venerdì 02 aprile 2004
COMMISSIONE PARI OPPORTUNITA’ IL TAR DA’ RAGIONE ALL’ASCOM
Commissione pari opportunità. Il Tar accoglie il ricorso della Confcommercio di Vicenza e annulla il decreto con cui la presidente della Provincia non aveva nominato, fra i nuovi membri della commissione, la rappresentante indicata dall’Ascom, preferendo candidate della Confesercenti e di Apindustria. Non solo: accoglie anche, sia pure per quanto concerne la sola visione, l’istanza dell’Associazione di accedere agli atti amministrativi che avevano determinato la nomina dei membri, richiesta a suo tempo negata dalla Provincia.
Per la Confcommercio è vittoria piena su tutto il campo. Il Tar non ha fatto altro che ribadire l’articolo secondo il quale lo stesso regolamento provinciale correla la scelta dei candidati al criterio della maggiore rappresentatività a livello provinciale. "Il Collegio – dice con chiarezza la sentenza del Tar – può fare a meno di verificare se sia fondata o no l’affermazione difensiva provinciale secondo cui la valutazione rimessa alla competenza della presidente della Provincia sia basata in via prioritaria sui curricula dei soggetti indicati dalle organizzazioni. Nel caso concreto – continua la sentenza - appare evidente che l’amministrazione, nell’invitare le forze produttive a trasmettere i curricula dei candidati e ad indicare il numero degli iscritti, le sedi nel territorio provinciale e le eventuali iniziative effettuate a favore del lavoro femminile, si è chiaramente autovincolata ad effettuare le scelte in questione tenendo conto anche dei dati pervenuti dalle organizzazioni”
In definitiva, sono state accolte in toto le motivazioni con cui l’Associazione aveva ritenuto illegittime e arbitrarie le modalità operative della Provincia. Nello stesso tempo è stato confermato come prioritario il principio della maggior rappresentatività, che vede la Confcommercio largamente preminente nel Vicentino.
Ma facciamo un passo indietro. Ancora nel ‘92 l’amministrazione provinciale aveva approvato l’istituzione della commissione pari opportunità, stabilendone la composizione e il regolamento (successivamente modificato). Secondo tali regole, la commissione doveva essere composta, fra l’altro, da tre membri scelti fra quelli indicati dalle forze produttive. Il 26 febbraio dello scorso anno, la Provincia ha così richiesto alle varie associazioni che aspirassero ad avere propri rappresentanti nel suo interno, di trasmettere il curriculum dei candidati, cosa che la Confcommercio ha fatto tempestivamente e in maniera completa.
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Tre mesi dopo, la presidente della Provincia ha proceduto alla ricostituzione della commissione, nominando i nuovi componenti, fra i quali però non figurava il candidato dell’Ascom. Da qui l’istanza depositata a palazzo Nievo per avere accesso ai dati presentati dalle altre categorie produttive, in particolare da Apindustria e Confesercenti, che avevano invece visto nominati i loro membri. Ma la Provincia ha negato tale possibilità.
Nasce così la decisione dell’Associazione dei commercianti di impugnare dinanzi al Tar il decreto provinciale, “in quanto illegittimo per violazione e falsa applicazione dell’art.3 della Legge 241/90”, e di chiedere contestualmente l’accesso agli atti amministrativi e l’annullamento del rifiuto comunicato dalla Provincia.
La sentenza del Tar, ora, e la richiesta di annullamento del decreto provinciale che ha dato ragione alla Confcommercio, fa sì che l’iter per le nomine dei membri della commissione sia tutto, nuovamente, da rifare.