COMMERCIO 2004 TRA ALTI E BASSI
Nr. 01 del 17/01/2005
Se si esclude il comparto abbigliamento in flessione ormai da tempo e che ha vissuto un altro anno difficile, per il resto le vendite dei negozi nel 2004 non sono andate poi così male, il bilancio è per lo più stazionario, non ci sono stati picchi in su o in giù, e anzi in qualche caso si è registrata una leggera ripresa. Ma vediamo da un’indagine telefonica effettuata dalla Confcommercio di Vicenza tra i propri associati, scelti in modo tale da rappresentare un significativo quadro delle varie tipologie commerciali, come sono andate le vendite del 2004 rispetto all’anno precedente.
Alimentari. L’andamento è stato più o meno simile a quello del 2003. E’ cambiato poco. Le variazioni sono state minime, con un dettaglio che si va sempre consolidando: l’acquirente punta sempre più alla qualità. Fatta salva la clientela habituè dei discount o che si limita ai generi di uso quotidiano, continua a crescere la schiera di chi preferisce magari rinunciare a qualcosa ma che, quando entra in negozio, cerca il prodotto superiore o il prodotto tipico.
Elettrodomestici. Il comparto ha chiuso l’anno in modo positivo. Non grandi balzi ma incrementi fino al 10 per cento con una domanda che ha spaziato dalla telefonia ai navigatori satellitari, dai computer ai tv al plasma con una nicchia-novità in crescita occupata dalle asciugatrici.
Casalinghi. Il bilancio resta invariato, con la particolarità che in questo caso la gente ha puntato agli acquisti utili.
Fiori. Anche qui non ci sono grandi variazioni, con un certo accenno al rialzo. Si soffre un po’ la concorrenza, il periodo migliore resta quello che va verso il Natale con punte durante l’anno legate alle ricorrenze-clou del calendario, e pure in questo comparto, fra mazzi di fiori recisi e piante da appartamento trionfa la qualità. Si contano meno scontrini ma si vendono articoli più costosi.
Profumerie. Il bilancio non piange, anzi sono molti gli esercenti che hanno lavorato bene durante tutto l’anno con cifre che lievitano. Quanto ai prodotti questo è un comparto influenzato molto dalla pubblicità per cui vanno molto le linee che fanno immagine, anche se valgono sempre i buoni consigli che arrivano dall’esperienza del negoziante.
Oreficerie. Non ci si scosta dalle quote del 2003. La richiesta maggiore è stata per brillanti e orologi, ma è andato anche l’articolo in acciaio. Hanno brillato i marchi più noti e pubblicizzati privilegiando la qualità. Gli acquisti più importanti li ha fatti chi si è preso per tempo mentre quelli più economici li ha fatto chi ha aspettato l’ultimo momento.
Ottici. C’è stato un andamento a corrente alternata: bene fino a ottobre e poi compreso Natale un certo calo. La gente ha guardato molto al rapporto qualità-prezzo.
Giocattoli. Per molti esercizi è stato un buon anno con aumenti fino al 10 per cento suggellati dalla chiusura natalizia veramente al gran rialzo con videogiochi e computer al primo posto della high parade e una domanda che ha puntato in egual misura su prodotti di qualità ed economici.
Pelletterie. Il comparto non ha accusato scompensi ma resta la stabilità. Cinture, portafogli e ombrelli gli articoli più richiesti con un occhio rivolto alla qualità.
Librerie. Qui si è andati decisamente meglio rispetto al 2003. Un po’ per tutti si registrano saldi positivi e fatturati più alti con un particolare: vanno sempre più le edizioni più economiche. I vicentini amano la lettura ma evitano i prezzi troppo alti e le copertine più ricercate. Titoli vincenti dell’anno: Codice da Vinci e il solito Vespa che non fa mai un flop. L’abbinata tv-libro funziona sempre.
Articoli sportivi. Si resta in linea con il 2003 e prevale la qualità. Ristorazione. E’ stato un anno stazionario che ha confermato un mutamento ormai generalizzato della domanda e del costume. Si chiedono menu a prezzo contenuto privilegiando prodotti tipici e vini locali, si salta sempre più il primo piatto.
Agenzie viaggi. Andamento stabile. Buono soprattutto il bilancio estivo con qualche flessione nel resto dell’anno. Privilegiate le soluzioni più economiche.
Erboristerie. E’ andata bene sino alla fine di giugno e poi il comparto ha risentito della crisi dei consumi. Si punta in ogni caso su prodotti almeno di media qualità.
Abbigliamento. E’ il comparto che soffre di più con cali che giungono anche fino al 20 per cento. E che non ha recuperato neppure con le vendite natalizie. Nella crisi generalizzata ha inciso la tendenza del regali all’ultimo momento. In ogni caso si fanno meno regali, prevalgono gli acquisti personali, si vendono più accessori, non c’è più un prodotto leader o di tendenza e si bada molto ai cartellini. Al bando il lusso.
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