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Confcommercio Veneto Notizie

STUDI DI SETTORE, INIZIA LA REVISIONE

Nr. 06 del 25/03/2003

Interessate le categorie alimentari, pane, carni e abbigliamento
Soddisfazione della Confcommercio di Vicenza, la prima a chiedere una rielaborazione dei questionari

Studi di settore: inizia la revisione che promette di andare molto a fondo. La decisione, molto attesa, riguarda il commercio al dettaglio di prodotti alimentari, pane, carni e articoli di abbigliamento, la fabbricazione di prodotti di panetteria, gli alberghi e i motel, gli intermediari del commercio.
Buona parte del merito di questa vera e propria «rivoluzione» a livello nazionale, che dovrebbe portare a una sostanziale modifica di quei questionari ritenuti non idonei a valutare correttamente la capacità contributiva delle categorie interessate, è proprio della Confcommercio vicentina. E’ stata, infatti, l’Associazione di via Faccio la prima in Italia a muoversi, tramite lo stesso Osservatorio provinciale degli studi di settore, per «girare» direttamente alla commissione romana di esperti del Ministero delle Finanze l’istanza di cambiare le cose. E la richiesta è stata accolta. Lo conferma il fatto che in questi giorni l’Agenzia delle Entrate sta inviando ai contribuenti una nuova versione dei questionari per la rielaborazione di alcuni studi di settore già in vigore, e, che, nella maggior parte dei casi, tali questionari sono quelli segnalati dalla Confcommercio provinciale. «Sì - dice il presidente deella Confcommercio Sergio Rebecca - . Noi fin dall’inizio ci siamo interessati da vicino di questo strumento di accertamento fiscale che è sicuramente prezioso e importante, ma nella misura in cui garantisce la massima precisione. Anche perché in questa materia una valutazione non corretta può costare molto caro, e per il contribuente diventerebbe una palese ingiustizia. Ci siamo perciò mossi tempestivamente per cercare di correggere tutte le eventuali distorsioni e per migliorare le cose, ovviamente in piena collaborazione con l’Osservatorio provinciale e con il Ministero».
Ma cosa sono questi studi di settore ? Essi non sono altro che strumenti in grado di valutare la capacità sia di produrre ricavi che di conseguire compensi attraverso le singole attività di lavoro. E vengono realizzati mediante una raccolta sistematica di dati, da quelli di carattere fiscale a tutti gli altri di natura «strutturale» e di tipo obiettivo che caratterizzano l’attività e il contesto economico in cui si svolge. Gli studi consentono, pertanto, di determinare i ricavi e i compensi che possono essere potenzialmente attribuiti al contribuente, individuando altresì tutti i fattori interni ed esterni che potrebbero costituire un freno o un condizionamento, dagli orari di attività alla situazione complessiva di mercato.
Purtroppo, però, non sempre lo studio di settore riesce a «fotografare» con precisione la realtà aziendale e a dare, quindi, una valutazione esente da errori, per cui, in casi del genere, il contribuente rischia di vedersi attribuire un maggior ricavo «potenziale» che non rispecchia la sua situazione reale e di diventare perciò oggetto di accertamento «induttivo» da parte dell’Amministrazione Finanziaria. Da qui, dunque, l’intervento della Confcommercio per chiedere un «aggiustamento» dei questionari, i quali vanno ora compilati entro il prossimo 10 maggio proprio allo scopo di garantire la revisione ed il miglioramento degli studi. Ne va, appunto, di mezzo la tutela delle imprese.

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