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Confcommercio Veneto Notizie

SALVIAMO I NOSTRI CENTRI STORICI

Nr. 07 del 13/04/2004

Il tempo dei recital è finito. Dai microfoni di una sala convegni affollata da dirigenti Ascom e personalità politiche, è il presidente della Confcommercio di Vicenza, Sergio Rebecca, a lanciare un monito severo e deciso. E il messaggio è chiaro a tutti: alla vigilia del voto regionale sulla nuova legge urbanistica, e a due passi dalla discussione, a palazzo Ferro Fini, del progetto di legge sull’insediamento delle attività commerciali in Veneto, ciò che è necessario difendere, ha sottolineato il presidente dell’Ascom di Vicenza, «è uno sviluppo commerciale equilibrato, che non sacrifichi alla logica dei grandi centri commerciali i piccoli negozi di quartiere, gli spacci di paese e le botteghe storiche del centro. E per far questo- ha aggiunto Rebecca-, occorre un piano strategico condiviso, che favorisca la programmazione per aree ad un livello sovracomunale e di distretto. Gli enti pubblici non possono e non dovranno mai più ragionare da soli».
E’ così che riuniti al tavolo congressuale della Confcommercio di Vicenza, nel corso del convegno organizzato lo scorso 29 marzo e dal titolo «Quale strategia urbanistico-commerciale per la Vicenza del futuro», Regione, Provincia, Camera di Commercio e Comune hanno ascoltato una ad una le istanze avanzate dall’Associazione di via Faccio. Sul tavolo, infatti, le questioni più spinose di una progettualità urbanistica che rischia di far discutere ancora e per molto tempo.
Affiancato a livello tecnico dall’urbanista Fernando Lucato, il presidente dell’Ascom Rebecca, ha elencato le questioni lasciate irrisolte in una «città allargata», come quella di Vicenza, costellata da piccole periferie specializzate e lontane dal centro storico. «La riqualificazione di Vicenza e del suo territorio costituisce la vera scelta strategica per il futuro assetto commerciale. E’ infatti insostenibile- ha spiegato Lucato-, ridefinire il contesto urbano della nostra città senza ridisegnare al contempo un nuovo piano strategico commerciale».
Sono quattro infatti le priorità indicate per Vicenza dall’urbanista: il contenimento della dispersione commerciale, in grado di favorire il potenziamento dei luoghi tradizionalmente connessi al sistema insediativo originario; lo stop ai nuovi poli di acquisto in assenza di un progetto a scala sovracomunale; la specializzazione degli assi extraurbani esistenti, adeguando le infrastrutture di collegamento e di sosta; un rigoroso monitoraggio delle trasformazioni d’uso.
Ma nel far questo, sostiene Lucato, «è necessario superare la logica strettamente ingegneristica nel governo della circolazione. Riprogettare la viabilità cittadina significa pensare alla strada quale indispensabile supporto all’itinerario commerciale. No, quindi, ad interventi indifferenziati di fluidificazione del traffico ma, piuttosto, sì ad un potenziamento dell’accessibilità mediante la differenziazione dei percorsi che garantisca, ove necessario, il servizio di fermata dei mezzi privati e pubblici».
Su questo punto e sulla necessità di ridisegnare un assetto strategico dei centri storici, anche l’assessore regionale al commercio, Giancarlo Conta, si è detto pronto ad intervenire. Sottolineando infatti l’importanza dei centri urbani e della rete commerciale tradizionale per la funzione di valorizzazione e aggregazione del territorio e del tessuto sociale, Conta ha preannunciato un progetto di legge al vaglio della Regione che prevederà il finanziamento di programmi di rivitalizzazzione dei centri storici, in grado di aiutare i negozi ad organizzarsi come un vero e proprio centro commerciale alla guida di un «town city manager». «Il nostro obiettivo- ha affermato l’assessore veneto-, è quello di evitare i finanziamenti a pioggia, intervenendo su dei precisi programmi coordinati e pensati per un particolare tessuto urbano. Solo così- ha spiegato Conta-, è possibile realizzare con intelligenza, razionalità ed efficienza una vera riqualificazione dei centri storici.»
A pronunciare, invece, parole dure contro il testo della legge 37, che dovrebbe dettare le norme di programmazione per l’insediamento delle attività commerciali nel Veneto, è stata la Presidente della Provincia di Vicenza, Manuela Dal Lago, che ha puntato il dito contro la Regione accusata «di aver trasformato il Veneto nella regione con il maggior numero ed estensione di maxicentri commerciali». A conclusione del suo intervento, la presidente della Provincia ha così rivendicato il ruolo di Palazzo Nievo quale «ente in grado di pianificare la gestione del territorio dal punto di vista produttivo- commerciale e al di sopra degli interessi di parte dei singoli Comuni».
Sul problema della mobilità e di una «città degli acquisti» quale è Vicenza, si è invece soffermato nel suo intervento il presidente della Camera di Commercio, Dino Menarin. Il quale non si è sottratto alla critica di una politica urbanistica che fino ad oggi, ha affermato il presidente, «non è riuscita a catturare e gestire i flussi del consumo, presentando al visitatore l’idea di una città più unita da una rete infrastrutturale di supporto alla mobilità, fatta di strade, parcheggi e autobus di superficie».
Ben chiare, su questo punto, le posizioni espresse dal presidente Rebecca. Per rafforzare la vitalità del centro storico di Vicenza, «è indispensabile pensare ad un riuso delle aree dismesse o scarsamente utilizzate, trasferendo fuori città funzioni incompatibili come caserme o deposito merci, ma inserendovi funzioni eccellenti quali il commercio, il turismo, le università e gli uffici amministrativi». Aspra infatti la critica del presidente della Confcommercio al piano del Cotorossi per il nuovo Tribunale abbracciato dal Comune di Vicenza, il quale «non tiene conto- ha sintetizzato Rebecca-, che l’area in questione è una delle zone di approdo al centro storico e perciò, in quanto tale, deve prevedere parcheggi e collegamenti funzionali all’accesso stesso al centro. Nella pratica- ha spiegato il presidente-, ciò significa prendere in considerazione anche le zone di S. Caterina e S. Chiara, riqualificandole ad esempio con un adeguato arredo urbano».
Secca la risposta di Maurizio Franzina, assessore comunale al territorio: «Tutti i piani del Comune sono indirizzati ad una crescita delle capacità attrattive messe in campo dalla città. Ivi comprese, dunque, i maxi piani del Tribunale e del nuovo municipio in Viale Mazzini, che rispondono all’obiettivo di allargare dopo 500 anni il centro storico e che già prevedono parcheggi e collegamenti tali da facilitare l’accesso al centro vero e proprio».
E’ invece sulla necessità, espressa da tutti i relatori, di un unico piano strategico sovracomunale capace di regolare ogni singolo intervento urbanistico e commerciale per grandi aree, che Franzina si è detto più cauto. «Non è di norme rigide che abbiamo bisogno- ha infatti affermato l’assessore comunale-, ma di una programmazione a maglie larghe che sappia guardare alle opportunità del territorio. La vera questione sul campo, infatti, è come migliorare la capacità competitiva del nostro sistema».
Programmazione puntuale o ad indirizzi tematici? Quel che è certo è che al centro del dibattito del 29 marzo in casa Ascom è stata la necessità espressa su più fronti di una progettualità unica e condivisa. L’urgenza di recuperare il concetto di una «Vicenza allargata», in cui il capoluogo funga da necessario polo attrattore, si è infatti unito all’esigenza evidenziata dall’Associazione dei commercianti di dare un freno alla pianificazione fin troppo elastica che fino ad oggi ha goveranto talune scelte locali.


