REBECCA: “RISOLVETE IL PROBLEMA DELLE STRADE”
Nr. 19 del 22/10/2002
Appello al Governo, alla regione e agli enti locali nell’ordine del giorno votato all’unanimità all’Assemblea della Confcommercio
Sul fronte economico rimangono forti le preoccupazioni per il quadro nazionale mentre appare più confortante la situazione vicentina, che fa sperare in una ripresa più veloce e duratura
La Confcommercio di Vicenza lancia l’ennesimo appello al governo, alla Regione, alla Provincia e ai Comuni per risolvere l’annoso e grave problema delle strade. E lo fa con un perentorio ordine del giorno, votato all’unanimità nel corso dell’assemblea annuale dell’associazione svoltasi nella sede di via Faccio, in cui si denuncia la cronica inadeguatezza della rete viaria e dei trasporti pubblici in una provincia ad alta densità di imprese, che continua a essere pesantemente penalizzata in termini infrastrutturali a causa dei mancati investimenti e degli atavici ritardi sul fronte delle realizzazioni.
Servono strade. Pedemontana, circonvallazioni, centro intermodale, Valdastico nord e sud, linea ad alta capacità rappresentano - secondo l’odg dell’Ascom - i nodi prioritari, tuttora sul tappeto, di una situazione che danneggia le imprese del commercio, del turismo e dei servizi, già alle prese con una situazione congiunturale non facile. I motivi di maggior preoccupazione per il comparto sono stati analizzati nella articolata relazione del presidente Sergio Rebecca che è seguita al voto unanime di approvazione del bilancio consultivo 2001 e di quello preventivo 2003 da parte dell’assemblea.
Cresce l’inflazione. Rebecca nel suo intervento ha quindi punteggiato le ombre e le luci dell’attuale fase economica. Le prime riguardano il quadro nazionale, in cui - secondo Rebecca - gli elementi negativi (rallentamento produttivo, contrazione del Pil, riduzione degli investimenti, peggioramento della spesa pubblica, caduta dei consumi, pesanti oscillazioni del turismo) hanno delineato nei primi sei mesi dell’anno una fase di prestagnazione. «Ci siamo trovati - ha detto - con i piedi in acqua e senza ombrello, ma scaricare le responsabilità dell’incremento dei prezzi sulla filiera della distribuzione approfittando del passaggio all’euro è una colossale mistificazione. E’ l’inflazione che cresce, e le nostre imprese ne hanno spesso ridotto la misura, assorbendo parte degli aumenti dei listini e ritoccando i prezzi. La cosa più urgente - ha aggiunto - è ridurre la pressione fiscale, controllando l’imposizione attuata dagli Enti locali, che mostra un preoccupante sviluppo a «pelle di leopardo».
Meglio nel Vicentino. Le luci tingono invece, a suo parere, di ragionevole ottimismo il Vicentino, che - ha detto - dimostra migliori capacità di tenuta rispetto ad altre aree geografiche, per cui ciò farebbe sperare in una ripresa «più veloce e consistente». E il presidente dell’Ascom ha dato corpo a questa confortante previsione con una serie di numeri che caratterizzano il peso economico della provincia. Innanzitutto il contributo dell’1,69 per cento al valore aggiunto nazionale, e cioè una produzione in valore per ogni vicentino pari a circa 23 mila euro l’anno - ed è la dodicesima performance in assoluto in Italia - con una crescita dal 1991 al 1999 che supera del 10 per cento la media nazionale. Poi gli indicatori della qualità della vita che collocano la provincia di Vicenza al primo posto nel Veneto e nei primi in Italia. Risultati - ha osservato Rebecca - ai quali «il terziario di mercato continua a dare un apporto fondamentale». E ci sono poi le cifre che sintetizzano la costante crescita della rete distributiva locale: alla fine del 2001 ben 17 mila 329 le imprese, di cui 7 mila 521 del dettaglio. Lo stesso per il turismo, con alberghi e pubblici esercizi oltre quota 3 mila e un incremento del 15,2 dei posti-letto nel periodo 1999-2001, un dato - ha sottolineato Rebecca - «che dimostra la voglia del settore di riqualificarsi e investire». In aumento (notevole) anche le imprese dei servizi, che hanno superato il tetto delle 15.000 unità.
