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Confcommercio Veneto Notizie

LA SARS RISCRIVE I RAPPORTI SOCIALI

Nr. 10 del 20/05/2003

La polmonite atipica esplosa nerl Sud-est asiatico preoccupa il settore ricettivo. Ma il Ministero della Salute rassicura: gli esercizi non sono esposti in modo particolare e non c’è bisogno di mascherine

Manager cinesi che sbarcano in Italia portando sottobraccio radiografie che attestano il loro buono stato di salute, da esibire ai controlli di frontiera. Dirigenti di azienda italiani in crisi d’identità per essere stati messi in quarantena da colleghi di lavoro e concittadini al loro rientro dopo una missione in Cina o a Hong Kong. La Sars riscrive i rapporti commerciali e le relazioni sociali fra Estremo Oriente e Italia, a partire dal laborioso Nordest, che alla nuova frontiera asiatica guarda con sempre maggior interesse per delocalizzare le proprie aziende, ma anche per creare nuovi mercati.
Ma è la paura e la psicosi soprattutto a incidere in Italia anche se i nove casi probabili di pazienti finora ricoverati in odore di polmonite atipica sono stati poi trovati esenti dal virus che finora ha ucciso fra il Sudest asiatico e il Canada oltre 700 persone contagiandone quasi 7 mila 500. E i timori sono anche degli alberghi che ospitano turisti provenienti da zone e paesi a rischio Sars. Proprio per questo la Federalberghi si è mobilitata e ha contattato il Ministero della salute, il quale ha confermato che nessuna disposizione particolare è stata emanata per il settore ricettivo, che, evidentemente, non è stato considerato esposto in modo particolare al pericolo della sindrome respiratoria acuta severa. Il Ministero ha, infatti, finora emanato specifiche disposizioni solo per i lavoratori in servizio sugli aerei provenienti da aree a rischio, per gli operatori che per motivi di servizio debbano accedere all’interno degli aerei in cui si sia configurato un caso sospetto, e per il personale sanitario che presta i primi soccorsi.
Al riguardo la Federalberghi fa presente quanto segue. Le zone dichiarate a rischio Sars dall’Oms, verso le quali è sconsigliato effettuare viaggi non essenziali sono a tutt’oggi solo alcune province della Cina (Guandong, Hong Kong, Pechino, Shanxi). Sono stati, invece, cancellati dalla «lista nera» Toronto in Canada, Taiwan, Singapore e Hanoi nel Vietnam. Inoltre, i turisti provenienti dalle zone a rischio sono sottoposti a controlli medici alle frontiere, per cui possono varcare la frontiera solo soggetti che non presentino i sintomi della malattia. Non è da escludere l’ipotesi di ingresso in Italia di persone che, pur non presentando sintomi, abbiano la malattia in incubazione: il Ministero, peraltro, assicura che non può esserci contagio se la malattia è in questo stadio. Quanto all’uso di misure protettive come la mascherina e i guanti, il Ministero non lo ha raccomandato né per gli equipaggi degli aerei, né per i passeggeri, né per il personale degli aeroporti. L’uso di tali dispositivi è raccomandato dal Ministero solo nei casi in cui ci sia un contatto diretto con un malato che presenti i sintomi classici del virus (febbre superiore ai 38 gradi, tosse, difficoltà respiratoria, malessere generale, cefalea, dolori muscolari, e naturalmente provenienza da aree affette da Sars). «Proprio per queste ragioni - dichiara la Federalberghi - si ritiene che il personale degli alberghi non abbia alcuna necessità di usare tali dispositivi». Comunque, nel caso remoto in cui una persona proveniente da zone a rischio dovesse manifestare sintomi sospetti durante il suo soggiorno in albergo, il consiglio è di segnalare immediatamente il fatto all’azienda sanitaria locale, concordando l’adozione di tutte le misure necessarie per prevenire il possibile contagio.
Giuste preoccupazioni, dunque, sì, ma niente allarmismi inutili. La Federalberghi ricorda anche che, ai sensi dell’art. 187 del Regolamento esecutivo delle norme del Tulps, gli albergatori, in quanto pubblici esercenti, non possono, senza un legittimo motivo, vietare l’ingresso nel proprio esercizio a chiunque lo richieda e ne corrisponda il prezzo. Pertanto l’albergatore non può rifiutarsi di ospitare persone provenienti dalle zone a rischio che non presentino sintomi compatibili con la malattia. Il problema Sars preoccupa anche la Fiavet (Federazione italiana agenzie viaggio), in relazione ai mancati arrivi di viaggiatori dai Paesi interessati all’evoluzione dell’epidemia. «Continuiamo a registrare - ha detto il presidente Antonio Tozzi - indici molto negativi per l’incoming soprattutto nelle città d’arte per l’assenza di americani e giapponesi che sono i turisti con maggiori possibilità di spesa». Si attendono, perciò, dall’Asia notizie più rassicuranti, mentre proprio la delicata situazione che caratterizza il turismo italiano ha spinto recentemente la Fiavet ad attivare un presidio statistico sul settore. «Check turismo» monitorerà costantemente il mercato, alternando a questo osservatorio permanente indagini previsionali e risultati pre-consuntivo.

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