LEGGE SULLE DISCOTECHE, IL “NO” VIA SMS
Nr. 05 del 10/03/2004
Sbarcherà in aula, alla Camera, il 22 marzo prossimo il provvedimento sulle discoteche che ha come primo firmatario il Ministro dei Rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi. Un provvedimento contestato, non solo dagli operatori del settore, ma anche dai primi interessati: i giovani che frequentano le sale da ballo.
La nuova legge, infatti, prevede lo stop della musica alle tre del mattino (alle quattro nel periodo estivo) con la possibilità di restare aperte fino alle sei. Dalle due del mattino (dalle tre nel periodo estivo) è prevista la sospensione della vendita di bevande alcoliche.
Sempre dalle tre o alle quattro a seconda dell’orario invernale o estivo, dovranno essere abbassate le luci e fermata la musica. «Un provvedimento equilibrato e soddisfacente», lo ritiene il Governo. «Un provvedimento di carattere puramente ideologico che non porterà ad alcun risultato sulla prevenzione degli incidenti stradali notturni, verso i quali pure si sono individuate forme di prevenzione concrete ed efficaci come la patente a punti e maggiori controlli sulle strade», è stata invece la risposta di Renato Giacchetto, presidente Silb-Fipe Confcommercio.
Una posizione, questa, condivisa anche dai tanti frequentatori delle discoteche e delle sale da ballo che nei giorni scorsi hanno aderito ad una simpatica iniziativa di protesta organizzata dall’associazione di categoria dal titolo «Un sms allunga la notte», che ha dato voce agli utenti delle discoteche contro un disegno di legge miope e irrispettoso delle libertà. In tre soli giorni oltre un milione e mezzo di giovani di tutta Italia (e precisamente 1.512.121), hanno spedito un messaggio con scritto «no» intasando i numeri attivati da DatamediaNet (329-2698310 per il Nord, 329-2698311 per il Centro e 329-2698312 per il Sud). Il 46% degli sms è arrivato al numero per il Nord, il 28% al numero per il Centro e il 26% al numero per il Sud.
«C’è un intero mondo di utenti, giovani e meno giovani - è stato il commento di Renato Giacchetto, presidente Silb-Fipe - che non è disposto ad accettare che gli si imponga per legge il coprifuoco! I giovani vanno coinvolti, e prima di tutto conosciuti, come stiamo facendo con l’Istituto sul tempo libero e i giovani diretto da Vera Slepoj, per modificare gli stili di vita consapevolmente, altro che spot con personaggi che ai giovani non dicono proprio nulla!».
Una posizione, quella della Silb-Fipe, che non è solo critica nei confronti dei provvedimenti che regolano il settore, ma anche propositiva. L’associazione di categoria ritiene infatti che si potrebbero raggiungere gli stessi risultati, in termini di sicurezza, con queste iniziative: dalle 3 di notte in poi stop alla vendita di alcol ovunque; prima della chiusura - che va concordata localmente - «soft farewell» per permettere ai clienti di rilassarsi prima di rimettersi alla guida; selezione della clientela all’ingresso per evitare l’accesso a persone pericolose per l’ordine pubblico senza alcun criterio discriminatorio; lotta all’abusivismo; formazione e inquadramento degli assistenti di sala.
Il testo che verrà discusso in Parlamento, invece, secondo gli operatori del settore, non solo non tiene in alcun conto le ragioni delle imprese e dei lavoratori del comparto, ma se dovesse diventare legge impatterebbe su almeno trecentomila imprese, tra bar, ristoranti, campeggi, alberghi, pub, produttori e distributori di alcolici e superalcolici e relativo mondo pubblicitario, industria discografica, artisti, autori ecc. per un totale di oltre 1 milione di lavoratori.
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