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Confcommercio Veneto Notizie

LE PRINCIPALI NOVITA’ DELLA FINANZIARIA 2003

Nr. 18 del 08/10/2002

Il presidente Rebecca ribadisce:”Detrarre dalle tasse una quota delle spese per beni durevoli e turismo interno può dare una spinta ai consumi. Questa proposta, se recepita, potrebbe essere introdotta per il periodo natalizio”

Finanziaria 2003. Tutto è andato «come si poteva fare e come avevamo annunciato» - ha dichiarato il presidente del consiglio Silvio Berlusconi -. E fra le principali indicazioni il premier ha confermato la riduzione della pressione fiscale per alcune fasce di reddito, garantendo che, di fatto, «non ci sono stati tagli di spesa rispetto agli scorsi anni». Si è lavorato, secondo Berlusconi, per bloccare o ridurre gli aumenti di spesa. «Lo Stato - ha detto - continuerà ad erogare tutti i servizi semplicemente aumentando le spese meno di quanto non aumenti il Pil».
Nel confermare i tagli alle tasse, il premier ha spiegato che «ci saranno molti italiani che avranno più soldi da spendere poiché, con la riduzione delle imposte per alcune tipologie di redditi, si potranno creare nuovi investimenti e nuovi consumi a sostegno dell’economia».
«In particolare - ha sottolineato il capo dell’esecutivo - questa è una Finanziaria per aumentare i consumi».
Un decreto legge
per far comprare di più
L’intenzione del governo è, infatti, quella di varare, probabilmente entro questo mese di ottobre, un decreto-legge in grado di accelerare la domanda, e, quindi, le spese per il periodo di Natale. E ciò, anche se nella legge finanziaria non c’è alcun riferimento a queste misure, in quanto mentre il decreto consentirebbe di iniziare a operare subito, per la definitiva approvazione della manovra si dovrà aspettare la fine dell’anno.
L’obiettivo è non solo quello di rilanciare i consumi ma si pensa anche a un sistema per rendere più appetibili e convenienti gli acquisti a rate. C’è da trovare in proposito un meccanismo favorevole, e per questo sono già al lavoro tecnici del ministero dell’economia e della Banca d’Italia per appurare fra l’altro se un sistema del genere si possa autofinanziare, pagandone i costi con l’aumento dell’Iva. Fra le altre ipotesi circolate c’è, comunque - anche se non confermata - pure quella della rottamazione degli elettrodomestici.
In prima linea a spingere per la ripresa dei consumi c’è la Confcommercio. Il presidente Sergio Billè lo ha detto a più riprese: «Se la domanda non decolla, se non si concentrano i prov- ve- dimenti verso questo obiettivo, non sarà facile aumentare la crescita del Pil».

Tre le priorità
per scongiurare la crisi
Secondo Billè le vere priorità per evitare un ulteriore peggioramento della situazione dovrebbero essere tre. Le misure, appunto, in primo luogo, che consentano un reale, sostanzioso ed equilibrato rilancio dei consumi.
Poi, giungere a una effettiva riforma fiscale, mirando al cuore del problema, che riguarda le famiglie di medio reddito, fissando - ha dichiarato - almeno scadenze certe e indifferibili, scadenze - ha aggiunto - «che oggi invece appaiono assai incerte e nebulose». E poi - ha sottolineato - «non ci saranno mai soldi sufficienti per attuare le riforme di sistema fino a quando l’amministrazione pubblica non verrà rivoltata come un guanto e sarà costretta a ridurre sostanzialmente le sue spese di gestione corrente».
«Questa manovra - ha concluso Billè - non è in grado da sola di tirare fuori il sistema dalle acque fredde della crisi e si riportarlo a ri- va all’asciutto. Il più resta ancora da fare. E prima lo si fa e meglio sarà per tutti».

Necessario agire
prima di Natale
A sua volta il presidente dell’Ascom provinciale Sergio Rebecca auspica che venga recepita e realizzata la proposta avanzata dalla Confcommercio: «Se si offre la possibilità di detrarre dalle tasse una quota delle spese per beni durevoli e turismo interno, lo Stato potrebbe centrare lo scopo di rilanciare i consumi interni senza poi rimetterci molto in quanto verrebbe a incassare l’Iva. E fra l’altro, se si approva un decreto-legge, questi benefici potrebbero scattare per il periodo natalizio che è quello più favorevole per le vendite e i consumi».
Berlusconi ha chiuso anche il capitolo dei fondi per il Mezzogiorno, sostenendo che si è trovata una soluzione con una norma che prevede flessibilità tra i vari fondi e la possibilità di trasferire le disponibilità da un fondo all’altro per il miglior impiego possibile degli stanziamenti.
Quanto al quadro macroeconomico esaminato dal Cipe subito prima del Consiglio dei ministri che ha varato la Finanziaria, si prevede per il 2003 una crescita attestata sul 2,3% contro lo 0,6% di quest’anno e un indebitamento-Pil nell’ordine dell’1,4-1,5%, invece dello 0,8% originariamente previsto.