Opinioni a confronto

Sergio Rebecca, presidente Ascom Vicenza: «L’assenza di una reale pianificazione sta alterando le condizioni di concorrenzialità tra i diversi sistemi distributivi.. Occorre recuperare l’idea e il concetto di quella «grande Vicenza» come area vasta formata dal capoluogo e dai 18 Comuni contermini in grado di costituire un distretto commerciale di cui Vicenza rappresenti il fulcro centrale e il polo attrattivo».

Fernando Lucato, urbanista: «Va superata la logica ingegneristica del governo della circolazione cittadina. E’ necessaria una riprogettazione della viabilità che sia attenta alla funzione della strada quale supporto all’itinerario commerciale, con un potenziamento dei servizi di fermata dei mezzi pubblici e privati».

Giancarlo Conta, assessore regionale al commercio: «La Regione sta redigendo un progetto di legge su un possibile finanziamento regionale di programmi di rivitalizzazzione commerciale dei centri storici. La nostra volontà, non è quella di finanziare «a pioggia» un numero elevato di persone che intendano migliorare la loro singola attività, ma di intervenire con dei precisi programmi pensati per interventi coordinati nell’ambito di un particolare tessuto urbano.»
Manuela Dal Lago, presidente della Provincia di Vicenza: «La nuova legge regionale sul commercio non sembra voler rafforzare il ruolo delle Provincie in materia di piani regolatori comunali come noi avremmo voluto. Di fatto il progetto di legge restituisce in toto alla Regione la competenza relativa alle concessioni in materia di grandi strutture di vendita. E per di più stabilisce che c’è spazio per altri 140 mila metri quadrati di maxi-superficie di vendita, in piena contraddizione con la felice intuizione del Piano regionale di sviluppo presentato in luglio..»

Dino Menarin, presidente della Camera di Commercio di Vicenza: «Il commercio è schiacciato dalle pressioni della competizione da un lato, e dalle richieste del territorio dall’altro. E’ giunto il momento di chiederci che tipo di rete commerciale vogliamo, tenendo presente della sua funzione sociale che vorrebbe un centro storico più vivo, negozi di vicinato per gli anziani e periferie con un tessuto di relazioni animato».

Maurizio Franzina, assessore al territorio Comune di Vicenza: «Questa amministrazione si è fortemente focalizzata sulle opportunità urbanistiche della nostra città: il teatro, l’alta capacità, il tribunale, e più in generale il recupero delle aree industriali dismesse ove collocare le funzioni eccellenti e qualificanti che diventano a loro volta poli attrattori e motori di sviluppo anche commerciale».

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