LIBRETTI SANITARI, E’ L’ADDIO
Nr. 03 del 11/02/2003
La Regione sta per cancellare un obbligo burocratico superato dai più moderni sistemi di controllo degli alimenti. Per la Confcommercio un’altra battaglia vinta
Addio al libretto di idoneità sanitaria al lavoro nel commercio, turismo e pubblici esercizi. Un articolo da inserire nella Finanziaria regionale per il 2003 dovrebbe cancellare in tempi brevi un obbligo burocratico ritenuto ormai inutile e anacronistico a vantaggio del potenziamento delle procedure di autocontrollo, e cioè quelle europee Haccp già esistenti, e della formazione professionale per il personale che manipola i cibi. Il provvedimento, da portare all’esame del consiglio regionale, potrebbe essere approvato nel giro di un mese. Il progetto regionale si è fatto rapidamente strada anche per la forte e decisa presa di posizione assunta dalla Fipe-Confcommercio Veneto, che con una lettera alla Regione Veneto aveva chiesto la sospensione di una misura rivelatasi inefficace nella prevenzione sanitaria, che per di più, in caso continua a vessare, in caso di inadempienze anche minime, con sanzioni molto pesanti. E questo dopo il clamore suscitato dalla chiusura per 24 ore del famoso locale veneziano «Harry’s bar» dove un dipendente era stato scoperto con il libretto sanitario scaduto.
La Fipe aveva sollecitato a mettere da parte il vecchio libretto superato abbondantemente dai più moderni sistemi di controllo degli alimenti. Fra l’altro la stessa Regione Veneto già nel ‘97 aveva individuato una serie di operatori anche del settore alimentare esonerati dall’obbligo di munirsi del libretto di idoneità, riconoscendo per di più come non utili e, pertanto da non dover svolgere routinariamente come attività di profilassi, alcuni accertamenti di laboratorio. E proprio per questo il rilascio e il rinnovo dei libretti erano diventati solo un mero atto burocratico. In pratica c’era da fare soltanto un versamento senza però che la cosa avesse rilievo dal punto di vista della sorveglianza sanitaria. Pure, come detto, nel caso un addetto a un pubblico esercizio o un alimentarista venga pescato privo di libretto o con il libretto scaduto, scattano sanzioni a carico sia dell’addetto stesso e sia del titolare del locale o del negozio. E quest’ultimo, oltre a una sanzione amministrativa può andare incontro alla sospensione dell’attività fino a dieci giorni. Sanzioni, dunque , «ingiustificate e inique».
Nella lettera inviata alla Regione la Fipe-Confcommercio aveva evidenziato anche altri aspetti. Intanto la Finanziaria 2001 aveva esonerato dal libretto sanitario il personale saltuariamente impiegato dagli organizzatori di sagre, fiere e manifestazioni a carattere religioso, benefico o politico. «E se si era deciso così per personale sicuramente privo di formazione e senza tutori - osservava la Fipe - a maggior ragione si dovrebbe esonerare dall’obbligo del libretto chi opera con continuità e professionalità e sotto la diretta responsabilità del proprio datore di lavoro».
Inoltre era stato fatto rilevare che a partire dal ‘98, in base a un decreto legislativo emanato l’anno prima, l’industria alimentare aveva appunto adottato l’Haccp, un moderno sistema finalizzato a garantire la sicurezza degli alimenti basato sull’analisi dei rischi e dei punti critici di controllo. Un sistema che, fra l’altro, prevede la formazione degli addetti da parte dei responsabili aziendali. Insomma la sostanza al posto della routine cartacea. Tanto che già altre Regioni - come l’Umbria, il Piemonte, la Calabria, la valle d’Aosta, il Trentino Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia - avevano sospeso il vecchio libretto. Ora arriva - così si auspica - anche il Veneto, e per la Confcommercio è un’altra battaglia vinta a vantaggio di una più moderna organizzazione del sistema di lavoro. Nell’interesse degli operatori commerciali e dei consumatori.
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