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LA RIPRESA E’ ANCORA LONTANA

Nr. 16 del 13/09/2004

L’estate si chiude con il dilemma-inflazione. La ripresa autunnale dovrà dare molte risposte su varie questioni, alcune delle quali a livello mondiale, che hanno accentuato negli ultimi mesi i problemi dell’economia. Restano, infatti, le tensioni del caro-petrolio e rischiano non solo di compromettere le possibilità di rientro dall’inflazione, ma anche di annullare le possibilità di crescita del sistema, che già sconta una dinamica molto debole della domanda interna. Quanto agli altri parametri significativi, sono rimaste pressoché ferme le componenti interne, soprattutto gli alimentari, ma le vendite al dettaglio, dopo la flessione dei mesi scorsi, hanno avuto un leggero recupero. E, secondo il Centro studi della Confcommercio, sono segnali che confermano la stagnazione dei consumi, allontanando ancora quella indispensabile ripresa senza la quale la crescita italiana rischia di rimanere ben al di sotto dell’1 per cento, attestandosi sui valori non esaltanti dell’ultimo triennio. Da segnalare un altro fatto. Anche a giugno l’occupazione nelle grandi imprese ha fatto segnare un andamento negativo con la perdita di 16 mila posti di lavoro, contro, invece, un aumento di 7 mila occupati nei servizi. Complessivamente nei primi sei mesi dell’anno, l’occupazione nell’industria, rispetto allo stesso periodo del 2003, è scesa del 2,9 per cento al lordo della Cassa integrazione, mentre quella nei servizi ha avuto un andamento diverso, con una variazione media dello +0,5 per cento al lordo della Cig. Anche per il turismo è stata un’estate calda in tutti i sensi. Il bilancio finale della stagione estiva mostra dati non proprio confortanti. La Fipe parla di 7 milioni di presenze giornaliere e di 420 milioni in meno rispetto allo scorso anno. E a questa perdita va sommata anche quella stimata sui pubblici esercizi, pari a circa 1.200 milioni. La contrazione dei consumi ha pesato, come conferma una ricerca condotta dal Centro studi della stessa Fipe-Confcommercio, secondo la quale alla vacanza rinunciano ormai molti e chi ci va fa attenzione a spendere.

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