Gli sgravi fiscali
e la riforma dell’Irpef
Ma entriamo nel dettaglio delle misure assunte dal Governo in materia fiscale con la Finanziaria appena approvata. Ecco cosa prevedono le principali linee della riforma dell’Irpef. Gli sgravi più consistenti toccheranno la fascia di redditi fino a 33 mila 500 euro lordi. Ma gli effetti della riforma fiscale investiranno 28 milioni e 100 mila contribuenti con un risparmio medio di 228 euro. Restano le cinque aliquote ma sono previsti cambiamenti sostanziali nel sistema delle deduzioni.
I lavoratori dipendenti e i pensionati saranno esenti dall’Irpef se i loro redditi annuali non superano i 7.500 euro. Per gli autonomi l’esenzione scatta fino a 4.500 euro. Aliquota del 23% invece per i redditi fino a 15.000 euro. Le imprese, a loro volta, beneficeranno dello sgravio di due punti dell’Irpeg, dal 36% al 34%, mentre gli imprenditori individuali e le piccole imprese avranno sconti sull’Irap.
Quanto alla nuova Irpef viene fissata una «no tax area» pari a 7.500 euro per i lavoratori dipendenti, 7.000 euro per i pensionati e 4.500 euro per gli autonomi. In ogni caso, è stata inserita una clausola secondo cui i pensionati con un reddito non superiore a 7.500 euro sono esenti dal pagamento del tributo.
Si è poi stabilito un meccanismo secondo il quale la «no tax area» si riduce gradatamente con l’aumentare del reddito fino ad azzerarsi quando si toccano i 26.000 euro.
Inoltre, le attuali due aliquote del 18% e del 24% vengono accorpate al 23% con un’unica aliquota che si applicherà ai redditi fino a 15.000 euro. L’aliquota del 32% viene invece smembrata in due parti: i redditi da 15.000 a 29.000 euro pagheranno il 29%, mentre per quelli da 29.000 a 32.600 euro si resta al 32%. Invariate le altre aliquote per i redditi più alti, del 39% e del 45%.
Da chiarire, altresì, un fatto. La «no tax area» sostituisce le precedenti detrazioni, mentre per i redditi più alti, per i quali la «no tax area» si azzera, permangono le vecchie detrazioni.
C’è, quindi, da dire dell’Irpeg, che dal primo gennaio 2003 vedrà l’aliquota passare dal 36% al 34%, mentre per l’Irap la riduzione dell’imposta sulle attività produttive si articolerà su due livelli. Il primo riguarda le imprese individuali, per le quali la soglia esente si alzerà a 7.500 euro. Il secondo riguarda le piccole imprese fino a 5 dipendenti: per esse la base imponibile verrà erosa di 2.000 euro per ogni lavoratore.

Concordato fiscale
di massa
Altra grossa novità: la Finanziaria 2003 lancia il cosiddetto «concordato fiscale di massa» per il triennio 1997-2000. L’amministrazione finanziaria invierà una lettera a tutti i commercianti, artigiani e piccoli imprenditori che abbiano registrato ricavi o compensi non superiori a a 10 milioni di euro.
Ma questo con una differenza sostanziale: quanti sono già a posto con gli studi di settore potranno evitare ulteriori accertamenti versando la somma di 300 euro per ciascuna annualità soggetta a verifica. Tutti gli altri potranno mettersi in regola pagando, entro il 30 giugno del prossimo anno, l’imposta dovuta, che verrà computata sulla base del reddito accertato dal fisco.
La sanatoria comprende l’imposta sui redditi, l’Iva, l’Irap. Gli importi proposti non potranno comunque essese inferiori a 3 mila euro per le persone fisiche e a 9 mila per gli altri soggetti, con uno sconto rispettivamente di 1000 e 3 mila euro per l’anno 1997. E’ anche prevista una riduzione del 50 per cento sulle imposte su- pe- riori ai 5 mila euro per le persone fisiche e i 10 mila per gli altri.
Di positivo per chi dice sì al concordato è che potrà mettere finalmen- te da parte scritture e documenti contabili del triennio 1997-2000. Resta sempre l’obbligo di tenuta dei registri Iva. Si potrà infine mettere la parola fine alle liti fiscali fino a 20 mila euro rimaste in sospeso fino al 29 settembre 2002 e sanando anche i contenziosi fino a 2 mila euro con un versamento di 150 euro. Completa il quadro di interventi la riapertura dei termini dello scudo fiscale. Chi ha capitali all’estero potrà mettersi in regola dal 1. gennaio 2003 versando il 4 per cento dell’importo totale dovuto.

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