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Confcommercio Veneto Notizie

FIRMATO IL CONTRATTO DEL COMMERCIO

Nr. 13 del 12/07/2004

Un contratto che chiude un lungo periodo di stallo e rilancia il ruolo centrale dei servizi come fulcro dell’economia. Per il commercio si apre un nuovo ciclo in uno scenario che sembrava bloccato e depresso. Dopo diciotto mesi di trattative Confcommercio e sindacati di categoria siglano l’intesa per il rinnovo del contratto del commercio. Il precedente accordo era scaduto il 31 dicembre 2002 e proprio per le difficoltà, che si trascinavano da tempo, di mediare una posizione accettabile da ambo le parti, i sindacati avevano proclamato per i primi giorni di luglio uno sciopero dei lavoratori del settore, che è stato, quindi, revocato. In provincia di Vicenza il nuovo contratto riguarda oltre 35 mila lavoratori, circa un milione e 700 mila in tutta Italia, delle più varie tipologie: impiegati, commessi, addetti alle vendite, tecnici, cassieri, magazzinieri, ecc., assunti dalla grande distribuzione organizzata così come dal piccolo punto vendita, e in più, tutta una serie di figure professionali impiegate nelle diverse realtà delle imprese dei servizi. Ma, ecco qui di seguito i punti e i passaggi più significativi del nuovo contratto di lavoro.

Parte economica
L’accordo per il rinnovo del contratto del commercio prevede un aumento medio a regime, per il periodo 2003-2006, di 125 euro oltre ai 14,46 già erogati a gennaio 2003. Inoltre è prevista l’una tantum complessiva media di 400 euro (IV livello) a copertura del periodo di carenza contrattuale (18 mesi). L’aumento economico sarà erogato in quattro tranche: 35 euro da luglio 2004, 37 euro da dicembre 2004, 23 euro da luglio 2005 e 30 euro da settembre 2006, mentre l’una tantum per il IV livello sarà erogata per 250 euro a luglio 2004 e per 150 euro a gennaio 2005, e verrà riparametrata per gli altri livelli.

Apprendistato
Il rapporto ora attivabile per una durata fino a 48 mesi rispetto ai 24 disciplinati dal vecchio contratto, fissa il punto di equilibrio tra i tempi necessari al processo di formazione e le qualifiche chiave per i profili degli addetti, ai diversi livelli di inquadramento contrattuale, compresi quelli medio-alti.

Contratti di inserimento
Sostituiscono i vecchi contratti di formazione lavoro recependo i contenuti della Legge Biagi.

Part-time
Riconosciuto il suo ruolo positivo rispetto all’obiettivo dell’incremento del tasso di occupazione per la sua capacità di contemperarsi con vari percorsi di vita: donne lavoratrici e studenti lavoratori, in particolare. Il rilievo del part-time nelle imprese del terziario è stato governato riconoscendo ai lavoratori alcune tutele di base, anche in direzione della possibile trasformazione del rapporto da tempo parziale a tempo pieno, ma anche non penalizzando economicamente la possibilità che l’impresa richieda al lavoratore ore di lavoro supplementare o una diversa articolazione dell’orario, attraverso le cosiddette clausole elastiche e flessibili.

Contratti a termine e di somministrazione di lavoro a tempo determinato
Completa liberalizzazione della possibilità di ricorrere a questi strumenti, nell’ambito di un’aliquota complessiva del 28% del personale. Nessun limite numerico quando queste forme di rapporto di lavoro vengano attivate o per start-up aziendali o per sostituzione di lavoratori assenti.

Quadri
La scelta fatta è stata quella di supportare formazione e assistenza sanitaria, attraverso gli istituti bilaterali (Quas, Quadrifor).
Sicurezza sociale - lstituita l’assistenza sanitaria integrativa e rafforzata la contribuzione destinata alla previdenza complementare attraverso il fondo di settore (Fon.Te).

Formazione continua
Il quadro della bilateralità si completa con l’impegno delle parti per i processi di far riferimento al ruolo operativo di For.te, il fondo per la formazione continua dell’intero settore terziario.
Soddisfazione per l’intesa raggiunta viene dalla Confcommercio nazionale. «Questo contratto - è il commento - recepisce per primo quanto di costruttivo ed innovativo contiene la legge Biagi. Inoltre, conferma come le prospettive di sviluppo della nostra economia passino ormai in gran parte dalla porta dei servizi. In pratica fra le forze trainanti dell’economia e il sindacato si ripete quello schema che portò l’Italia al boom. Il settore dei servizi è massa critica nella produzione di ricchezza e di nuovi posti di lavoro, e le forze politiche debbono prenderne atto».
«Avere raggiunto l’intesa - dice il presidente della Confcommercio di Vicenza Sergio Rebecca - è già di per sé un risultato utile a placare le tensioni dell’ultimo periodo di trattative. E’ stato trovato un punto di equilibrio tra le parti contrattuali e sono stati evitati, di conseguenza, gli scioperi già proclamati, che avrebbero causato sicuramente disagi ai consumatori e messo in difficoltà un settore, quello del commercio appunto, che sta risentendo i modo evidente di una situazione congiunturale non favorevole. A livello provinciale, comunque, il confronto per il rinnovo del contratto si è svolto all’insegna del rispetto reciproco e senza che il conflitto si inasprisse eccessivamente. Ora valuteremo attentamente l’accordo nazionale, con le modifiche dell’ultima ora che hanno permesso di arrivare alla firma, ma in generale pare un’intesa equilibrata che porta dei vantaggi economici ai lavoratori proporzionati alle possibilità delle imprese, in una situazione di mercato non certo facile e con molte incertezze per il futuro. Inoltre l’accordo ricalca i contenuti di flessibilità, già presenti comunque nel precedente contratto nazionale e provinciale, adattandoli e recependo lo spirito della legge di riforma del mercato del lavoro».

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