CONTROLLO DEI LIVELLI DI RUMORE - VIA UN ALTRO PEZZO DI INUTILE BUROCRAZIA
Nr. 14 del 23/07/2002
Bar, ristoranti e tutti i pubblici esercizi non sono più sog- get- ti alle disposizioni in materia di controllo dei livelli di rumore degli impianti elettroacustici di amplificazione e diffusione sonora (radio, televisione, HI FI, cd, juke boxes, karaoke, ecc) (DPCM 215/99) e pertanto non devono più effet- tuare le verifiche dell’i- do- neità degli impianti stereofonici da parte di un tecnico compe- tente in acustica. Lo ha stabilito l’articolo 7 del collegato ambien- tale approvato definitivamen- te dalla Camera dei deputati lo scorso 2 luglio e in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Il Presidente della Federazione dei Pubblici Esercizi di Vicen- za Lorenzo Rizzi esprime soddisfazione per questo prov- vedimen- to, per il quale l’organizzazione, sia a livello nazionale, sia a li- vel- lo locale, si stava battendo da oltre due anni: «La revoca dell’obbligo di verifica dei livelli di pressione sonora ha finalmente esonerato i pubblici esercizi dall’applicazione di un regolamento costosissimo, tanto che la nostra federazione nazionale aveva calcolato in 30 milioni di euro, in meno di due anni, la somma a carico della categoria per tale adempimento. Il provve- dimento agevola anche i consumatori, che difficilmente riuscivano a comprendere come mai fosse quasi fuorilegge vedere le partite di calcio al bar o sentire musica di sottofondo al ristorante». «E’ un risultato importante - conclude Rizzi - perché tiene conto delle ragioni di una categoria che continua ad essere oberata di burocrazia e costi aggiuntivi ingiustificati. In questo caso, il buon senso è prevalso, poiché si è capito che l’obbligo di tale certificazione costosa era un adempimento sproporzionato rispetto alla normale attività di bar e ristoranti, il cui livello sonoro usuale non può raggiungere la soglia del danno acustico». In materia di rumore rimangono tuttavia vigenti le disposizioni relative alla Legge 447/95, in base alla quale può essere richiesta all’azienda una valutazione d’impatto acustico relativamente alla propria attività e al D.Lgs 277/91 riguardante l’esposizione dei lavoratori al rumore.