RUSH FINALE PER LA LEGGE SUI MAXICENTRI
Nr. 21 del 18/11/2003
La Commissione attività produttive del Consiglio regionale, presieduta da Gaetano Fontana, sembra intenzionata a stringere i tempi per la definizione della nuova normativa per l’insediamento delle grandi strutture commerciali nel Veneto.
La norma di riferimento è l’attuale legge 37 del 1999, che ha per il settore una notevole valenza strategica, in quanto costituisce lo strumento fondamentale della programmazione commerciale regionale e attribuisce ai singoli Comuni il compito di identificare le zone in cui le nuove grandi superfici di vendita possono sorgere.
L’obiettivo della revisione delle norme è consentire al settore distributivo di tenere il passo con lo sviluppo, contemperando questa esigenza con quelle urbanistiche di salvaguardia del territorio e dell’ambiente. Confcommercio Veneto a questo però aggiunge un’ulteriore priorità: la garanzia della compresenza fra le strutture di vendita di maggiori dimensioni e i piccoli esercizi.
«Fin dalle prime consultazioni - ha dichiarato Alberto Curti segretario di Confcommercio Veneto - abbiamo sempre fatto presente che il territorio veneto, così come emerge in tutte le ricerche finora svolte, risulta già essere quello con la maggiore densità di grande distribuzione d’Italia. Il rischio è che il paventato aumento degli spazi per questo genere di strutture faccia definitivamente saltare l’equilibrio già precario tra le varie tipologie di vendita. C’è quindi la necessità di programmare lo sviluppo della rete distributiva in sintonia innanzitutto con la salvaguardia del servizio di vicinato svolto dalle attività del piccolo commercio tradizionale».
Sempre secondo Confcommercio è fondamentale, quindi, riscrivere i criteri programmatori per il prossimo futuro (dato che la prima fase di pianificazione è formalmente scaduta il 10 agosto 2001) ma in tale sede è opportuno «correggere il tiro», focalizzando l’attenzione su almeno quattro aspetti assolutamente determinanti: 1) consolidare il legame tra pianificazione urbanistica e programmazione commerciale; 2) eliminare le distorsioni provocate dalla «semplicistica» suddivisione del comparto commerciale in due soli settori merceologici, «alimentare» e «non alimentare», eliminando le distorsioni prodotte dall’equiparare ad esempio, una merceria ad un negozio di automobili; 3) suddividere il territorio regionale in zone omogenee, individuando una sorta di distretti commerciali a dimensione sovracomunale, ai quali applicare una specifica programmazione; 4) accertare costantemente una scrupolosa applicazione delle regole del gioco per evitare, da parte di talune amministrazioni, comportamenti ingiustificati sotto l’aspetto legislativo e pericolosi sotto il profilo dello sviluppo sostenibile.
In materia la Regione, in base alla riforma del Titolo V della Costituzione, ha ora piena competenza in materia. «Usi piuttosto la propria autonomia - ha affermato Curti- per ripristinare, ad esempio, l’obbligo della formazione specifica per chi apre un’attività, un requisito abolito dalla riforma del commercio del 1998, più nota come legge Bersani. Le eventuali nuove autorizzazioni dovrebbero poi essere ancorate a una programmazione insediativa su «area vasta», con il coinvolgimento di un numero adeguato di comuni interessati a quel bacino commerciale. Per le medie strutture di vendita, invece, è indispensabile la determinazione di criteri che vincolino i comuni ad adottare provvedimenti che evitino la concentrazione di queste tipologie di esercizi in spazi ristretti, tali da determinare, nell’insieme, una grande struttura di vendita».
Sul possibile ampliamento della superficie distributiva esistente per complessivi ulteriori 121.700 metri quadrati (+ 10 % rispetto ad oggi), tali da portare la regione a un milione 223mila metri quadrati suddivisi in 18 zone, niente è ancora definitivo. «E’ un’ipotesi formulata all’inizio dei lavori - ha precisato nel frattempo Fontana -. Quei metri quadrati previsti nella prima bozza delle legge erano potenziali, da attribuire o meno a seconda delle esigenze. Nessuna decisione è già stata presa».
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