LA NOSTRA SFIDA PER IL NUOVO ANNO
Nr. 23 del 17/12/2002
Nonostante le difficoltà il 2002, specie nel Terziario, ha dato segnali confortanti
Rebecca: “Per la Confcommercio il bilancio è positivo. Sono cresciute le attività, è aumentato il numero dei soci, si è ampliato lo spettro dei servizi alle imprese”
Finisce un anno che non è stato certamente facile per le tensioni internazionali, per i venti di guerra che spirano sul Medio Oriente, per un crisi economica globale che non accenna a rientrare, per i gravi problemi che assieme alle calamità naturali non hanno risparmiato il nostro paese. Il bilancio di chi vuole rapidamente scorrere questo lungo anno, il primo dopo l’attentato gravissimo dell’11 settembre che ha dato il via a una nuova era del pianeta, non può non essere realistico. Ma non è il caso di continuare a esprime pessimismo ad oltranza, fare come chi continua a lanciare, da moderna Cassandra, oscure e funeste profezie un po’ su tutto e su tutti. Ripeto: sarebbe da insensati se nell’attuale situazione internazionale e nazionale sottovalutassimo o mascherassimo le difficoltà. Gli Stati Uniti non riescono a ripartire, i mercati finanziari sono bloccati, la Borsa continua ad essere dominata da una costante altalena di risultati, che da Wall Street a Tokyo, da Milano a Parigi, portano prevalentemente il segno meno. In Italia la crisi Fiat ha ulteriormente appesantito un clima economico già fitto di conflittualità, e in tutti permane l’attesa per soluzioni di assoluta priorità, necessarie per dare ossigeno all’economia e far ripartire i consumi.
Fin qui, allora la situazione, gli auspici e i possibili traguardi a breve e media scadenza. C’è molto da fare, ma, a mio avviso, nulla è perduto, anche se non bisogna illudersi: la risalita sarà lenta, la strada è ancora lunga. Il 2003 sarà certamente migliore del 2002, ma solo nel 2004, a mio avviso, avremo la vera ripresa. Il fatto è che i cicli economici non si misurano sulle speranze della gente e che i tempi di una crisi planetaria come questa, diversa da ogni altra, che si riverbera anche, ovviamente sulla Comunità europea e sull’Italia, non sono prevedibili.
Siamo, dunque, come si usa dire con una frase un po’ abusata ma sempre calzante, in mezzo al guado, ma resto ottimista non certo perché mi faccio tentare anch’io dai riti profetici che si consumano fin troppo ogni anno a dicembre, ma perché il 2002, pur con tutte le sue contraddizioni, ha dato segni positivi. E qui mi riferisco al nostro settore, ai tanti risultati positivi che il terziario di mercato, all’interno di uno scenario grigio e preoccupante, ha offerto proprio nel Nord-est, e ancora più da vicino, nella nostra provincia. In particolare il commercio ha in gran parte tenuto sia in termini di redditività sia di occupazione. Addirittura il commercio all’ingrosso ha proiettato il Vicentino al primo posto in Italia. E tutto questo mentre c’è un sensibile ritorno ai negozi di quartiere, mentre si fa largo nella cultura dell’azienda l’importanza della specializzazione, e mentre in ogni caso si cerca di garantire la presenza di tutte le varie forme in cui il commercio al dettaglio si può esprimere, pur in un territorio in cui c’è una alta densità di concentrazione della grande distribuzione. Su questo fronte, credo sia giusto sottolineare l’azione incisiva portata avanti dall’Associazione, anche a costo di forti prese di posizione, atta a difendere la presenza dei piccoli e medi negozi, nei quartieri, nelle periferie, in quelle zone cioè in cui lasciare morire il piccolo commercio significherebbe ridurre irrimediabilmente la stessa qualità della vita.
La nostra associazione, la Confcommercio provinciale, chiude l’anno positivamente. Sono cresciute le attività, è aumentato il numero dei soci, si è ampliato lo spettro dei servizi a favore e a vantaggio delle aziende e degli imprenditori che fanno parte della nostra grande famiglia.
Lasciatemi dire, con giustificato orgoglio, che sono proseguiti intensamente i corsi di aggiornamento e di qualificazione professionale, e che questi percorsi formativi restano e si confermano la punta di diamante della nostra attività e dei nostri programmi. Siamo stati fra i primi, se non i primi, fra le associazioni di categoria, a partire anni fa con questo impegno che ritenevamo decisivo e strategicamente importante. E la nostra lungimiranza è stata premiata. Oggi i nostri corsi sono richiestissimi, e soprattutto rispondono sia alle esigenze degli operatori che devono operare su un mercato estremamente competitivo con un bagaglio moderno di nozioni, e sia alle aspettative dei consumatori che si attendono servizi e prodotti di sempre maggiore qualità.
In questa direzione è stato compiuto un grosso sforzo nella sede provinciale e nelle sedi mandamentali per un ulteriore sviluppo di questa genere di offerta formativa mettendo a disposizione strutture e tecnologie all’altezza. Per i corsi cito, come esempio emblematico, la sede di Marostica, che è in grado di ospitare seminari e lezioni tecnicamente molto avanzati. Ma l’impegno non si ferma di fronte a risultati più che lusinghieri e nel 2003 apriremo altre nuove aule corsi presso le nostre sedi. Voglio poi ricordare che continua il programma di rinnovamento delle nostre strutture, tant’è che nel nuovo anno si aprirà la nuova sede della delegazione Ascom di Noventa, e si trasferirà nei nuovi uffici la sede di Recoaro.
