CONVENZIONE DA NON FIRMARE
Nr. 11 del 03/06/2003
“Buon Chef Club” tenta di scaricare sugli esercenti i costi delle riduzioni concesse nella corsa al massimo ribasso sui buoni pasto del settore pubblico
Riesplode la guerra dei buoni pasto. Sotto accusa l’aumento esorbitante della commissione sui ticket restaurant dei dipendenti pubblici. E questo in seguito alla scelta della Consip spa, società controllata dal Ministero dell’economia, di aggiudicare alla » la gara di appalto al massimo ribasso per il servizio sostitutivo di mensa in favore dei dipendenti di Ministeri, Regioni, Province, Comuni, Asl, Usl, Camere di Commercio, Carabinieri, Polizia e altri enti pubblici di tutto il nord Italia (Veneto compreso), con uno sconto prossimo al 17 per cento sul valore nominale del buono.
Soluzione, questa, assolutamente inaccettabile per la Fipe-Confcommercio che, per tutelare pubblici esercizi e ristoranti, ha impugnato il bando di fronte al TAR del Lazio, ritenendo tale procedura illegittima. In pratica, aggiudicando la gara a chi ha offerto uno sconto così elevato, gli esercenti saranno chiamati a concedere a loro volta uno sconto incondizionato sulle prestazioni nell’ordine dell’8-10 per cento, ben superiore a quello attualmente preteso, che varia dal 3 al 5 per cento.
«I pubblici esercizi del Veneto - riporta una nota del Comiato regionale Fipe - non sono in grado di sopportare ulteriori aggravamenti delle condizioni contrattuali ed economiche in essere con le aziende emettitrici di buoni pasto. Così, per far fronte al problema, invitiamo i nostri associati a rifiutare convenzioni che prevedono, da un lato, un aumento dello sconto incondizionato attualmente richiesto agli esercenti e, dall’altro, condizioni normative diverse da quelle minime individuate dalla stessa Fipe».
Ovvero:
1) garanzia di pagamento del buono entro 30 giorni dalla data di presentazione/arrivo presso il luogo indicato dall’emettitore della fattura; rispetto di tali scadenze anche in coincidenza delle festività estive e invernali; previsione di due restituzioni mensili al fine di limitare l’esposizione finanziaria;
2) indicazione della percentuale di sconto richiesta (attualmente le condizioni vanno dal 3% al 5%): percentuali superiori o sono motivate da prestazioni di servizi reali agli esercenti - anticipazione del pagamento, Pos, ecc. - o sono immotivate; in particolare l’emettitore deve impegnarsi a non aumentare lo sconto per tutta la durata del contratto Consip;
3) indicazione di cosa fare per ottenere il rimborso anche in presenza di raggruppamenti temporanei di impresa;
4) previsione della restituzione dei buoni pasto che per qualsivoglia motivo non vengono pagati, per dar modo all’esercente di verificare l’attendibilità dell’addebito mosso unilateralmente dalla controparte;
5) previsione, in caso di errore in fattura, non addebitabile a dolo, del pagamento della parte non contestata ed esclusione dall’apposizione di penali per gli errori;
6) previsione, in caso di pagamento accelerato, di interessi non usurari;
7) facilitazioni per la consegna dei buoni;
8) presenza di un numero verde per informazioni sullo stato dei pagamenti;
9) assenza di spese per l’istruttoria della pratica di convenzionamento.
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