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Confcommercio Veneto Notizie

“IL FEDERALISMO AVRA’ VITA DURA”

Nr. 16 del 13/09/2004

«Le posizioni che sembrano maturarsi a Roma sullo Statuto della Regione Veneto sono significative per capire quanto sarà dura e difficile la strada per l’affermazione del federalismo nel nostro Paese».
Lo afferma il presidente di Confcommercio Veneto Massimo Albonetti, all’indomani della notizia sulle contestazioni, da parte del Governo centrale, dei punti che riguardano l’autonomia finanziaria, l’ambiente e la tutela del paesaggio. L’associazione che rappresenta le imprese del commercio, turismo e dei servizi della regione, esprime così il proprio disappunto per l’impugnazione davanti alla Corte Costituzionale, da parte del Governo, di alcuni punti dello Statuto che andrebbero ad invadere il campo delle competenze statali.
«Credo che le resistenze siano di tipo burocratico e, almeno spero, non di tipo politico - dichiara Albonetti - Infatti, la burocrazia è la più insensibile a ogni ipotesi di riforma e a cambiamenti che modifichino lo ‘status quo’ di un ordine consolidato. Pare assurdo che lo Statuto Regionale sia contestato perché contiene principi generici, quali gli obiettivi di conservare e tutelare l’ambiente, oppure di assicurare la tutela e la valorizzazione dell’inestimabile patrimonio storico e culturale, oppure ancora di perseguire l’autonomia finanziaria nel rispetto dei principi fondamentali della Costituzione. Stentiamo a crederci, così come crediamo che, alla fine, si tratti di «falsi allarmi» che poi rientreranno per un comune buon senso, più ancora che per lungimiranti posizioni politiche. Però, come detto prima, sono campanelli d’allarme che ci fanno capire come sarà lunga e difficile la strada dell’affermazione delle autonomie locali e regionali, contro una burocrazia centralista e insensibile alle riforme dello Stato».
Pur nell’amarezza delle considerazioni su questa vicenda, Confcommercio Veneto confida nel fatto che tutto si chiarisca per il meglio: «Non credo che su questi aspetti il Governo impugnerà lo Statuto, né credo che, se anche ciò accadesse, la Corte Costituzionale sposerebbe tali posizioni. Come detto è questo «rumor» burocratico-politico che più di tutto ci deve preoccupare», conclude Albonetti.

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