Ma l’elenco delle novità sarebbe molto più lungo, e in questo mio bilancio di fine anno non posso che solo accennare alle cose fatte e alle cose che faremo nel 2003, e alle quali daremo la stessa spinta operativa che abbiamo voluto imprimere all’attività della Confcommercio in questo 2002 giunto alla fine.
Non ci siamo, dunque, fermati in attesa di tempi migliori, né ci hanno fermati le difficoltà. Non solo: ma questi dodici mesi di lavoro ci hanno dato la convinzione che Vicenza non solo può andare avanti ma è andata avanti al di là della crisi. La realtà vicentina ha tenuto, e in qualche comparto anche bene, grazie proprio alle caratteristiche di un’economia mista che riesce a gestire nel mondo migliore anche le emergenze e i momenti di stasi.
Il fatto è che anche questa fase contingente ha dimostrato che l’Italia si sta terziarizzando sempre di più. Industrie che si definivano la spina dorsale della nazione si sono rivelate dei colossi di argilla, altri settori a lungo privilegiati hanno mostrato decisamente la corda, mentre il terziario ha denotato un buon stato di salute e ha sorretto un’economia nazionale sommessa e claudicante. Anche per questo la nostra associazione avrà per il prossimo futuro un compito ancora più importante, perché se ci saranno più imprese ci sarà anche più bisogno di servizi. Ma questo impegno non ci fa paura, anzi stiamo potenziando l’attività di marketing e di informazione tra gli operatori dei settori di nostra competenza per far conoscere la validità dell’azione di supporto che l’associazione può offrire alla quotidiana gestione dell’attività e agli aspetti ad essa connessi.
Il recente passato ci ha sempre visti difensori ad oltranza su tutti i fronti degli interessi dei nostri associati, e portatori anche in ambito istituzionale, nei rapporti con la Regione, la Provincia, i Comuni e tutti gli enti locali, di idee, di stimoli, di iniziative e contenuti costruttivi, sempre saldi e coerenti su alcuni principi che sono i capisaldi della nostra azione e della nostra politica associativa. Principi che porteremo avanti anche nel 2003. Mi riferisco ai Piani di marketing per rilanciare e far decollare su basi moderne il commercio all’interno delle aree urbane, dei centri storici. Mi riferisco ai limiti di stretta necessità in cui va ancorata una possibile e ulteriore espansione della grande distribuzione, senza che essa comunque vada a ledere le giuste prerogative e il ruolo sociale della piccola impresa familiare. Il nostro obiettivo resta quello di far vivere le città, i centri storici come le periferie, offrendo servizi reali, mirati, adeguati alla geografia urbanistica, alla situazione demografica e alla domanda commerciale delle singole zone, e qualificando sempre più l’offerta complessiva delle aziende e il corredo professionale degli operatori. Il cliente, la gente chiede soprattutto competenza e trasparenza nel rapporto con il proprio fornitore. E per rispondere a queste esigenze, continueremo anche nel 2003 a incentivare l’adesione dei nostri operatori al programma «Re Cliente», un’iniziativa che dà il giusto valore agli aspetti legati alla fidelizzazione del cliente e alla qualità del servizio pre e post vendita, alla garanzia di instaurare e mantenere un rapporto più umano e personale con il cliente. Anche nel turismo, nonostante la crisi innescata dai tragici fatti dell’11 settembre, ci sono segnali confortanti.
La domanda, sia italiana che estera, privilegia sempre più le città d’arte, e Vicenza, che è città Unesco e città del Palladio per antonomasia, sta avvertendo questa tendenza, ma è in crescita, sotto questo profilo, tutta la zona del Bassanese, mentre l’Altopiano sta acquisendo sempre più considerazione come area turistica per la seconda casa, e gli stessi numeri sulle presenze turistiche 2002 sono state più che confortanti. E, per quanto concerne i servizi, l’Istat ha più volte rilevato come in questi ultimi anni ad andare con il vento in poppa siano state proprio le imprese di questo comparto, che negli ultimi anni hanno contribuito alla crescita del Pil con l’1,2 per cento, creando in cinque anni più di un milione di posti di lavoro, più del doppio di quelli di altri settori. E’ un’area, quindi, che continua a produrre ricchezza e occupazione, al di là di tanti luoghi comuni e di altre realtà da tempo in netto ed evidente declino, e che si sta affermando proprio per la bontà delle attività messe a disposizione.
Tutto questo conferma che non è giusto parlare di deriva per tutte le componenti economiche, e che il terziario nella sua globalità, come somma di commercio, turismo e servizi ha contribuito non poco anche nel 2002 a creare prospettive favorevoli per il nostro paese e per la nostra provincia. E, come prima dicevo, la crescita, al di là del protrarsi della congiuntura, di cicli negativi e di difficoltà temporanee, continuerà ancora. Noi, da parte nostra, siamo impegnati a consolidare i risultati e a operare perché lo sviluppo delle nostre aziende e delle nostre imprese prosegua. E su questa strada andremo avanti senza guardare indietro. Sarà questa la nostra sfida per il 2003.
Sergio Rebecca
Presidente Confcommercio
Provincia di Vicenza
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