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Confcommercio Veneto Notizie

DIVIETO DI FUMO NEI LOCALI PUBBLICI: PROROGA AL 10 GENNAIO 2005

Nr. 21 del 22/11/2004

Tolleranza zero per tutti i fumatori. E’ questo il diktat del Ministro della Salute Sirchia sulla possibilità per i fumatori di accendersi la sigaretta nei bar, ristoranti, pizzerie e in tutti i locali aperti al pubblico. Il divieto è stato riaffermato con un decreto legge, approvato il 28 ottobre in Consiglio dei ministri, che proroga al 10 gennaio prossimo l’entrata in vigore della normativa antifumo e aumenta del 10% le attuali sanzioni in caso di contravvenzione.
Lo slittamento dei tempi dell’applicazione della legge di soli 12 giorni, dal 29 dicembre al 10 gennaio 2005, di fatto però modifica ben poco le prospettive dei gestori dei locali pubblici.
«Pur apprezzando il buon proposito da parte del Ministero della salute nel venire incontro alle nostre richieste - ha dichiarato in una nota il direttore della Fipe- Confcommercio, Edi Sommariva - il testo approvato non cambia di una virgola la nostra situazione. Anche se salva gli incassi di Capodanno, le difficoltà rimangono tutte. Bar, pizzerie e ristoranti sono impossibilitati nella maniera più totale ad applicare la legge per questioni pratiche e burocratiche».
L’unica conclusione, con molta probabilità, sarà quindi quella che dal 10 gennaio in tutta Italia l’80 per cento dei pubblici esercizi, secondo una stima della stessa Fipe, non si potrà fumare.
La possibilità di accendersi una sigaretta si tratteggia poi di contorni ancora più «fumosi» se si tiene conto che il decreto in questione stabilisce un aumento delle multe pari al 10 %. L’importo, da un minimo di 25 a un massimo di 250 euro, passerà così a 27,5 fino a 275 euro, che potrà essere anche raddoppiato in presenza di una donna incinta e di un minore sotto i 12 anni, arrivando a 2000 euro se la violazione verrà fatta da chi dovrebbe far rispettare il divieto. Ma bisognerà aspettare la conversione del decreto legge per sapere se tali cifre verranno o meno confermate. Inoltre, non è ancora stato indicato quale figura sarà preposta a vigilare sul rispetto della legge e quale dovrà accertarne l’infrazione, appurato il fatto che entrambi i compiti non coincidono con gli obblighi del gestore o di un suo dipendente. «Tutte queste precisazioni - specifica ancora Sommariva - dovrebbero essere contenute in un decreto attuativo di cui ancora non c’è traccia».

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