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Confcommercio Veneto Notizie

LIBRETTO SANITARIO, LA REGIONE PRECISA

Nr. 01 del 13/01/2004

Si allungano i tempi per l’abolizione del libretto sanitario per alimentaristi, esercenti bar e ristoratori. Con una circolare successiva al 24 dicembre scorso, la Regione Veneto ha infatti precisato i tempi che regolano la soppressione del documento rilasciato dalle Autorità sanitarie. Pur essendo in vigore, dalla vigilia di Natale, la legge regionale n. 43/2003 con la quale si sostituisce, all’obbligo del libretto igienico, l’autocontrollo e la formazione degli addetti al settore alimentare, il regime definitivo dell’abrogazione, precisa ora la circolare, scatterà solo dopo l’adozione del provvedimento regionale che stabilirà i criteri con i quali dare il via alle misure di autocontrollo. Per emanare tale provvedimento la Regione ha tempo 60 giorni dall’entrata in vigore delle legge.
Sulla richiesta di soppressione del libretto sanitario era stata la stessa Confcommercio Veneto a puntare il dito tempo fa, quando alla luce delle norme di vigilanza igienico sanitaria, attualmente in vigore, aveva evidenziato la mancata funzionalità del documento richiesto a quanti operavano nel settore alimentare. Da tempo, infatti, gli accertamenti sanitari e la relativa certificazione, previsti in materia di disciplina igienica di produzione e vendita di sostanze alimentari e bevande, vengono attuati tramite misure di autocontrollo. Inutile quindi la predisposizione di un ulteriore documento rilasciato dalle aziende sanitarie, a meno che non sia lo stesso interessato a farne esplicita richiesta. Rispetto al testo originario del decreto legge, infatti, approvato dalla Commissione il 29 ottobre 2003, il Consiglio regionale ha emendato l’art. 1, inserendo al comma 1 una deroga che consente al lavoratore che ne faccia domanda il mantenimento del libretto di idoneità sanitaria. Questa disposizione, formulata dalla stessa Confturismo Veneto, consente alle Aziende ULSS di rilasciare il documento attestante i dovuti controlli sanitari anche dopo la soppressione dell’obbligo, consentendo così ai soggetti che prestano attività lavorativa nel settore alimentare fuori dalla regione Veneto di ottemperare alle diverse normative regionali a riguardo.

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