CENTRI DI TRADUZIONE: IN GRUPPO VERSO LA CERTIFICAZIONE DI QUALITA’
Nr. 14 del 23/07/2002
Primo bilancio del percorso comune per ottenere le ISO 9001: 2001
L’obiettivo intrapreso dai nove centri di traduzione ed interpretariato aderenti all’Ascom sarà centrato a fine anno
Si avvicina il traguardo della qualità di gruppo, per nove centri di traduzione e interpretariato aderenti all’Ascom della provincia di Vicenza. Da alcuni giorni si è infatti conclusa la prima fase comune di un cammino, che porterà queste aziende ad ottenere la certificazione di qualità secondo le norme internazionali ISO 9001. L’idea di affrontare assieme la certificazione di qualità era nata a metà dell’anno scorso, per iniziativa dell’Ister - l’Istituto per il Terziario della Confcommercio - e si era concretizzata a settembre 2001 con l’avvio di un progetto di certificazione comune a cui hanno aderito nove aziende vicentine. Ora inizia la «fase 2», vale a dire la verifica dell’effettiva applicazione in azienda di una politica di qualità, verifica che viene realizzata dai consulenti Ister. L’obiettivo è quello di arrivare, a fine anno, all’ispezione nelle singole aziende da parte di un ente terzo di certificazione, che rilascerà l’importante attestato di qualità secondo le ISO 9001:2001.
«In questi mesi - spiega Mirko Silvestrini, Presidente della Associazione provinciale centri di traduzione e interpretariato - abbiamo seguito una serie di corsi e seminari sull’adozione del sistema di qualità in azienda. E’ stata un’esperienza veramente interessante, perché poi si è trattato di verificare, da parte di ciascun partecipante, l’applicabilità delle procedure nella propria realtà aziendale. Insomma, al di là del fatto che siamo e restiamo tutti concorrenti, è stato realmente utile confrontarci assieme in un cammino che ci porterà alla certificazione».
L’idea della qualità di gruppo ha, comunque, anche motivazioni economiche. Una parte dei costi, a volte difficilmente sostenibili per piccole e medie aziende, sono stati infatti divisi tra i partecipanti, che hanno potuto ottenere così un buon risparmio.
Ma come si è riusciti a mettere assieme aziende che lavorano solitamente in competizione, su un tema così delicato quale la qualità dell’organizzazione aziendale? «Tutti i nove aderenti - afferma il Presidente della Associazione provinciale centri di traduzione e interpretariato - hanno capito che nel giro di pochi anni, se si vorrà lavorare con aziende italiane ed estere, la prima condizione sarà il possesso della certificazione della qualità. Il marketing, il prezzo, la competenza non basteranno più. Dunque si trattava di anticipare i tempi e non di adeguarsi al mercato. Direi che scegliere di certificarsi è stata una scelta oculata e lungimirante, così come è stato coraggioso, ma anche estremamente proficuo, affrontare questo cammino assieme».
Ora però le strade si dividono: ogni centro di traduzione e interpretariato è chiamato a dimostrare, con l’attenta consulenza degli esperti dell’Ister, come ha applicato i principi delle ISO 9001 all’interno della propria organizzazione. «Una fase molto delicata - commenta Silvestrini - ma sono convinto che sarà brillantemente superata da tutti. I presupposti ci sono, le motivazioni anche».
La certificazione è infatti per i centri di traduzione ed interpretariato vicentini un biglietto da visita importante: queste aziende si trovano infatti ad operare in un tessuto economico particolarmente orientato all’export e che ha bisogno di servizi qualificati, sia quando si parla di traduzioni di cataloghi, brochure, manualistica, sia, aspetto particolarmente delicato, quando si tratta di tradurre contratti o certificati. «In tutti questi casi - sottolinea Silvestrini - poter contare su di un centro certificato è indubbiamente una garanzia in più di un servizio prestato secondo standard ottimali».
Raggiungere la certificazione di qualità, per le aziende che decidono di perseguire tale obiettivo, non costituisce uno scopo fine a se stesso. Chi ne trae maggior beneficio non è, infatti, solo l’impresa certificata, ma soprattutto la sua clientela, gli utenti e i consumatori, i lavoratori, i proprietari e gli azionisti, oltre ai fornitori e alla collettività in genere. Il marchio di qualità diventa, così, lo strumento che genera fiducia tra i fruitori dei servizi e dei prodotti offerti dall’azienda circa l’effettiva capacità di quest’ultima di soddisfare ogni loro esigenza. Ciò è ancor più vero per le imprese che operano nel settore della traduzione e dell’interpretariato, dove l’elevata professionalità del lavoro svolto influisce in maniera fondamentale sulle scelte operate dai committenti. La certificazione di qualità diventa perciò determinante ai fini della credibilità dell’azienda, che si impegna ad un miglioramento continuo delle proprie prestazioni, mirando a superare e ad anticipare le aspettative stesse della clientela.
Secondo gli esperti dell’Ister, per le imprese del terziario diventa sempre più urgente seguire un percorso di certificazione: le aziende che lavorano in qualità, infatti, preferiscono scegliere fornitori a loro volta già certificati, creando una sorta di «circolo virtuoso» che si riflette sull’intera filiera.
In questo senso, dunque, l’esperienza realizzata dai centri di traduzione e interpretariato potrà fare da capofila ad altre iniziative analoghe in altri comparti.
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