SI AL NUOVO ORARIO DI LAVORO
Nr. 08 del 22/04/2003
Soddisfazione della Confcommercio per il decreto varato dal Governo
Soddisfazione alla Confommercio per il decreto legislativo sull’orario di lavoro varato dal consiglio dei ministri recependo una direttiva comunitaria che risale al ‘93, che riguarda tutti i settori pubblici e privati.
«Il governo - dice il direttore dell’Associazione di via Faccio - ha dimostrato un’attenzione concreta ai problemi di tutta la fascia del terziario di mercato. Il provvedimento va nella direzione da noi indicata». Due, fra l’altro, i punti più significativi del decreto che fissa in 40 ore settimanali l’orario normale di lavoro e in 48 ore, straordinari compresi, il tetto massimo della durata media dell’orario settimanale, e che mantiene, di regola, la domenica come giorno festivo della settimana, ferme restando alcune eccezioni e deroghe in relazione all’attività svolta e alle previsioni contrattuali. Ma è anche importante - secondo la Confcommercio - il fatto che siano stati attenuati gli obblighi concernenti il riposo giornaliero. Il decreto stabilisce, infatti, che ogni lavoratore deve beneficiare nel corso delle 24 ore di un periodo minimo di riposo giornaliero consecutivo di 11 ore, fatte salve le attività caratterizzate da periodi di lavoro che si frazionano durante la giornata. Inoltre, d’ora in poi, la comunicazione da effettuare in caso di lavoro straordinario va fatta, a seconda dei casi, ogni quattro, sei o dodici mesi, e, comunque, le prestazioni di lavoro straordinario possono essere richieste solo previo accordo fra datore di lavoro e lavoratore, senza poter mai superare le 250 ore annuali.
«Sì - dice il direttore della Confcommercio provincia Andrea Gallo - finalmente questo decreto fissa dei paletti precisi in una materia che, a causa di norme spesso contraddittorie e interpretazioni qualche volta arbitrarie, soffriva da anni di non poca confusione. In particolare della necessità di far coincidere la domenica con il riposo settimanale abbiamo fatto da sempre una grossa battaglia associativa. Era una questione di principio che andava salvaguardata, in relazione anche ad alcune radicate tradizioni del nostro Paese».
Ma, a proposito del riposo settimanale, l’Associazione - aggiunge Gallo - concorda anche con le ipotesi di deroga individuate dal decreto fra cui quelle legate a modelli tecnico-organizzativi di turnazione e alla possibilità demandata ai contratti collettivi di stabilire una giornata diversa dalla domenica. «Fra l’altro osserva - una delle maggiori innovazioni è che tutte le precedenti ipotesi di deroga previste dall’art.7 della legge 370 non risultano più sottoposte alla procedura che investiva il sindaco della facoltà di autorizzare lo spostamento del giorno di riposo settimanale, sentite le organizzazioni sindacali. E anche in tema di lavoro notturno - precisa - grazie alle nostre segnalazioni ora le nuove disposizioni sono più in linea con lo spirito della direttiva che si pone, innanzitutto, l’obiettivo di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori». Nel senso richiesto dalla Concommercio vanno anche le due deroghe decise in merito all’orario settimanale per il personale dipendente che lavora negli impianti di distribuzione di carburante non autostradale, che in base al contratto del terziario praticano un orario settimanale di 45 ore, per il personale non impiegatizio di stabilimenti balneari, marini, fluviali, lacuali e di piscine, per quali vige una speciale disposizione nel contratto turismo.
Di rilievo per i settori rappresentati dalla Confcommercio è pure l’inserimento del richiamo delle attività indicate dalla legge Bersani sulle aperture domenicali nei negozi al dettaglio, nei Comuni a prevalente economia turistica e nelle città d’arte. Non solo, ma benchè non tutte le richieste avanzate siano state accolte, «il decreto, in questa versione finale - conclude Gallo -appare più rispettoso delle esigenze delle imprese turistiche, e questo costituisce un tangibile riconoscimento della specificità di un settore che si regge su imprese medio-piccole stagionali aperte al pubblico 24 ore su 24 e al cui interno molto spesso l’orario di lavoro viene frazionato nel corso della giornata».
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