al di sotto del limite considerato sufficiente per un’adeguata sintesi di ormoni tiroidei
• La deficienza iodica è solo lieve nel 30% dei bambini; moderata nel 10%, ma lo è quasi nel 20% nella pedemontana vicentina e trevigiana.
Come si diceva, anche la Regione Veneto ha aderito alla campagna nazionale per l’incremento dell’utilizzo del sale iodato, concentrando l’impegno nelle aree maggiormente a rischio, con il coinvolgimento delle Aziende ULSS della pedemontana vicentina (Bassano del Grappa e Thiene) e trevigiana.
Le fasi del programma, dal prossimo settembre fino a fine anno, prevedono le seguenti azioni:
1. formazione degli o- peratori sanitari coinvolti,
2. incontro con le Associazioni di categoria dei commercianti per l’organizzazione e l’allestimento dei punti vendita,
3. distribuzione di poster e locandine da collocare nei punti vendita,
4. impegno dei Servizi Igiene Alimenti e Nutrizione delle Aziende ULSS a promuovere e controllare l’utilizzo nelle mense scolastiche di sale iodato
5. verifica dell’intervento
6. conferenza stampa sia per illustrare l’iniziativa, che per diffondere i dati sull’intervento svolto.
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