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FERIE SI, MA ALL’INSEGNA DEL RISPARMIO

Nr. 15 del 09/08/2004

C’erano una volta le vacanze d’oro. Ferie al mare o in montagna in cui si spendeva, si era splendidi, non si rinunciava a nulla, dai ristoranti dalle tante stelle Michelin ai locali cult, ai negozi dove si compravano gli articoli firmati. A luglio e ad agosto era sempre così, dopo la lunga attesa, e ognuno pretendeva il proprio pizzico di relax da vivere alla grande. E gli italiani, nell’esercito dei turisti, erano quelli che meglio interpretavano l’estate all’insegna della prodigalità. Oggi le cose sono radicalmente cambiate. Alle vacanze non si rinuncia, anzi aumenta sempre di più il popolo del turismo estivo, ma si rinuncia al resto, e si sta molto attenti al portafoglio. Lo specchio di questa situazione viene da un’indagine della Federalberghi-Confturismo, che, aiutata dall’Istituto Cirm, è andata a «sondare» un campione rappresentativo di 704 italiani, rappresentativi di oltre 47 milioni di persone, confrontando le loro effettive vacanze con quelle pronosticate alla vigilia dell’estate. E i risultati sono eloquenti. Rispetto alle attese sono di più gli italiani che hanno già fatto o intendono fare vacanze durante questi mesi caldi (il 62 per cento contro il 56 della precedente rilevazione). Le note dolenti arrivano dall’andamento nel mese di luglio (-6,5 per cento rispetto alle previsioni), dalla durata media della vacanza estiva (due notti in meno, da 15 a 13) e soprattutto dalla contrazione della spesa media, ridottasi ad 810 euro pro-capite per un giro d’affari di circa 23,8 miliardi di euro contro i 935 per 25 miliardi di euro già stimati.
«Si registra una perdita di oltre 1 miliardo di euro -lamenta il presidente della Federalberghi, Bernabò Bocca - che a livello di bilancio delle imprese ricettive farà sicuramente la differenza a fine stagione».
Ad essere mutato molto è anche il quadro degli spostamenti degli italiani per le vacanze estive. Mentre ad inizio estate il 75 per cento dichiarava che sarebbe rimasto in Italia ed il 22 che sarebbe andato all’estero, oggi il 79 per cento resterà in Italia ed il 19 andrà all’estero.
Il mese di giugno ha mantenuto, come nelle aspettative, una certa dinamicità nei flussi turistici, che si è concretizzata essenzialmente in periodi brevi di soggiorno, per lo più week end di 1 o 2 notti. Per quanto riguarda invece i mesi a venire, agosto si conferma il mese più «caldo»: il 70 per cento di chi farà vacanza questa estate la «consumerà» infatti in questo mese e ciò vuol dire che 24,5 milioni di italiani saranno in qualche località di vacanza, essenzialmente nelle due settimane a cavallo di ferragosto. Di essi, 4,7 milioni andranno all’estero e 19,4 milioni rimarranno in Italia. Per finire, settembre sembrerebbe avere un appeal maggiore rispetto alle previsioni di inizio estate, anche se Federalberghi ritiene che «tra l’inizio delle lezioni scolastiche e la difficile congiuntura economica autunnale, tali rosee previsioni saranno ridimensionate».
Nel complesso gli italiani sceglieranno soprattutto il mare (77 per cento rispetto al 73 di inizio estate), seguito da un 14 per cento di italiani che andranno in montagna, mentre tra le tipologie di soggiorno l’albergo rimane il leader incontrastato, pur se in lieve flessione.
«Appare evidente -commenta Bocca - un drastico ridimensionamento della capacità di spesa degli italiani per le vacanze estive, pur rimanendo considerevole il numero di chi andrà fuori casa. E’ calato anche il numero di italiani in partenza per mete estere ed è diminuita di 2 giorni la durata media delle vacanze estive. Tutti indicatori che la dicono lunga, purtroppo, su una nuova fase di contrazione della spesa turistica delle famiglie italiane».
«Questo impone -aggiunge il presidente di Federalberghi - un intervento rapido ed efficace sulle campagne pubblicitarie dell’immagine Italia nel mondo, volte a proporre ad un mercato più ampio l’offerta turistica del Bel Paese, al fine di compensare con nuovi flussi esteri l’inevitabile contrazione della domanda interna. Ed impone al Governo un’attenta valutazione delle misure in campo economico che si stanno per varare, che se da un lato dovranno consentire di liberare le risorse degli italiani, dall’altro non dovranno penalizzare le imprese, alle prese con questa difficilissima congiuntura».
Note alterne vengono anche dai primi dati di luglio sul turismo nella nostra provincia e nel luogo di vacanza tipico che è l’Altopiano, dove sia la crisi economica e sia l’andamento climatico, con temperature molto basse, hanno frenato sensibilmente l’afflusso tenendo lontani i vacanzieri. Finora la stagione è stata salvata dalle manifestazioni e dagli eventi di promozione turistica. Il campionato di orientamento ha richiamato moltissimi appassionati, grazie al grosso impegno promozionale svolto, facendo registrare a luglio ben 25 mila presenze. Non c’è che dire: per il borsino del turismo asiaghese una preziosa boccata d’ossigeno, a dimostrazione che per favorire e attirare la domanda estiva c’è ormai sempre più bisogno di promozione e di manifestazioni.
F.P.

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