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Confcommercio Veneto Notizie

PUBBLICI ESERCIZI: PRESTO LE NUOVE REGOLE

Nr. 18 del 11/10/2004

Accantonata la legge regionale sull’insediamento delle attività commerciali nel Veneto, una legge tanto attesa dal settore quanto dibattuta e tribolata nella sua approvazione, un altro importante provvedimento, altrettanto atteso e riguardante i pubblici esercizi, sta per essere varato dalla terza commissione regionale presieduta da Gaetano Fontana. Ed è appunto con il suo presidente, vicentino, impegnato in politica fin dal 1965, che abbiamo voluto scambiare due parole sul lavoro affrontato e sul contenuto di questi due leggi che vanno a regolamentare lo sviluppo sul territorio di settori fondamentali della nostra economia.
«La recente legge n. 15 - esordisce Gaetano Fontana, ribadendo quanto detto in aula consiliare in occasione dell’approvazione della legge - ha raggiunto alcuni primati, come le diciannove sedute della Commissione, le dieci riunioni del Consiglio regionale e una quantità incredibile di emendamenti. Se la politica ha voluto soffermarsi così a lungo su questa legge per poi approvarla, vuol dire che siamo di fronte a un provvedimento che ha meritato l’approvazione».
Quindi, presidente, quali sono secondo lei i pregi di questa legge?
«E’ senz’altro un buon provvedimento, armonico ed equilibrato che tutela tutte le varie tipologie commerciali. Porta con sé più di 121mila metri di nuove superfici di vendita per la media e la grande distribuzione, spalmati sui 18 distretti individuati, e dà priorità agli ampliamenti delle strutture esistenti. Rispetto all’impianto delle legge precedente, la n. 37 del 1999, è meglio sagomato sulle esigenze del settore della distribuzione commerciale. Su questo punto la Confcommercio ha fatto presente la situazione con molta attenzione. La legge regionale 37 del resto ha dimostrato con i fatti alcuni aspetti di non governo, soprattutto per quel che riguarda il sorgere di grandi strutture di vendita a seguito dell’aggregazione di attività di medie dimensioni. Questa possibilità è stata tolta introducendo i cosiddetti parchi commerciali, ovvero l’insieme di più di 3 esercizi commerciali del medio dettaglio. Si tratta di una novità assoluta, voluta per innovare e governare l’aggregazione di più strutture che di fatto in passato hanno costituito dei veri e propri centri commerciali. Un aspetto importante è poi dato dalla tutela degli esercizi di vicinato, in particolare quelli delle zone montane e balneari. Infine, è stata governata la grande struttura, tenendo conto delle peculiarità, anche ambientali, della realtà veneta, dando dei limiti dimensionali agli insediamenti, cioè non più di 15 mila metri quadrati».
Limiti precisi per i grandi per salvaguardare i piccoli?
«Questa legge non è né per i grandi né per i piccoli, casomai tutela il commercio in tutte le sue varie presenze. E per questo pone delle regole, alcune delle quali saranno meglio precisate con gli atti di indirizzo della Giunta. La disciplina sulle aggregazioni delle medie strutture, per essere concreti, prevede limiti definiti per evitare le furberie del passato: ad esempio, la possibilità di accorpare esercizi solo se in attività da almeno tre anni, e questo per evitare il commercio delle licenze vuote. Per quanto riguarda la grande distribuzione lo sviluppo può continuare ma nel rispetto del territorio e in base alle esigenze di nuovi insediamenti. Per i nuovi iper è fissato il tetto dei 15 mila metri quadrati, quelli esistenti e operanti da almeno tre anni hanno facoltà di raggiungere i 25 mila metri. La legge poi, come detto, dà priorità agli ampliamenti. Credo che con le regole chiare si vada avanti meglio tutti. Gli escamotage e le furberie sono basi poco solide su cui fondare la propria crescita».
A che punto è la legge sui pubblici esercizi?
«Abbiamo finito le consultazioni e devo dire che c’è una buona convergenza di vedute sul contenuto della legge. Attualmente la terza commissione è impegnata su tre fronti: la legge sulla cooperazione, quella sull’innovazione tecnologica e, appunto, quello per il settore pubblici esercizi. Quest’ultima ha la priorità e speriamo tutti di riuscire a varare la nuova legge prima della chiusura della legislatura».
Qualche anticipazione su questo provvedimento che, ricordiamolo, interessa circa 24 mila imprese in tutto il Veneto?
«Innanzitutto è evidente l’importanza di questo settore che in Italia è il terzo per consumo di derrate alimentari, ha un numero elevatissimo di imprese, dai bar ai ristoranti, pizzerie, pub e così via, ha un giro d’affari di 47milioni di euro l’anno e nel Veneto rappresenta una realtà che è seconda solo alla Lombardia. E’ anche uno degli aspetti con cui è meglio rappresentata la grande dinamicità imprenditoriale della nostra regione. Sull’impianto della legge posso anticipare che sarà prevista un’unica tipologia di esercizio, spariranno quindi le categorie a, b, c, d; non ci sarà più l’obbligo di iscrizione al R.E.C. presso le Camere di commercio. Per aprire un pubblico esercizio saranno quindi sufficienti i requisiti professionali e morali e l’adempimento di tutti gli obblighi sanitari. In questo modo si sburocratizza l’iter per iniziare l’attività e si cancellano alcune tasse governative. Verrà introdotta poi la figura del responsabile d’esercizio, in pratica ci sarà una persona che rappresenta l’attività. Il turno di chiusura da obbligatorio diverrà facoltativo, e per gli orari sono previste al massimo 20 ore giornaliere, 13 per le discoteche. Un altro punto importante è poi la nuova regolamentazione dei sub-ingressi, che al momento viene applicata in modo disomogeneo dai Comuni: saranno previsti dei tempi e dei requisiti precisi per procedere al sub ingresso nell’attività in particolare per gli eredi».
Un provvedimento che, a quanto pare, tiene conto dei cambiamenti che si sono verificati nel settore.
«I cambiamenti sono evidenti a tutti. Anche e soprattutto la tipologia degli esercizi si è modificata rispetto a quella di qualche anno fa, proprio perché le esigenze e gli stili di vita della gente sono cambiati. Il pranzo quasi non esiste più e al posto di ritrovarsi a tavola con la famiglia, a mezzogiorno si consuma un pasto fugace al bar. La richiesta di locali, soprattutto della piccola ristorazione è una novità dei nostri giorni di cui si deve necessariamente tenere conto».
Senta presidente, come accoglie i venti di liberalizzazione del commercio che a folate arrivano dal ministro Marzano?
«Se si riferisce alle dichiarazioni fatte sulla scia delle polemiche sui rincari dei prezzi, credo che il Ministro abbia aperto le porte fuori tempo e che, proprio per questo, le stesse si siano anche chiuse velocemente. E’ chiaro che la competenza sul commercio è delle Regioni. Noi siamo liberisti ma all’interno di regole precise. Senza regole arrivare al caos ci si mette un attimo».
Monica Rossato

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