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Confcommercio Veneto Notizie

LA NUOVA LEGGE SUL COMMERCIO VA CORRETTA

Nr. 09 del 10/05/2004

E’ battaglia rovente, tra maggioranza ed opposizione, sulla nuova legge regionale per il commercio, approdata nei giorni scorsi in Consiglio regionale veneto. Una battaglia a suon di emendamenti (956 quelli presentati dalla minoranza), che ha avuto come risultato un rinvio del provvedimento in Commissione. Al momento in cui scriviamo, dunque, il progetto di legge è approdato di nuovo in aula, ma la discussione continua.
Confcommercio, ovviamente, non sta a guardare di fronte al cammino travagliato di un Pdl che disegnerà l’assetto futuro del commercio nella nostra regione. L’Associazione, che in più occasioni non ha mancato di sollevare qualche perplessità sui contenuti del provvedimento, ha trasmesso in Regione una proposta per arrivare ad un raccordo tra la legge urbanistica e quella del commercio, proposta che è stata poi concretizzata con la richiesta di specifiche modifiche.
E’ chiaro infatti che le due leggi, quella urbanistica approvata nelle scorse settimane e in procinto di essere pubblicata nel B.U.R., e quella commerciale, devono essere coordinate e ciò proprio per le notevoli implicazioni che l’assetto del territorio ha, soprattutto sul fronte delle attività del commercio e del turismo. In particolare è stato evidenziato come l’ottica sovracomunale che ispira la nuova legge sulla programmazione urbanistica, dovrebbe essere una linea guida anche per la legge commerciale. Un aspetto, questo, non compiutamente contemplato dal Pdl in discussione, nonostante le osservazioni della Confcommercio siano state già ampiamente risapute, scritte, documentate e illustrate durante l’intero iter istruttorio della legge in Commissione, che ha preceduto l’arrivo in Consiglio.
Confcommercio non si è comunque limitata a far pervenire le proprie osservazioni, maturate sulla scorta di quanto accaduto con la legge 37, ma si è fatta anche parte attiva per un cambiamento di alcune parti del Pdl. Le modifiche richieste hanno infatti lo scopo di correggere alcune «distorsioni» della norma. In particolare si è intervenuto sull’articolo 19, relativo ai criteri urbanistici per le grandi strutture di vendita e i parchi commerciali. La nuova legge prevede che vi sia un contingentamento di superfici per le grandi strutture di vendita per ognuna delle 18 aree in cui è suddiviso il territorio regionale. All’interno di queste aree, però, è previsto che il primo Comune che fa domanda alla Conferenza dei servizi regionale possa ottenere la relativa autorizzazione, assorbendo tutta o parte della superficie contingentata, a prescindere dalla localizzazione più o meno ottimale. Il comune che presenta la domanda successivamente, anche se la localizzazione della struttura è di gran lunga migliore, otterrà risposta negativa se esaurito il contingente. Di fronte a questa eventualità, la richiesta di Confcommercio mira a evitare che si creino situazioni paradossali sul territorio: viene infatti riconosciuto un ruolo di coordinamento alle Province e alla programmazione intercomunale.
Le altre variazioni proposte intervengono su altrettanti «punti caldi» della legge. Innanzitutto gli outlet: il fine è quello di prevedere che questi esercizi siano diretta emanazione delle aziende produttrici; si tratta infatti di una forma particolare e limitata di vendita. Un’ulteriore variante è stato presentata sull’articolo 8, che definisce le esclusioni della programmazione regionale. I «correttivi» indicati dalla Confcommercio sono mirati a chiarire che un esercizio non alimentare a grande fabbisogno di superficie, per essere escluso dai vincoli della programmazione, deve vendere in forma esclusiva quel tipo di beni ed essere esterno a centri o parchi commerciali (se invece è interno non deve superare una certa superficie massima). Con la dizione prevista nel progetto di legge sul commercio tutto questo non è affatto chiaro, anzi.
L’obiettivo è ora quello di far recepire, in sede di approvazione del provvedimento, queste modifiche, contribuendo ad una revisione delle legge che sia più in linea con le necessità della distribuzione moderna e rispettosa del ruolo sociale dei piccoli e medi esercizi di vicinato.

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