venerdì 19 marzo 2004
CARO RIFIUTI: I COMMERCIANTI PROTESTANO
Raffiche di telefonate all’Ascom di Vicenza contro l’ennesimo caro rifiuti in città. E’ un coro di vivaci proteste e richieste di chiarimento quello che ha investito, in questi giorni, gli uffici provinciali di via Faccio.
L’adeguamento della tariffa del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani annunciata dal Comune di Vicenza la scorsa settimana, infatti, non è piaciuta agli operatori del settore. I quali ora si dicono preoccupati per un rincaro che sembra destinato, lamentano, a non finire mai.
Se da un lato, infatti, spiega Andrea Gallo, direttore provinciale della Confcommercio, “è vero che l’aumento deliberato dalla giunta comunale, nella misura di 5,2%, si limita a recuperare il tasso di inflazione del 2003 e 2004, dall’altro è pur vero che meno di due anni fa, esattamente dal 1 settembre 2002, numerosi e importanti settori del commercio e del turismo, quali ristoranti, trattorie, bar, pasticcerie, pescherie e pizzerie hanno subito aumenti della tariffa anche superiori al 100%”.
Da qui il malcontento della categoria, che chiede ora uno stop all’incremento progressivo della tassa sui rifiuti. Sulla base del decreto Ronchi, infatti, e per merito della divisione di categorie di appartenenza, a supportare maggiormente il peso dell’annunciato rincaro quest’anno saranno nuovamente i pubblici esercizi.
“Dall’elenco delle utenze domestiche e non domestiche- precisa Gallo-, per una famiglia media, composta da un lavoratore con moglie e figlio a carico, e che vive in un appartamento di 100 metri quadri, l’aumento sarà pari a 8,03 euro (162,60 in tutto al posto di 154,57). Ben diverso, invece, per un bar, dove per 100 mq di superficie occupata, l’incremento previsto al netto dell’Iva sarà di 73 euro, contro i 144 euro per un ristorante di 200 metri quadrati e i 32 euro per un negozio di ortofrutta di soli 50 metri di superficie”.
E tutto questo dopo un aumento che, in alcuni casi, ha raggiunto due anni fa anche il raddoppio del tariffario applicato. A rendere l’idea del caro prezzi apportato nel 2002 dalla messa in regime del decreto Ronchi, è sufficiente pensare che un bar, nel 2001, pagava 13.000 lire al mq contro i 14, 06 euro (vale a dire 27.224 lire) pagati nel 2003 dopo aver recuperato anche l’Iva.
“Nessuno nega- conclude così Gallo-, che Vicenza sia tra i comuni del Veneto il meno esoso in termini di raccolta e smaltimento rifiuti. Ma dopo l’ennesimo adeguamento dei costi, è inevitabile che tra i contribuenti si riproponga la naturale equazione caro rifiuti ed effettivo miglioramento del servizio. Il numero di lamentele che raggiungono i nostri uffici la dice lunga sulla risposta data dai nostri associati”.