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Confcommercio Veneto Notizie

COME CAMBIA IL LAVORO

Nr. 14 del 15/07/2003

Le novità della riforma Biagi illustrate in un convegno organizzato dalla Confcommercio di Vicenza

Cambia il ruolo dei contratti collettivi di lavoro. Cambiano le forme di lavoro, con le nuove formule destinate a rispondere alle esigenze di flessibilità del mercato e alle figure professionali emergenti. La riforma Biagi, ambizioso progetto che il Governo trasformerà a breve in legge dello Stato, è stata presentata lo scorso 10 luglio agli imprenditori del commercio, del turismo e dei servizi della provincia, nell’ambito di un convegno giunto al termine di una serie di incontri tenutisi nei mesi scorsi a livello mandamentale. L’iniziativa è stata organizzata dalla Confcommercio in collaborazione con il Centro Produttività Veneto e si è svolta nella sede dell’Associazione di via Faccio di Vicenza. Di fronte a una sala gremita di partecipanti, a conferma del vivo interesse riscosso dal tema del convegno, relatori d’eccezione hanno illustrato i punti salienti della riforma Biagi, commentando punto per punto tutte le novità.
Basilio Mussolin, consulente per le relazioni sindacali della Confcommercio nazionale, ha immediatamente sottolineato l’importanza delle innovazioni inerenti il settore «flessibilità». «La flessibilità costituisce per i lavoratori un’opportunità in più di inserirsi nel mercato produttivo - ha spiegato - solo che fino ad oggi questo termine veniva interpretato solo come forma di precarizzazione del rapporto di lavoro. Grazie alla riforma non sarà più così, perché sono state create nuove forme di tutela. Il rafforzamento del ruolo degli Enti Bilaterali e la previsione di procedure di certificazione dei rapporti di lavoro rappresentano una forma di tutela per i dipendenti e di certezza della natura dei rapporti per le aziende».
L’intervento di Guido Lazzarelli, funzionario dell’Ufficio Legislazione del lavoro della Confcommercio di Roma, è stato incentrato, invece, sui nuovi tipi di contratto previsti dalla prossima legge, quali i contratti a contenuto formativo, il lavoro a chiamata, il part-time flessibile ed elastico, il job-sharing, il lavoro accessorio. «Il lavoro a intermittenza, tanto per citarne uno - ha illustrato Lazzarelli - prevede che il lavoratore si metta a disposizione del datore di lavoro predeterminando le presenze nell’arco della settimana, del mese o dell’anno. Ma esisteranno anche le prestazioni occasionali di tipo accessorio e le attività lavorative di carattere occasionale rese da soggetti a rischio di esclusione sociale. Tutto questo dovrebbe ridurre il lavoro in nero, andando a intercettare chi già oggi svolge, non tutelato, tali attività». Come è stato messo in evidenza nell’ambito del convegno, gran parte delle nuove forme di contratto interesserà il comparto del turismo, dove la stagionalità riveste un ruolo primario e dove finalmente studenti, casalinghe, pensionati e disoccupati potranno avere più tutele.
Quanto ai co.co.co., i collaboratori coordinati e continuativi, un esercito che conta, solo in provincia di Vicenza, almeno ventimila unità, molte delle quali impegnate nei settori del commercio, del turismo e dei servizi, anche la loro vita è destinata a cambiare. «Di fronte a una mancanza di riferimenti legislativi, in questi ultimi anni la formula della collaborazione coordinata e continuativa è stata utilizzata nei più svariati settori, a volte anche abusandone. Ora, con l’introduzione del lavoro a progetto, il lavoratore e l’azienda potranno contare su maggiori garanzie. A livello di compensi, ad esempio, sono stati introdotti sia parametri qualitativi che quantitativi» ha spiegato la presidente dell’Ordine dei consulenti del lavoro di Vicenza, Elvira D’Alessandro.
Della necessità della riforma ha parlato anche il direttore della Confcommercio Andrea Gallo. «E questo - ha sottolineato - per regolamentare un fenomeno che si registra anche nei settori del commercio e dei servizi. Ora, grazie ai vari strumenti di flessibilità introdotti, le imprese vicentine potranno assumere più agevolmente. Infatti le nuove forme e tipologie contrattuali corrispondono a molte delle aspettative delle aziende del nostro settore, sia per quanto riguarda i contenuti formali sia per quelli sostanziali di tali rapporti. Noi da sempre come associazione chiedevamo questa svolta e, prima con il ministro Treu, poi con l’attuale responsabile del dicastero del lavoro Maroni, abbiamo insistito perché anche il lavoro occasionale venisse regolamentato».
Insomma, si tratta di una vera e propria rivoluzione epocale per il mondo del lavoro. Lo ha sottolineato Francesco Dalla Pietra, responsabile dell’ufficio sindacale Ascom: «Bisognerà conoscere a fondo gli aspetti delle nuove tipologie per capirne e valutarne tutte le potenzialità di utilizzo e gli effetti concreti, sia per le aziende che per i lavoratori».

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