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Confcommercio Veneto Notizie

CENTRI STORICI, INIZIA IL FUTURO

Nr. 14 del 26/07/2004

La Giunta regionale vara il disegno di legge che si propone di rivitalizzare i centri storici. Ed è un punto di partenza importante per un nuovo e prezioso percorso da compiere in chiave culturale, economica e turistica. Ora sarà il Consiglio di palazzo Ferro Fini a dover condurre definitivamente in porto un provvedimento di grande valenza che proietta nel futuro, ma intanto in questo modo si pone una vera e propria pietra miliare, che potrà influenzare decisamente lo sviluppo della vita urbana ed economica dei prossimi anni.
Ne parliamo con Giancarlo Conta, assessore alle attività commerciali del Veneto.
Allora, assessore, qual è stata la ragione di fondo che ha portato a un disegno di legge che si può definire epocale?
«Credo che la ragione principale sia una sola: i centri storici dovevano finalmente ritrovare le motivazioni che nel corso dei secoli li hanno resi poli di attrazione della comunità, espressione di vita e di confronto, di economia e di cultura. Noi siamo convinti che sia possibile rivitalizzarli quanto più si ripristinano le condizioni perché tornino ad essere elementi basilari dell’attività quotidiana. Quanto più, cioè, si torni a una città in cui i cittadini ritrovino il senso della frequentazione e della fruizione del centro storico».
Lei a questo provvedimento pensava dall’inizio del mandato.
«Sì, lo avevamo ipotizzato da tempo. Sul testo che abbiamo elaborato ci siamo confrontati a lungo con le categorie, ottenendo consensi e incoraggiamenti. Ora la proposta passa all’esame del Consiglio e l’augurio è che l’approvazione definitiva possa venire in tempi rapidi, magari prima della fine dell’anno, per dare piena operatività agli interventi che abbiamo previsto a partire dal 2005».
E’ una legge senza precedenti...
«Non c’è dubbio. E’ la prima legge del genere, ma, al di là di ciò, c’è un dato che vorremmo mettere in evidenza. Questa legge è stata pensata non per sostenere casualmente un’iniziativa piuttosto che un’altra, ma per cofinanziare programmi integrati, complessivi e condivisi. In altre parole, si rivolge a programmi che riguardano tutti gli aspetti della vita di un centro urbano, dove le botteghe hanno certamente una loro valenza primaria, ma dove servono anche accessibilità, servizi e altre azioni collegate».
Una normativa, quindi, che coinvolge non una ma molte visuali, e che può diventare un punto di riferimento.
«Siamo pienamente convinti che sia una legge importante e, se ci è concesso, anche ben fatta, come dimostra l’interesse con la quale altre Regioni stanno guardando a questa normativa sin da quando l’abbiamo messa in cantiere».
Soprattutto era una legge necessaria...
«Assolutamente. E la sua necessità nasce da una semplice ma fondamentale constatazione: nel Veneto in questi ultimi anni abbiamo assistito alla chiusura nei centri storici di molti negozi tradizionali. Moltissime attività commerciali anche al dettaglio si sono progressivamente trasferite nei centri commerciali alle periferie delle città. Ma molto spesso si è assistito alla chiusura sic et simpliciter delle vecchie botteghe. Gli stessi operatori commerciali tradizionali sono disincentivati a rimanere e ancor più ad aprire in centro storico a causa dei costi elevati e dell’accresciuto valore commerciale degli stabili utilizzabili».
-Una questione solo economica?
«Non solo questo. La crisi delle botteghe dei centri storici coinvolge aspetti sociali e culturali, perché viene meno quella funzione commerciale che ha disegnato l’immagine stessa delle nostre città, la cui vitalità, per così dire, è oggi spesso legata e limitata solo agli orari di apertura degli uffici pubblici e di attività direzionali».
Cosa fare, dunque, per rilanciare i centri storici e rinnovare l’attenzione verso quelli che sono sempre stati considerati i luoghi della tradizione del commercio?
«Noi intendiamo operare con azioni capaci di garantirne la sopravvivenza e le possibilità di sviluppo. Finanzieremo programmi finalizzati a rivitalizzare e a riqualificare sotto l’aspetto commerciale i centri storici e gli altri luoghi del centro urbano. Questi programmi potranno essere predisposti direttamente dai Comuni oppure essere proposti ai Comuni da altri soggetti pubblici o anche dalle stesse organizzazioni di categoria del commercio e dai Centri di assistenza tecnica. Ma a fare proposte potranno essere pure i privati, singolarmente, riuniti in consorzi o associati tra loro, purchè tutti dimostrino di voler dialogare concretamente tra loro e di voler mettere assieme risorse ed energie».
L’obiettivo finale qual è?
«Quello di favorire la messa a punto di interventi coordinati, in grado di affrontare congiuntamente problematiche diverse, come possono essere quelle legate al traffico, alla ristrutturazione degli edifici, alla tutela del patrimonio architettonico, ma anche quelle che riguardano la promozione commerciale, gli interventi su spazi pubblici, gli stessi supporti logistici all’attività commerciale delle zone pedonalizzate, o al reperimento di immobili destinati al commercio».
E la gestione chi la farà ?
«Tutti questi programmi prevedono la presenza di un «gestore», il Town City Manager, che dovrà coordinare l’attuazione delle iniziative, ovviamente con la partecipazione dei diversi soggetti interessati. Proprio per questo abbiamo previsto uno stanziamento iniziale di 5 milioni di euro per il biennio 2004 - 2005, da destinare a Comuni, operatori commerciali, a chi predispone il programma, a chi lo gestisce».

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