Entro fine anno il giro d’affari del settore potrebbe registrare un calo del 5 per cento La difficile situazione è fotografata dall’analisi di Confturismo che chiede misure da inserire nella prossima finanziaria
Gli operatori del turismo cominciano a tirare le somme di questa stagione 2002 ed arriva la conferma che l’annata non è stata certo esaltante, anzi. Se da un lato le presenze nei campeggi e i pernottamenti negli alberghi sono rimasti praticamente invariati, dall’altro c’è da registrare, secondo i dati diffusi recentemente da Confturismo, il crollo delle presenze negli stabilimenti balneari (-50 per cento) e la riduzione dei pernottamenti nei residence (-3 per cento). Una situazione a cui si va ad aggiungere un calo del 5 per cento nella vendita di biglietteria aerea da parte delle agenzie di viaggi. E la situazione non è certo migliore per i pubblici esercizi, visto che si è quasi fermata la crescita della spesa per consumi fuori casa in bar e ristoranti (+1% quest’anno contro il +2,5% del 2001). Anche gli alberghi e i ristoranti, poi, hanno dovuto registrare una riduzione dell’11% delle entrate valutarie nel semestre gennaio-giugno, una situazione che ha contribuito a determinare una diminuzione, di quasi il 7 per cento, dei contratti d’assunzione negli alberghi e nei ristoranti. L’andamento del settore per il 2002 ha dunque più ombre che luci. Avverse condizioni meteorologiche, onda lunga degli attentati dell’11 settembre e recessione economica dei principali Paesi industrializzati, sono le ragioni più probabili che hanno portato a questa situazione di impasse. Una situazione che, secondo le proiezioni di Confturismo, potrebbe causare una perdita del fatturato nazionale del turismo pari a 3 miliardi di euro (quasi il 5 per cento del giro d’affari complessivo). A questo punto servono azioni concrete e urgenti in grado di offrire un paracadute alle imprese che sentono maggiormente la crisi. In questo senso le misure ritenute indispensabili dagli operatori del settore sono: detraibilità dell’Iva per il turismo congressuale; credito d’imposta per l’assunzione della manodopera, anche con contratto a tempo determinato; armonizzazione al 10 per cento dell’Iva per i servizi offerti dagli stabilimenti balneari e dalle agenzie di viaggi; revisione generale delle aliquote Iva per tutti i settori del turismo in linea con i Paesi concorrenti in Europa; revisione generalizzata dell’Ici e sua eliminazione per le imprese che insistono sulle concessioni demaniali; destinazione di fondi certi per la promozione dell’immagine dell’Italia nel mondo. La «palla» passa ora al Governo, che è chiamato ad accogliere ed inserire nella prossima Finanziaria le richieste di uno dei settori trainanti per l’economia del nostro Paese.