COMMERCIO. INIZIA IL NUOVO CORSO
Nr. 16 del 13/09/2004
E’ stata approvata la nuova normativa regionale sul commercio. Il Consiglio del Veneto, martedì 3 agosto, ha dato il via definito alla legge che detta le norme generali sulla programmazione dell’insediamento delle attività commerciali nelle province venete, in sostituzione della L.R. n. 37/99. Il testo è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione il 17 agosto scorso e la normativa è entrata in vigore già il giorno successivo.
Un parto lungo e travagliato quello della nuova legge regionale sul commercio, che ha visto ben 10 sedute di lavoro del Consiglio, più decine di ulteriori riunioni della commissione competente. Ma che ora porta finalmente a compimento il lungo battagliare tra maggioranza e opposizione su un provvedimento destinato a ridisegnare il futuro assetto del commercio dell’intera regione.
Dalla Confcommercio del Veneto il giudizio sulle nuove discipline normative si può dire positivo.
Il presidente regionale Massimo Albonetti, all’indomani dell’approvazione della legge, ha espresso un giudizio «sostanzialmente positivo pur nella consapevolezza che non potevamo certo pretendere che proprio tutte le nostre richieste fossero integralmente accolte. Infatti - ha detto - gli interessi in gioco erano molto forti. In questo difficile contesto, la Confcommercio del Veneto ha giocato il proprio ruolo con attenzione, vigilanza e confronto, al fine di far approvare una legge quanto più vicina ai nostri obiettivi sindacali».
Anche il presidente provinciale dell’Ascom di Vicenza, Sergio Rebecca, si dice sostanzialmente soddisfatto dei risultati raggiunti. «La nostra organizzazione - precisa il presidente -, ha sempre posto un’attenzione particolare all’iter normativo intrapreso dalla legge sul commercio. L’esperienza maturata con la L.R. n. 37 ci aveva infatti allertato su quelle che dovevano essere, a nostro avviso, le disposizioni da dover rivedere nel nuovo quadro normativo, e ciò che conta, oggi come oggi, è che i nodi principali cui tenevamo particolarmente siano stati recepiti dal nuovo assetto regionale.»
Vediamo da vicino alcuni degli aspetti più significativi della nuova norma.
Grandi strutture di vendita. C’è da ricordare che la legge regionale 37 prevedeva complessivamente 67.600 metri quadrati per tutto il Veneto, da utilizzarsi dal 1999 al 2001. In sostanza, però, le autorizzazione per le grandi strutture erano di fatto da tempo bloccate per l’utilizzo di tutti i contingenti disponibili già nella prima fase di programmazione, che tra l’altro ha avuto una durata di cinque anni anziché di due. Adesso, con la nuova legge si prevede la disponibilità di 113.100 metri quadrati per i tre anni della programmazione, da dividersi nelle 18 aree commerciali in cui è suddiviso il territorio veneto, privilegiando innanzitutto gli ampliamenti. E’ consentito inoltre alla Giunta regionale di utilizzare il 20% in più della superficie complessiva. All’interno di tale disponibilità, il 50% (cioè circa 11 mila metri quadri) potrà essere utilizzato dalla Giunta per risolvere contenziosi in essere, fino alla data del 30 giugno 2004.
Parchi commerciali. Il provvedimento istituisce e definisce i cosiddetti «parchi commerciali», cioè le aggregazioni di almeno tre esercizi commerciali e detta precise regole in proposito, tra cui quella che stabilisce che le istanze di autorizzazione commerciale ad attività che vogliono inserirsi in parchi commerciali esistenti o di nuova istituzione, siano esaminate con la procedura prevista per il rilascio di autorizzazione per le grandi strutture di vendita e attingendo alla disponibilità di superficie prevista dalla programmazione regionale.
Outlet. La legge definisce outlet le forme di vendita di prodotti non alimentari che consentono alle aziende produttive di vendere i prodotti in eccesso o di fine serie. Se queste strutture hanno però superfici corrispondenti a grandi strutture di vendita devono attingere alla tabella di superfici contingentate prevista dalla programmazione regionale. Inoltre gli outlet devono avere una distanza fra loro, in linea d’aria, non inferiore a cento chilometri.
Medie superfici. Tra le richieste avanzate dalla Confcommercio del Veneto, quella di meglio definire i principi per la determinazione - da parte dei Comuni - dei criteri programmatori ha sempre assunto un ruolo rilevante. In passato, infatti, in alcune parti del territorio si era assistito alla nascita di medie strutture di vendita che, però, erano nella pratica dei centri commerciali a tutti gli effetti. La nuova legge ora pone degli argini ben precisi e detta regole ben più stringenti per i Comuni, fra cui l’obbligo di considerare il rapporto tra densità di medie-grandi strutture di vendita ed esercizi di vicinato.
Esercizi di vicinato. Pur mantenendo il principio, già introdotto dal Decreto Bersani, secondo il quale gli esercizi di vicinato sono soggetti ad una generale liberalizzazione, la nuova legge regionale prevede specifici casi nei quali la loro apertura è sottoposta alle medesime regole previste per le strutture di maggiore superficie (è tale il caso, ad esempio, di esercizi di vicinato facenti parte ai parchi commerciali). E’ peraltro stato elevato da 150 a 250 metri quadrati il limite di superficie al di sotto del quale, nei Comuni con più di 10 mila abitanti, si applicano le semplificazioni previste per gli esercizi di vicinato.
Il ruolo delle province. La nuova legge riconosce un importante ruolo programmatorio alle province che, una volta approvati i piani territoriali di coordinamento provinciale, avranno il compito di localizzare le disponibilità per i nuovi insediamenti delle grandi strutture di vendita.
Provincia di Vicenza. Nella sostanza, per la provincia di Vicenza, la nuova legge non modifica di molto gli equilibri già esistenti tra piccole, medie e grandi strutture. In particolare, per quanto riguarda la disponibilità per i grandi centri di vendita e i parchi commerciali, la nuova legge prevede circa 20.400 metri quadrati da destinare ai 121 Comuni della Provincia suddivisi in 3 aree sovracomunali (Vicenza; Asiago-Thiene-Bassano; Arzignano-Schio- Valdagno). Di questi, 5.400 riguardano i prodotti alimentari, 11.000 i non alimentari e 4.000 il settore misto. Resta fermo, comunque, il principio generale che attribuisce priorità massima all’ampliamento degli esercizi già presenti, rispetto alla concessione di nuove autorizzazioni. A tal proposito, come detto, riveste un ruolo importante la Provincia: una volta approvati i Piani Territoriali di coordinamento provinciale, infatti, sarà infatti di competenza degli uffici di Palazzo Nievo localizzare al meglio i nuovi insediamenti.
«In linea di massima- dice il presidente Rebecca-, guardiamo con favore a questa nuova legge. Rimangono ora da analizzare gli articoli, punto per punto, soprattutto le modifiche al testo iniziale dovute ai numerosi emendamenti votati nella seduta di approvazione della legge, poi organizzeremo degli incontri per gli associati, con i quali illustrare la nuova normativa. Nel complesso, credo di poter dire che la tenacia dell’Associazione nel difendere le linee basi del settore abbia ottenuto i principali obiettivi prefissi, tra cui quello che fissa un maggior coordinamento tra programmazione commerciale e programmazione urbanistica. Un nuovo capitolo del commercio si sta finalmente per scrivere».
F.P.
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