Confronto con le istituzioni. «Noi vicentini ha detto Rebecca - stiamo viaggiando su di un’auto di grossa cilindrata, dalle alte prestazioni, ma lungo una strada male illuminata e con parecchie buche da evitare.Occorre una guida attenta, consapevole dei pericoli e determinata nelle scelte. E’ necessario, cioè, un continuo confronto fra associazioni economiche e amministrazioni pubbliche, a partire dalla Regione che, con la riforma del Titolo Quinto della Costituzione, si avvia ad assumere la quasi totalità delle competenze del terziario di mercato. L’obiettivo - ha aggiunto - non cambia: garantire l’equilibrato sviluppo della rete distributiva, salvaguardando il servizio di vicinato del piccolo commercio tradizionale». E Rebecca si è soffermato sulla nuova legge di modifica alla legge 37/99, adottata dalla Giunta regionale e che prosegue ora il suo iter in Commissione e quindi in Consiglio. «Nuove disponibilità di superficie in favore della grande distribuzione dovranno essere valutate con grande attenzione, perché nel Veneto la densità delle grandi strutture di vendita è superiore ad ogni altra regione d’Italia, con un indice tra i più alti anche a livello europeo. E altrettanta attenzione deve essere dedicata al nuovo Testo Unico di regolamentazione del settore turismo, evitando il pericolo della concorrenza fra le diverse aree».
Noi e la Camera di Commercio. Rebecca ha poi ricordato il ruolo centrale della Camera di commercio come «primario tavolo di confronto» per lo sviluppo dell’economia provinciale. «Dagli interventi della Confcommercio presso il sistema camerale vengono importanti incentivi, quali i contributi a sostegno del terziario, allo sviluppo della qualità, all’e-commerce, nonché una consistente serie di iniziative e di strumenti per la promozione dell’economia vicentina a 360 gradi, dall’enogastronomia al commercio estero».
Noi e i Comuni. E’ poi fondamentale - ha ribadito - mantenere un continuo contatto con le Amministrazioni comunali: «Le strategie e le politiche dei Comuni hanno ripercussioni sempre più significative per le nostre imprese. Si pensi alla tassa rifiuti elevata a livelli inaccettabili, ai provvedimenti di limitazione del traffico spesso inefficaci quanto dannosi per le attività produttive e alle decisioni sullo sviluppo urbanistico che rischiano di sconvolgere gli assetti distributivi».
Risultati e obiettivi. Nella parte finale della sua relazione il presidente ha ricordato i risultati conseguiti dall’Ascom e le aree in cui spaziano i molteplici servizi offerti agli associati: «Nel 2000 abbiamo ottenuto la certificazione di qualità e, nel giugno di quest’anno, a certificarsi è stato l’Ister, il nostro Istituto per il terziario - ha detto -. Ciò è dimostrazione dell’attenzione continua della nostra organizzazione al mercato, allo sviluppo delle procedure razionali e all’incremento delle proprie competenze. Assistenza tributaria, rapporti di lavoro, certificazione di qualità formazione, credito, previdenza, marketing turistico, banche dati su internet, legale, commercio estero, ambiente, programmazione urbanistica, sono solo alcune delle aree nelle quali l’Ascom opera per dare servizi sempre più puntuali e completi. Se continueremo a portare nell’associazione esperienza e entusiasmo - ha infine concluso Rebecca rivolgendosi ai presenti - sarà possibile fare molta strada ancora, ritrovandoci nell’individuare gli stessi obiettivi e nel perseguire i medesimi traguardi».
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