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Confcommercio Veneto Notizie

LAVORARE DA CASA, OGGI SI PUO’

Nr. 12 del 28/06/2004

Un trasloco di ufficio, dagli spazi aziendali al salotto di casa. Si è tramutato in realtà il sogno segreto di molti lavoratori italiani. Con un accordo interconfederale tra le diverse rappresentanze interessate, il telelavoro, vale a dire la possibilità per i lavoratori subordinati di svolgere la propria prestazione non necessariamente in ufficio, usufruendo delle tecnologie messe a disposizione dall’impresa, è diventato concreto. Chiunque può infatti farne richiesta al proprio datore, che a sua volta ha la possibilità di accettare o di rifiutare. E tutto, senza necessariamente dover inquadrare la nuova situazione in un mutato rapporto lavorativo.
Stando agli accordi siglati in questi giorni tra Confcommercio, Confindustria, Confartigianato, Confesercenti, Cna, Confapi, Confservizi, Abi, Agci, Ania, Apla, Casartigiani, Cia, Claai, Coldiretti, Confagricoltura, Confcooperative, Confinterim, Lega Coop, Unci e Cgil, Cisl e Uil, il telelavoro viene infatti considerato non più come una nuova tipologia di lavoro, bensì, nell’ambito del comune rapporto di impiego subordinato, come una normale modalità di svolgimento dell’ordinaria prestazione lavorativa.
In questo la novità dell’intesa sottoscritta, che chiude il recepimento dell’accordo-quadro europeo sul settore e che rappresenta la prima trasposizione a livello nazionale di un accordo in Europa non giuridicamente vincolante.
Positive, in questo senso, le dichiarazioni che giungono dalla Confcommercio nazionale. L’intesa siglata infatti, fanno sapere dall’Associazione commercianti, ricalca nella sostanza quanto già realizzato con le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil di categoria nel settore del terziario, distribuzione e servizi, il 20 giugno 1997. «Fa piacere- commentano dall’Ascom-, che a sette anni di distanza, tutte le rappresentanze del mondo imprenditoriale e sindacale condividano una impostazione che per prima, in Europa, ha saputo cogliere le specificità del nostro settore.»
Ma più che positive, del resto, sono anche le dichiarazioni che giungono dai tre sindacati confederali. Prima fra tutte la Cisl, che punta il dito sulla capacità del nuovo accordo «di cogliere da un lato l’esigenza di flessibilità del lavoro d’oggi- fanno sapere-, e dall’altro di coniugare in maniera forte l’importanza delle tutele».
Non meno entusiastica l’adesione della Cgil, che guarda all’intesa come «al primo passo di un nuovo protagonismo delle parti sociali nella definizione di una nuova area contrattuale». E della Uil, che parla «di un dato politico non indifferente, che segna una nuova fase di contrattazione».

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