DISTRIBUTORI DI CARBURANTI: GESTORI CONTRO GLI IMPIANTI FANTASMA
Nr. 01 del 14/01/2003
In gergo vengono chiamati impianti di distribuzioni carburanti «ghost», vale a dire fantasma. E ne hanno tutte le caratteristiche, perché funzionano tutti i giorni, 24 ore su 24, senza che ci sia mai la presenza di un operatore. Al posto del gestore, infatti, c’è semplicemente una apparecchiatura self-service. In provincia questi impianti completamente selfizzati hanno fatto la loro apparizione in via Monte Grappa a Vicenza e a Zané. E hanno subito innescato la polemica da parte di chi, il distributore, lo gestisce di persona, con tutto ciò che questo comporta anche dal punto di vista degli adempimenti per la sicurezza.
E la Figisc-Confcommercio di Vicenza si è fatta subito interprete delle preoccupazioni degli operatori del settore, segnalando alle autorità competenti l’anomalia rappresentata da questi impianti. «Siamo in attesa di una riposta chiarificatrice - afferma Gastone Vicari, presidente dell’Associazione Provinciale Gestori Impianti Stradali di Carburanti - sia da parte dei comuni competenti per territorio, che hanno concesso l’autorizzazione, sia da parte della Guardia di Finanza e dei Vigili del Fuoco. Più nel particolare, per quanto riguarda il Comune di Vicenza siamo in attesa della sentenza del Tar, mentre per quanto riguarda Zané l’amministrazione stessa e gli organi competenti devono ancora fornirci una risposta alle nostre osservazioni formulate ancora ad aprile dell’anno scorso». A questo proposito, l’Associazione Provinciale Gestori Impianti Stradali di Carburanti aveva chiesto se la vigente normativa di sicurezza possa ritenersi rispettata nel caso dei distributori «ghost» e soprattutto se questo tipo di impianti rispondano a tutti gli obblighi di legge. «Dobbiamo ricordare - continua Vicari - che quello degli impianti stradali di distribuzione carburante è a tutti gli effetti un pubblico servizio, e come tale deve rispettare l’obbligatorietà di determinati parametri. Se si lascia libertà ai distributori totalmente automatizzata, si mette a rischio proprio questa specificità e si creano situazioni in cui il consumatore può casualmente trovarsi in condizioni di pericolo».
La questione nasce comunque da un «vuoto legislativo», perché manca a tutt’oggi un piano regionale dei distributori che disciplini l’autorizzazione di questo tipo di sistemi. «L’auspicio - conclude Vicari - è che la Regione emani questo piano, che dovrebbe prevedere, secondo nostre informazioni, la possibilità di autorizzare gli impianti «ghost» solo in zone territorialmente disagiate o isolate, ossia tali da rendere obiettivamente difficile la presenza costante di un gestore. E questo non è certo il caso dei due impianti di Vicenza e Zané. A questo punto la Regione deve quindi chiarezza, per evitare che la mancanza di regole certe crei una situazione pericolosa per l’equilibro del mercato».
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