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Confcommercio Veneto Notizie

ELEZIONI: LE PRIORITA’ PER IL TERZIARIO

Nr. 09 del 10/05/2004

Con l’election day del 12 e 13 giugno, in Veneto ci saranno più di 390 nuove amministrazioni comunali rinnovate. Tanti sono infatti i comuni chiamati alle urne. Di questi, un capoluogo di provincia, Padova, una ventina di comuni sopra i 15 mila abitanti e più di 360 comuni con meno di 15 mila abitanti. Alla fine, dunque, saranno qualche milione i veneti chiamati a rinnovare i consigli comunali. E tra questi elettori ci saranno anche tanti operatori del commercio, del turismo e dei servizi, chiamati, con il loro voto, a scegliere i futuri sindaci. Un appuntamento importante, perché poche altre attività imprenditoriali sono legate alle scelte politiche locali in modo altrettanto stretto quanto i negozi, i pubblici esercizi, e alcune realtà dei servizi. Le scelte urbanistiche e la programmazione commerciale, per esempio, possono cambiare il volto di un paese, con tutto ciò che ne consegue per chi in quell’area è titolare di un esercizio commerciale.
Proprio per il compito delicato che i futuri amministratori avranno quando si tratterà di affrontare ambiti che interessano il commercio, il turismo e i servizi, la Confcommercio di Vicenza invierà, a tutti i candidati sindaci dei 96 comuni della provincia berica che andranno alle urne, un dettagliato pro memoria sulle priorità del Terziario in ambito comunale. Il documento, sintetizzato nel pieghevole allegato a questo numero di Confcommercio Veneto Notizie, affronta le principali problematiche del settore e analizza il ruolo delle amministrazioni locali in alcuni ambiti strategici. «Lo scopo di questa iniziativa - afferma Sergio Rebecca, presidente della Confcommercio di Vicenza - è quello di dare ai futuri sindaci un contributo pratico per operare in un’ottica precisa: il mantenimento di una pluralità nella tipologia dell’offerta distributiva; l’esaltazione delle potenzialità turistiche, nonché per favorire lo sviluppo dei servizi alle imprese e alle persone».
In questo senso è fondamentale, secondo il documento redatto da Confcommercio, «rafforzare quel centro commerciale naturale di tipo reticolare» che caratterizza i centri cittadini. Un’azione che si può compiere prima di tutto bloccando gli insediamenti di grandi strutture di vendita e facendo «finalmente riferimento ad una programmazione sovracomunale, sia in termini urbanistici che commerciali, che coinvolga tutti gli attori amministrativi dell’area interessata». Meno campanilismo, quindi, ma più collaborazione tra comuni per il bene del commercio locale.
Il documento Confcommercio pone poi l’attenzione sul problema dell’accessibilità e dei piani del traffico, sottolineando come «la rete commerciale, soprattutto quella formata da esercizi di vicinato, è particolarmente sensibile alle modifiche dei flussi veicolari». E’pertanto necessario un coinvolgimento dei diretti interessati, per il tramite dell’Associazione dei commercianti, prima di introdurre stravolgimenti viabilistici, di pedonalizzare un’area o di modificarne le modalità di accesso.
Spesso questo tipo di interventi vengono promossi dalle amministrazioni con l’alibi di una migliore vivibilità del territorio, ma in questo senso, secondo la Confcommercio, un ambiente a «misura d’uomo» va prima di tutto perseguito impegnandosi in aspetti quali la pulizia e il decoro delle vie e la vigilanza da parte delle forze dell’ordine; contrastando la cementificazione delle aree verdi, prevedendo adeguati parcheggi a ridosso degli esercizi commerciali o delle eventuali aree pedonali istituite.
La vivibilità di una città, di un centro, piccolo o grande che sia, si misura anche dalla quantità e dalla qualità dei negozi, dei locali e dei servizi che animano le sue vie. A questo proposito, secondo Confcommercio, vanno studiate azioni specifiche di incentivazione al settore: erogare incentivi, con particolare riferimento all’imprenditoria giovanile, per quelle realtà commerciali e turistiche che decidono di insediarsi nel cuore della città; favorire l’ammodernamento e la riqualificazione delle strutture turistiche; prevedere misure di sostegno attraverso agevolazioni nei tributi. Non solo, è anche necessario, per dare nuovo impulso e nuova vita a centri, «promuovere studi o piani di marketing urbano in grado di evidenziare soluzioni ed iniziative sociali, culturali, di arredo urbano, di posizionamento delle attività», in grado cioè di rivitalizzare gli stessi centri.
Un ambiente favorevole al commercio, al turismo e ai servizi si crea anche lavorando su altre leve. Per esempio la sicurezza, per la quale Confcommercio chiede di «potenziare il disegno di controllo del territorio», un impegno che non deve limitarsi alle parole e ai programmi, ma che deve essere concretamente dimostrato indicando espressamente l’investimento finanziario che si intende destinare alla sicurezza degli operatori commerciali e turistici. La lotta all’abusivismo va, secondo Confcommercio, condotta attraverso «una maggiore attenzione degli organi di vigilanza a quelle realtà di vendita e di somministrazione che non rientrano nell’ambito delle autorizzazioni in possesso e che interessano soprattutto il settore dell’agriturismo, dei circoli privati, degli spacci aziendali, ma anche le attività abusive nel settore della mediazione o del commercio ambulante».
E poi c’è il capitolo della finanza locale. Qui il documento Confcommercio mette un punto fermo e categorico: «l’introduzione di nuovi tributi e gli eventuali aumenti di quelli già esistenti vanno applicati solo a fronte di effettivi miglioramenti delle prestazioni o di istituzione di nuovi servizi». No dunque ad interventi giustificati solo dalla necessità di far quadrare i conti delle amministrazioni, scaricando sugli imprese le difficoltà della finanza locale. Confcommercio punta poi il dito sulla tassa rifiuti, che deve essere riportata al vero spirito della legge, vale a dire di un pagamento commisurato alla effettiva produzione di rifiuti. «Diviene indispensabile - recita su questo punto il documento dell’associazione - una rigorosa classificazione delle utenze commerciali, diversificate in base alla loro effettiva produzione di rifiuti» eliminando così l’iniqua discriminazione tariffaria che ha visto questo tipo di utenze sottoposte a livelli di tassazione mediamente superiori di cinque volte le utenze domestiche ed altre utenze imprenditoriali.
«Il nostro non è un documento programmatico, e non vogliamo assolutamente che qualche candidato, con un’abile operazione di «copia-incolla», faccia sue le nostre richieste per un semplice calcolo elettoralistico- afferma il presidente provinciale di Confcommercio Sergio Rebecca - E’ invece un promemoria per i futuri sindaci, perché abbiano ben chiare, nel momento delle scelte, quali sono le priorità del terziario nel loro comune. Per gli operatori del settore, invece, il pieghevole inserito nel giornale è un utile vademecum per riuscire ad individuare, nei programmai dei candidati, quali sono gli orientamenti più consoni alle esigenze del settore. Il linguaggio è chiaro, con poche sottigliezze e molti punti concreti - conclude Rebecca - segno che ai futuri sindaci chiediamo scelte altrettanto chiare e concrete».
Diego Trevisan

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